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Spiritual News
In un'epoca in cui la sostenibilità è al centro delle scelte quotidiane, la Pasqua 2025 segna un punto di svolta per l'alimentazione degli italiani. Sempre più famiglie, infatti, scelgono di celebrare la festività con menù naturali e alternativi, abbracciando una cucina che rispetta l'ambiente e valorizza i prodotti locali.​ Secondo il WWF Italia, adottare uno stile alimentare sostenibile durante le festività può contribuire significativamente alla riduzione dell'impatto ambientale. Tra i consigli proposti, spicca l'importanza di scegliere prodotti a chilometro zero e di stagione, che non solo supportano l'economia locale ma riducono anche le emissioni legate al trasporto e alla produzione intensiva. Le tavole pasquali si arricchiscono così di piatti che celebrano la biodiversità e la tradizione culinaria italiana. La parmigiana di carciofi, ad esempio, offre un'alternativa gustosa e leggera alla versione classica con melanzane, utilizzando un ortaggio tipico della stagione primaverile . Allo stesso modo, la farinata, una focaccia a base di farina di ceci, acqua e olio, rappresenta un secondo piatto vegano ricco di proteine e sapore, perfetto per chi desidera un'opzione senza derivati animali .​ Anche i dolci pasquali si tingono di verde. Le colombe vegane, preparate senza uova né latticini, sono sempre più presenti nei supermercati e nelle pasticcerie artigianali, mentre le uova di cioccolato fondente, prive di latte, soddisfano i palati più esigenti. Per chi ama cimentarsi in cucina, la pastiera vegana, realizzata con tofu frullato e latte vegetale al posto della ricotta, è una proposta innovativa che mantiene intatto il sapore della tradizione.​ La creatività non si ferma al cibo. Le decorazioni pasquali diventano un'occasione per esprimere la propria sensibilità ecologica, utilizzando materiali naturali e riciclati. Le uova possono essere colorate con spezie e alimenti come curcuma, paprika, barbabietola e spinaci, evitando coloranti artificiali e riducendo gli sprechi. Inoltre, la gestione consapevole degli avanzi è fondamentale per una Pasqua sostenibile. Congelare gli alimenti in contenitori riutilizzabili e riutilizzare il cibo avanzato in modo creativo, ad esempio trasformando una torta pasqualina in un aperitivo per Pasquetta, sono pratiche che contribuiscono a ridurre lo spreco alimentare La Pasqua 2025 si presenta quindi come un'opportunità per riflettere sulle proprie abitudini alimentari e per abbracciare uno stile di vita più rispettoso dell'ambiente. Scegliere un menù naturale e alternativo non significa rinunciare al gusto o alla tradizione, ma piuttosto riscoprire il piacere di condividere un pasto che fa bene al corpo e al pianeta.​
Libri, CD, DVD
Matteo Giovanni Manzini
L’idea di questo libro è nata molto prima che si diffondesse la cultura legata alla pandemia e a tutto ciò che concerne i problemi di respirazione, e non riguarda minimamente questa sfera di conoscenza. L’autore, Matteo Manzini è uno dei maggiori esperti in Italia (e forse anche oltre) di Rebirthing e respiro consapevole. Quando lo abbiamo contattato, avevamo in mente di pubblicare un libro intitolato “Respira ovunque”, a metà strada tra il testo divulgativo e il manuale scientifico, con lo scopo di dare al lettore la possibilità di allenare il respiro in qualunque momento: durante un semaforo rosso o dopo una notizia difficile da digerire, dopo una corsa o prima di parlare in pubblico. I rapporti con Matteo Manzini si sono mantenuti nonostante le evoluzioni degli ultimi due anni e soprattutto nonostante la sua recente presa in carica di coordinatore de Il Centro Olistico, la prima vera realtà olistica italiana nata nel 1987, meta del benessere psicofisico per appassionati e professionisti provenienti da tutta l’Italia e dal mondo. Per leggere e comprendere questo libro e per trarne tutti i benefici, non occorre essere esperti di yoga né di meditazione – se lo sei, meglio – perché è stato studiato appositamente per portare il breath coaching a un livello di mindset più alto, con l’obiettivo di infondere piccole buone abitudini che radichino nel lettore una profonda consapevolezza. Diamo la parola all’autore: «È un’esperienza così emozionante che non riesco a richiamarla senza sentirne, insieme, l’emozione avvolgente che ne ha accompagnato l’esito quando si è conclusa, riportandomi nei qui e ora ordinari. Con la sensazione di aver fatto dei salti quantici nel mio cammino consapevolezza personale. Ma quanto saranno durate queste esperienze? Se a ognuna assegno una manciata di minuti, in più di vent’anni devo riconoscere di non essere stato respiro e nel respiro, densità assoluta, puro atto respiratorio, distaccato e proiettato, trasferito grazie all’azione meccanica diventata puro fluire, quintessenza che attiva tutte le funzioni della mente e tutti i processi del corpo per una mezza giornata in tutto - forse persino meno». Riempiamo e svuotiamo i polmoni – parzialmente e più o meno efficacemente – circa 1.000 volte ogni ora. Anche durante il sonno. Se potessimo attuare 23.000 atti respiratori consapevoli, trasmuteremmo il corpo e viaggeremmo nello spazio, non saremmo più terrestri e abitanti del pianeta. Un titolo Trèfoglie che ancora una volta traccia un sentiero di saggezza tra il lettore e la sua capacità di ritornare in possesso del proprio tempo e del proprio spazio.
