Pubblicazioni e Saggi
Paolo D'Arpini
Qui vorrei fare un breve exursus, sul processo di recupero della propria unitarietà con la vita, che mi ha consentito di giungere alla presente coscienza ed esperienza. Personalmente sono un seguace del pensiero laico e quindi mi sono addentrato in me stesso seguendo questo filone. C’è tutta una corrente di pensiero che, partendo da Hegel fino a Nietzche e Heidegger, ha forgiato il pensiero laico moderno, sia pure fra errori e svarioni concettuali, questo nuovo indirizzo è però riuscito a restituire all’individuo ed al suo progredire storico la responsabilità della formazione dei valori, che nel travaglio del dubbio e dello spirito critico riescono a rendere omaggio al principio della responsabilità personale quale fondamento della verità e del bene. Il pensiero laico-agnostico ha permesso a noi tutti, come umanità, di uscire dal conflitto fra Razionalismo, Religione e Scienza positiva. Il Razionalismo proclama l’eguaglianza naturale degli uomini, e l’identità della ragione in ciascuno di loro, la storia della scienza ci insegna invece che le verità razionali dichiarate a priori, necessarie ed eterne, sono delle astrazioni empiriche tardivamente conquistate nel corso dell’evoluzione umana. Il credo religioso a sua volta insiste, con albagia e ferocia, non tanto sui problemi della condotta morale, quanto sulle basi dogmatiche della religione. Fuori di queste non c’è, secondo esso, vita spirituale. Ne consegue che chi non è religioso è un essere maligno e pericoloso alla società. Inutile dire che queste modalità di vivere la conoscenza sono del tutto nevrotiche, sganciate dall’evoluzione reale. Per nostra fortuna stiamo assistendo non solo ad un progredire delle conoscenze scientifiche che annullano qualsiasi presupposto scientista e positivista, mi riferisco alla Fisica Post-Quantistica, alla Matrix Divina, alla Sincronicità di Jung, Plank, Chopra, scienziati che hanno elevato la ricerca scientifica alle vette del pensiero creatore, alle Neuroscienze che, al di là delle necessarie concessioni ad una visione meccanicistica del funzionamento della Mente, hanno colto l’interconnessione pensiero/emozione/corporeità, e con esse sono giunte alla dimensione transpersonale della società e dell'esistenza. Secondo il pensiero più evoluto dei nostri tempi, non può esistere separazione tra materia e spirito, fra natura naturans e natura naturata, fra l'io e l'altro. E questa consapevolezza ha preso la forma di una nuova "trinità", che io individuo nella Ecologia profonda, nel Bioregionalismo e nella Spiritualità Laica, espressi nel "riciclaggio della memoria" consapevole che abbraccia l'intero svolgersi della vita nello spazio-tempo. Siamo in piena visione olistica. Paolo D'Arpini
Pubblicazioni e Saggi
Sabrina Gatti
''Counseling’’, espressione anglosassone che però dal verbo latino ‘’consulo’’ trae la sua origine. ''Consulo’’ con il significato di consolare, e così pure counselor, chi lo pratica altro non dovrebbe essere che l’espressione stessa del donare conforto ma anche aiuto e comprensione, attraverso l'ascolto, e la vicinanza di un cuore umano, libero da preconcetti e pregiudizi ed essenzialmente basato sull’empatia (dal greco antico ) en ( - dentro) – phatos (- soffrire/sentire), quindi con la capacità non di giudicare ma di immedesimarsi nel problema e comprendere attraverso una sensibilità profonda gli stati d’animo della persona che si ha di fronte, analizzandone i gesti e ogni sfumatura del racconto, valutando attentamente ogni singola parola come ogni singolo momento d’indecisione o di silenzio. Ascolto, ma anche capacità di dialogare di ottenere attraverso lo scambio verbale sia la comprensione del problema, sia l’analisi dello stesso attraverso molteplici angolazioni, per orientare, per ricercare nel profondo dell’anima le energie necessarie ad affrontare i cambiamenti a cui si potrà giungere. Parola ma anche silenzio, perché non solo attraverso l’uso della dialettica ma anche in assenza della melodia della parola, usando un'altra forma di comunicazione, quella non verbale, che paradossalmente risulta più istintiva, perchè l'anima non può indossare maschere, e così può raccontare se stessa senza alcun velo, e più d’ogni altra forma di comunicazione, permettere di mostrare il vero io profondo, i veri sentimenti dell’altro ed attraverso la quale e spesso più facile offrirgli rassicurazione oppure permettergli di giungere con le sue sole forze a quella conclusione che forse attraverso un discorso elaborato ma totalmente Il dono di saper ascoltare, di saper comprendere immedesimandosi in chi di fronte a noi si trova , di approcciarsi ad esso empaticamente, ma anche di saperlo prendere per mano, non attraverso l’uso della scienza come necessariamente deve fare un dottore, ma con la cura e la vicinanza umana, dandogli solo quell' ausilio che permetta di trovare da sé, nel fondo del suo io, l'energia che è l'essenza stessa della sua anima, , quelle risorse di cui è già in possesso, e che deve solo riuscire a trovare nel suo cuore. Il dono della Saper ascoltare significa infatti, anche saper seguire i ritmi