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Spiritual News
Il settore dell'arredamento nel 2025 è testimone di una trasformazione significativa, dove la sostenibilità e l'innovazione si intrecciano per creare ambienti domestici che riflettono un nuovo modo di vivere, più consapevole e rispettoso dell'ambiente. L'attenzione verso l'ambiente ha portato designer e produttori a privilegiare l'uso di materiali sostenibili. Il legno riciclato, ad esempio, è ampiamente utilizzato per la realizzazione di mobili e complementi d'arredo, offrendo una seconda vita a materiali altrimenti destinati allo smaltimento. Anche il bambù, noto per la sua rapida crescita e resistenza, è diventato una scelta popolare per chi desidera un arredamento ecologico senza rinunciare all'estetica. I tessuti eco-friendly, come il lino e il cotone biologico, sono protagonisti nell'arredamento del 2025. Utilizzati per tende, rivestimenti di divani e cuscini, questi materiali non solo riducono l'impatto ambientale, ma conferiscono agli ambienti un aspetto elegante e naturale. La scelta di colori neutri e tonalità ispirate alla terra contribuisce a creare atmosfere calde e accoglienti. La versatilità è una caratteristica chiave nell'arredamento contemporaneo. I mobili modulari, che possono essere facilmente riconfigurati o adattati a diverse esigenze, sono sempre più diffusi. Questa tendenza risponde alla necessità di ottimizzare gli spazi abitativi, offrendo soluzioni pratiche senza compromettere lo stile. Inoltre, la possibilità di personalizzare gli arredi consente di creare ambienti che rispecchiano l'identità e le preferenze individuali. L'uso di texture tattili e forme organiche è un altro elemento distintivo delle tendenze d'arredo del 2025. Materiali come il velluto, il legno grezzo e le superfici intrecciate vengono impiegati per stimolare i sensi e aggiungere profondità agli ambienti. Le linee curve e sinuose sostituiscono le forme rigide del passato, creando spazi più fluidi e accoglienti.

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L'ascesa delle bevande funzionali: benessere e…

Spiritual News
Nel panorama alimentare del 2025, le bevande funzionali stanno guadagnando una popolarità senza precedenti. Queste bevande, arricchite con ingredienti benefici per la salute, offrono ai consumatori non solo idratazione, ma anche supporto per il benessere mentale e fisico.​ Un esempio emblematico di questa tendenza è l'inclusione di ingredienti come il kava e il magnesio nelle bevande. Il kava, noto per le sue proprietà rilassanti, e il magnesio, essenziale per la funzione muscolare e nervosa, sono sempre più presenti in bevande pensate per migliorare l'umore e ridurre lo stress. Queste formulazioni rispondono alla crescente domanda dei consumatori per prodotti che supportino la salute mentale in modo naturale. ​ Parallelamente, l'interesse verso bevande non alcoliche sofisticate è in aumento. I consumatori cercano alternative alle bevande alcoliche tradizionali che offrano complessità di sapori e benefici funzionali. Questo ha portato allo sviluppo di mocktail e altre bevande analcoliche arricchite con adattogeni e nootropi, progettate per offrire un'esperienza sensoriale appagante senza gli effetti dell'alcol. ​ Inoltre, la crescente attenzione verso la salute intestinale ha stimolato l'innovazione nel settore delle bevande fermentate. Prodotti come kombucha e kefir stanno vivendo una rinascita, con nuove varianti che incorporano superfrutti, spezie esotiche e dolcificanti naturali per soddisfare i palati moderni. Queste bevande non solo deliziano il gusto, ma forniscono anche probiotici essenziali per il benessere digestivo.​ La sostenibilità rimane un fattore chiave nell'evoluzione delle bevande funzionali. Aziende innovative stanno esplorando l'uso di ingredienti provenienti da fonti etiche e imballaggi eco-compatibili, rispondendo alla crescente consapevolezza ambientale dei consumatori. Questa attenzione alla sostenibilità non solo migliora l'immagine del brand, ma contribuisce anche a un impatto positivo sul pianeta.​ In conclusione, il 2025 vede le bevande funzionali emergere come protagoniste nel mercato alimentare, offrendo ai consumatori soluzioni innovative che combinano gusto, salute e sostenibilità. Questa tendenza riflette un cambiamento più ampio verso scelte di consumo più consapevoli e orientate al benessere globale.
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Catechesi religiosa ed etica laica a confronto...

Paolo D'Arpini
Un'idea morale ed un'etica utopica esercitano sovente un grande appeal attrattivo su molti intellettuali. Come tutte le idee aldilà della portata attuativa rischia però di diventare un’altra forma di “ismo”, una ideologia che si prefigge attraverso i suoi propagatori di elevare la coscienza con il solo risultato di contribuire a ulteriormente dividere la società umana in “credenti” e “infedeli”, buoni e cattivi. Insomma una religione che inneggia alla morale ed all'etica manca spesso di capacità attuativa e come tutte le finalità religiose resta un ideale alla portata di pochi “eletti” disgiunti dal contesto umano. Ritengo personalmente che per andare verso una consapevolezza della comune appartenenza e della pari dignità e complementarietà delle forme vitali e delle reciproche relazioni fra specie, sia importante che vengano innanzitutto riconosciute le differenze per poter allo stesso tempo riconoscere l’eticità naturale nel loro rapporto, senza forzare la natura. L’astrazione del pensiero trasformato in “morale” non aiuta la manifestazione di una spontanea “compassione” che sorge in un interspecismo maturo. Tutti gli esseri viventi attingono e si originano dalla comune matrice che differenziandosi ha assunto le innumerevoli forme, ognuna complementare e relata alle altre, ognuna con alcuni aspetti evolutivi utili al mantenimento della vita ed alla ulteriore propagazione e fioritura di nuove specie. L’uomo non è l’ultima parola in natura e questo deve essere sempre presente nella considerazione di chi si pone il “problema” del bene collettivo. “L’uomo che non voglia far parte della massa non ha che da smettere di essere accomodante con se stesso; segua piuttosto la propria coscienza che gli grida: ’sii te stesso! Tu non sei certo ciò che fai, pensi e desideri ora’. Ogni giovane anima sente giorno e notte questo appello e ne trema; infatti presagisce, rivolgendo il pensiero alla sua reale liberazione, la misura di felicità destinata dall’eternità; felicità che non riuscirà mai a raggiungere se incatenata dalle opinioni e dalla paura. E quanto assurda e desolata può divenire l’esistenza senza questa liberazione! Nella natura non c’è creatura più vuota e ripugnante dell’uomo che è sfuggito al suo genio e ora volge di soppiatto lo sguardo a destra e a sinistra, indietro e ovunque. Un tale uomo alla fine non lo si può neppure attaccare: è solo esteriorità senza nucleo, un marcio costume, pitturato e rigonfio, un fantasma agghindato che non può ispirare paura e tanto meno compassione.” (Friedrich Nietzsche) C'è poi una differenza sostanziale tra la morale e l'etica, che derivano da una catechesi religiosa, ed un giusto comportamento naturalistico. Tanto per cominciare osserviamo che i dettami religiosi, apparentemente utili alla convivenza sociale ed al rispetto per la natura e per i propri simili, hanno una origine chiaramente antropocentrica, non rivolta al miglioramento generale della qualità della vita, in senso fisiologico, bensì all'ottenimento di meriti o demeriti i cui risultati saranno usufruibili in un “post mortem”. Qui soprattutto stiamo parlando degli insegnamenti delle religioni monolatriche di origine giudaica poiché altre “religioni” -soprattutto orientali ma anche quelle di carattere matristico dell'Antica Europa- nelle loro espressioni non riconoscono l'esistenza di un “Dio” personale creatore e giudicante le sue creature, bensì di un evolversi spontaneo dell'esistenza che sempre tende alla crescita coscienziale. Le religioni monolatriche, ebraismo, cristianesimo ed islam, esprimono dettami che soddisfano la presunta volontà del demiurgo adorato, quindi il premio od il castigo sono condizionati dall'aderenza alle norme scritte (per altro da altri uomini autodefinitisi profeti o messia) attraverso le quali ottenere il passaporto per l'aldilà. Prova ne sia che – a parte alcune indicazioni alimentari, essenzialmente dovute a ragioni climatiche- tutti i comandamenti insegnati nella