dell’altro, rispettare i suoi tempi, e le emozioni contrastanti che possono accelerare o frenare le sue parole. La sensibilità, che si accompagna all’empatia, il saper percepire i sentimenti, anche quelli inespressi, che più delle reazioni visibili, dietro i gesti più piccoli, o nel fondo degli occhi, sanno rivelare i segreti dell’animo umano. Comprensione, dialettica , sensibilità, pazienza, apertura mentale, ma soprattutto il dono di saper ascoltare, e saper comprendere il dolore ed i sentimenti altrui attraverso l’empatia, la chiave dorata per raggiungere il cuore di chi ad un counselor chiede aiuto, mentre il saper dare coraggio, aiutare a ritrovare la consapevolezza, la luce dentro di noi, lo scopo principale che quest’ultimo davanti a chi ausilio gli domanda, deve porsi. Chi aiuto ricerca da un counselor, a differenza di chi si rivolge ad un medico, (il Counseling infatti non è una pratica medica, pertanto si rivolge ad una tipologia diversa di persone, cioè non manifestamente affette da disturbi che necessitano solo ed esclusivamente dell’operato di un dottore), non cerca una soluzione dall'alto, ma soprattutto offre la comprensione e l’ascolto, ovvero non una cura ma i mezzi necessari che consentano a chi sostegno gli domanda, di recuperare quella luce interiore, ovverossia la consapevolezza e la forza di ritrovare fiducia in se e nelle proprie qualità, e a conoscerne di nuove e di inaspettate ma che sono da sempre presenti, come in uno scrigno, come un tesoro prezioso, racchiuse in fondo all’anima, ed a ritrovare quelle energie che magari sembravano perdute o addirittura si credeva di non possedere . Un percorso, un viaggio, intrapreso insieme, ma che solo la persona in cerca d’aiuto potrà, aprendo con coraggio la porta del suo intimo più profondo, trovando le risposte , superando gli ostacoli attraverso l’energia interiore che già possiede e che durante il percorso riuscirà a recuperare, fino alla meta, trovare la soluzione, che avrà ottenuto, con il supporto, il sostegno del counselor, ma soprattutto con le sue forze, e con la luce splendente del suo spirito, che non lo abbandonerà , mentre il counselor, avrà il merito di aver favorito questa presa di coscienza, questa riconquista del ‘’Io’’. Riuscire a far ritrovare le proprie energie, a ritrovare la fiducia in se stessi, o a far scoprire doti nascoste, già presenti nell’intimità di una persona, ma sopite o addirittura sconosciute è forse il compito più difficile, ma di sicuro quello più importante e gratificante per un counselor. In una società come la nostra, fredda, che ammette con fatica, se non per nulla, l’indecisione come l’errore, anzi, che non permette affatto di sbagliare, o di fare delle scelte che poi si riveleranno alla lunga difficili da sostenere, per chi spesso dalle circostanze, è stato costretto a farle, senza tenere conto di tutte le possibili implicazioni, delle motivazione anche nobili che a monte si trovano, recuperare la stima di sé, e l’apprezzamento personale nelle proprie capacità o nei propri meriti, saper quindi ritrovare ancora una volta , la luce dell’anima : la consapevolezza, della propria individualità e di tutto ciò che al nostro intimo, alla nostra sfera più profonda appartiene, è d’importanza basilare. Troppo spesso, a causa di un piccolo errore, o di una scelta non andata a buon fine, si comincia a credere di non contare nulla, di essere privi di qualsiasi capacità, di non meritare di essere felici, e di sprecare la propria esistenza, trascinandosi giorno dopo giorno, in una routine grigia e vuota, priva di prospettive, dove ogni ora ogni minuto si consuma in una miriade di ‘’ non ho fatto’’ ‘’dovevo fare’’ ‘’avrei potuto’’, e così via. Senza però intravedere in tutta quella selva di ‘’no’’ quanti ‘’si’’ vi si nascondono dietro. Non tutto ciò che ci proponiamo di realizzare potrà andare a buon fine, sarebbe assurdo credere che ogni singolo progetto potrà essere portato a compimento e rivelarsi un successo, non solo nel caso dei grandi momenti della vita, dove è necessario fare delle scelte che risulteranno determinanti per il futuro, come intraprendere l’università, ad esempio, oppure avviare un attività commerciale, o crearsi una famiglia . Decisioni importanti, fondamentali e soprattutto che non coinvolgono solamente la nostra volontà ed i nostri desideri, quindi prima di parlare di eventuali fallimenti con un unico soggetto come colpevole (dove per soggetto s’intende chi se ne fa una colpa), nel caso di situazioni di tale portata sarebbe necessario riflettere, anche sulla parte che le altre persone hanno avuto nel cattivo andamento di un progetto di vita. Accanto quindi, alle grandi scelte, ai grandi passi che ogni essere umano compie durante tutto il suo viaggio su questa terra, ci sono i piccoli momenti, le piccole decisioni, la quotidianità, non certo meno importante per il benessere dell’io, né per l’autostima di un soggetto, che normalmente si crea, si accresce o purtroppo diminuisce un poco per volta ogni giorno, portando poi danni superiori a quelli che non si poteva immaginare da un solo granello di sabbia potessero dipendere.