catechesi religiosa hanno una funzione moralistica di controllo sociale. La convivenza pacifica, la solidarietà fra umani ed animali, il rispetto della natura, non interessano queste religioni, tant'è che leggendo il corano, il vangelo e la bibbia troviamo numerose citazioni che incitano alla “guerra” ed alla distruzione degli “infedeli”. E' detto che “Dio creò l'uomo a sua immagine e somiglianza” forse sarebbe più corretto dire che tali uomini crearono un Dio a loro sembianza e piacimento. E qui parliamo specificatamente di “uomini” nel senso di maschi, maschilisti e dominatori, poiché le donne -come abbiamo visto in altre pubblicazioni- sono considerate esseri inferiori, quasi al livello degli animali. La morale religiosa è misogina e contro natura e se un obbligo viene stabilito ha sempre un risvolto utilitaristico che non tiene conto dell'etica universale. Faccio un esempio concreto nell'uso prevaricatorio consentito verso i nemici, gli animali e le forme di vita in generale. Il nemico sconfitto diventa succube e schiavo, gli animali sono oggetto di sfruttamento senza limiti, la natura viene considerata serva passiva delle necessità umane –o presunte tali- senza tener conto delle conseguenze. In realtà l'etica “religiosa” non esiste affatto è solo una parvenza poiché non tiene conto del contesto in cui si manifesta, delle diverse situazioni o della universalità nella sua attuazione. Per la bibbia Dio è al disopra di noi e l’uomo è un peccatore senza alcun potere, quindi egli non può evolversi e redimersi se non attraverso l'ubbidienza ai dettami impartiti dai suoi ministri. Da ciò ne consegue che ci sono nella società umana figli e figliastri, o addirittura esseri sub-umani esclusi dal conteggio. Il beneficio della “misericordia” è estensibile -ad esempio- solo a quelli che fanno parte del “popolo eletto”, ai membri della stessa parrocchietta, e non a tutti indistintamente (basterebbe in tal senso leggersi le ingiunzioni della Torah). Purtroppo questo atteggiamento fariseo è stato in parte ripreso anche dalla scienza in cui si tiene conto del “bene” e dell'utilità di ogni scoperta tesa allo specifica vantaggio dell'uomo, in quanto specie dominante. O peggio ancora dell'uomo in quanto società dominante. Basti vedere la continua ricerca di armi di distruzione di massa portata avanti dalle elites al potere, per questioni di dominio, senza considerare le conseguenze nell'uso di tali “invenzioni”. Vorrei anche portare l'esempio del sistema medico farmaceutico basato sulla vivisezione, introdotta prima negli USA e poi adottata nel resto della società “civilizzata”. La fisiologia di un topo o di un cane è totalmente diversa da quella di un essere umano ma si è fatto obbligo -prima di dichiarare un medicinale adatto all'uso umano- che ne venga testata la validità sugli animali. Ovvero gli animali vengono fatti soffrire volontariamente con il fine “etico” di salvaguardare la salute umana, per altro cosa che la sperimentazione su animali non potrà mai dimostrare poiché basata sugli esperimenti su specie diverse dall'uomo. Volendo restare in questo filone "etico-utilitaristico" possiamo notare che lo sfruttamento del mondo animale per fini voluttuari ha raggiunto livelli assolutamente privi di ogni eticità, forse perché nella bibbia è detto che gli animali possono essere usati a piacimento dell'uomo, questa è la concessione che il demiurgo fece nell'alleanza stipulata con Noè dopo il diluvio universale. Allora dove può risiedere il vero senso dell'etica? É ovvio che va ricercato in se stessi, nella propria esperienza di vita, nella capacità empatica che sviluppiamo attraverso l'osservazione delle cause ed interazioni del bene e del male e che riconosciamo anche in noi stessi, vedendoli rispecchiati negli altri. Il ruolo della persona etica è proprio quello di saper vivere senza nuocere. Questo riferimento preciso al valore della persona “in quanto depositaria della prima scintilla di Coscienza dalla quale tutto deriva” rientra nell’ambito della Spiritualità Laica e non ha nulla a che vedere con la religione. Se si vuole ottenere chiarezza nella vita, non serve studiare gli insegnamenti religiosi ma approfondire solo una ricerca. Quale? La ricerca di se stessi in se stessi. Perché dentro ognuno di noi ci sono tutte le risposte. Scrive il celebre pensatore Henry Corbin: “Mancando la persona, assente ciò che ne rende possibile la preminenza, ci troviamo di fronte al nichilismo agnostico: non c’è più nessuno; l’uomo è scomparso”. Quindi la vera fonte dell'etica universalista risiede nell'esperienza e nel riconoscimento della comune appartenenza e del pari valore che ogni fenomeno o ogni altro essere condivide con noi, attraverso il nostro rapporto empatico. La libera crescita della coscienza non è descrivibile od etichettabile, come potrebbe esserlo la mente od il corpo, è il risultato di un approfondimento evolutivo nella conoscenza di sé e del nostro prossimo. Ne deriva una capacità di guardare ai diversi modi espressivi della vita con comprensione ed accettazione. Infatti, l'adesione ad una specifica credenza, ad una scuola, ecc., non ha valore quale supporto legittimo per diventare fonte di danno per sé e per gli altri. Notiamo che il senso etico prevalente nel mondo in cui viviamo è il risultato di un simile errore perpetrato soprattutto dalle tre principali religioni monoteistiche. Ovviamente nella ricerca del proprio Sé non possiamo fermarci alla conoscenza della “persona”. La persona ci consente di apprendere i vari modi espressivi della mente, comuni a tutti, e quindi di poter rispettare gli altri come noi stessi, ma il passo successivo di un'etica matura deve indirizzarsi verso il “transpersonale”, da qui sorge un distacco, una consapevolezza del significato dei miti, riconoscendoli simbolicamente, ed è a questo punto che irrompono gli archetipi primordiali ed il vuoto al limite della mente. Questo stato viene descritto da Gurdjeff come “negatività purgatoriale” una condizione preliminare alla perdita della fissità individuale e foriera dell’assorbimento nel Sé. Questa consapevolezza-testimonianza, chiamatela se volete “essenza sottile”, è come un aroma che emana dalla materia, dal che se ne deduce che non può esserci separazione fra la materia e lo spirito. Nemmeno può esserci vantaggio personale a scapito altrui, poiché siamo in un unicum. Non si pensi però che lo stato di totale empatia possa essere raggiunto attraverso uno studio od una comprensione intellettuale poiché l’intento è un aspetto della mente, mentre la consapevolezza – che è pura coscienza – consente il manifestarsi di tutti i processi che appaiono nella mente ma non ne è toccata. In verità questo stato di assoluta libertà è già presente e connaturato in noi, ma è stato oscurato da una mole di credenze e false nozioni su noi stessi e sul mondo percepito come separato da noi. Questa separazione è fonte di angoscia ed è proprio per questa ragione che le filosofie orientali, in particolare il buddismo, si sono indirizzate verso il superamento della sofferenza. Per ottenere ciò dobbiamo compiere una rivoluzione a 180 gradi. Per essere in armonia con noi stessi e con tutto ciò che ci circonda occorre ribaltare il concetto egoico antropocentrico che ha generato negli ultimi millenni carneficine inimmaginabili, desertificazioni immense, saccheggi di luoghi incontaminati e indifesi. Jean-Paul Sartre diceva che dal mancato incontro con l'altro derivano le sofferenze e il dolore che gli uomini si infliggono l'un l'altro. Nel non credere alle norme precostituite, alle abitudini del mondo, c'è la chiave per la liberazione. “Non credere in quello che dico. Non prendere dogmi o libri come infallibili. Non credere agli altri e non credete nemmeno ai maestri. Non credere a nessuno e questo è il mio unico vero insegnamento che ti darò. Non credere mai!” (Buddha) Nelle forme più raffinate del buddismo, come ad esempio nella sistema Zen, molta importanza si da all'empatia che si sviluppa attraverso i rapporti interpersonali. Godendo e soffrendo assieme agli altri. Il vero altruismo è però un'arte che occorre sviluppare, poiché se è facile condividere la gioia risulta più difficile condividere la sofferenza. In tal senso l'adepto zen “assisterà” il sofferente invitandolo a superare il dolore nel modo giusto. Gli suggerirà di non aspettarsi consolazioni o che sia il tempo a portare la guarigione, gli farà capire che potrà vincere il suo dolore solo accettandolo come parte del suo destino. Chi è capace di tanto riesce a sopportare la propria sofferenza e se ne libera. Questa liberazione porta alla guarigione tanto più sicuramente quanto più sinceramente si partecipa al dolore altrui, cioè quanto più sensibili si diventa verso il dolore di chiunque. Il sofferente, reso cosciente da questa radiografia del suo stato d'animo, percepisce direttamente che a liberarlo dal dolore non è il rifiuto dello stesso né la fuga dall'esistenza. Questa è una genuina forma di etica altruistica. Ma ora vediamo più in dettaglio come viene affrontato il concetto di “etica” in altre filosofie orientali. Questo concetto, ad esempio, non è contemplato nel taoismo, poiché l’etica appartiene al ragionamento e quindi al cervello logico. Ovvero è una costruzione mentale speculativa e preordinata. Una sorta di condizionamento che subentra in seguito all'accettazione di regole comportamentali. Nel taoismo non vi sono regole codificate, tutto l'agire avviene nella spontaneità e nell'idoneità di rispondere alla situazione corrente. L'etica viene considerata una sorta di calmieratore per regolamentare i rapporti interpersonali nella società, ciò comporta il predominio della coscienza razionalista, la parte giudicativa della mente prende così il sopravvento nel funzionamento e da qui l'insorgere delle religioni, del sistema gerarchico e della arroganza dell’uso nei confronti delle altre creature e della natura. Da una parte si opprime considerandolo un proprio diritto e dall’altra si difende in considerazione della propria “superiorità” ideologica (etica). Nel Hua Hu Ching è detto: “Agli altri esseri comuni spesso si richiede tolleranza. Per gli esseri integrali non esiste una cosa come la tolleranza, perché non esiste nessuna cosa come le altre. Essi hanno rinunciato a tutte le idee di individualità e ampliato la loro buona volontà senza pregiudizi in qualunque direzione. Non odiando, non resistendo, non contestando. Amare, odiare, avere aspettative: tutti questi sono attaccamenti. L’attaccamento impedisce la crescita del proprio vero essere. Pertanto l’essere integrale non è attaccato a nulla e può relazionarsi a tutti con una attitudine non strutturata.” Nel taoismo, che propriamente è una forma di naturalismo vissuto senza enfasi, si indica l’astenersi dagli eccessi, sia in positivo che in negativo, come un naturale atteggiamento di vita. Si comprende il bene ed il male ma non si predilige né l’uno né l’altro. Il bene (Yang) ed il male (Yin) sono i due aspetti del manifestarsi della esistenza su questa terra. Ed è per questa ragione che i taoisti irridevano il buon Confucio che da razionalista convinto spingeva per un’etica sociale e politica, mentre essi si limitavano a permanere nella propria natura originale. Rispettando le propensioni naturali, non governandole quindi per convenienza utilitaristica. Occorre superare il distacco che ha portato quasi a radicalizzare il conflitto tra spontaneità e retorica, e ciò senza voler efficientemente promuovere ed affermare e ri-pensare la verità della propria natura originaria in quanto risultato di una concezione “etica”. In definitiva secondo il taoismo etica e morale son due pensieri cangianti e relativi, due qualità utili semplicemente alla convenienza sociale, due forme ipocrite di asservimento alle consuetudini. Infatti la morale e l’etica sono state usate da tutte le religioni come bandierine simboliche per giustificare il “bene” programmato a sistema. Paolo D'Arpini - spiritolaico@gmail.com “Discard all traditional standards. Leave them to the hypocrites.Only what liberates you from desire and fear and wrong ideas is good. As long as you worry about sin and virtue you will have no peace.” (Nisargadatta Maharaj)


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