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Pubblicazioni e Saggi
Paolo D'Arpini
Si dice che lo Stato laico sia l’unico ente “super partes” che consenta libertà di pensiero a tutti i cittadini. Nella Costituzione italiana tale libertà è garantita in diversi punti, questo perché la nostra costituzione è nata in un momento particolare della nostra storia patria, subito dopo la caduta del fascismo che aveva fatto del “concordato con la chiesa cattolica” una pietra miliare utile alla sua egemonia politica interna. Dopo la liberazione dal fascismo, per alcuni anni, si sperò che la divisione tra i poteri laici dello stato ed i dettami religiosi della chiesa avessero trovato un equilibrio, garantendo una libertà espressiva. Purtroppo non è stato così, a cominciare dai patti stilati da Bettino Craxi con il vaticano nel 1984 (Vedi: https://it.wikipedia.org/wiki/Accordo_di_Villa_Madama) che andavano a sancire una sorta di rivincita religiosa nei confronti dello stato laico. Ma a questo punto cerchiamo di capire il significato che viene dato al termine “laico”. Controllando sul vocabolario l’origine etimologica della parola viene fuori: “Laico”, dal latino “laicus” di derivazione dal greco “laikos” significa “del popolo, profano, estraneo al contesto strutturale sociale e religioso”, opposto a “clerikos” (dal greco) “del clero”! Al contrario nella terminologia religiosa cattolica questa parola assume tutt’altro significato, il termine “laico” è sostanzialmente travisato venendo a significare “persona appartenente alla religione ma non ordinata nel vincolo sacerdotale”. Questa differenza di vedute ha portato ad una contrapposizione tra la “cultura laicista” e quella “clericale”. Ma ciò non è benefico dal punto di vista della libertà di pensiero che andrebbe estrinsecata non nella funzione contrappositiva bensì in quella della ricerca spontanea. Mi spiego meglio. Perché darla vinta a chi storpia il significato invece di correggere le devianze (opera di strumentalizzazione)? Occorre restituire valore-verità alla parola “laico”, simbolo di autonomia da ogni sovrastrutturazione ideologica, compresa quella del “laicismo”. Non prestandosi al gioco delle ideologie politiche e religiose, la laicità si affranca da ogni tendenza alla diatriba, ritornando ad essere un’espressione priva di connotazioni (come specificato nel significato originario…”del popolo, estranea ad ogni costrutto sociale e religioso…”), insomma libera! Che altrimenti la battaglia per il mantenimento della laicità nello stato si presta ad interpretazioni deviate e di parte. Fino a qualche anno fa la battaglia “laicista” in Italia si combatteva più che altro contro la chiesa, ed essenzialmente contro l’esibizione del crocifisso nei luoghi pubblici. Poi pian piano all’antagonismo contro la prevalenza del cristianesimo si sono aggiunte torme di “fedeli” di altre religioni, compresi i credenti nell’ateismo. Ogni fede concorrente vuole occupare un pezzetto dello stato ed ottenere maggiore influenza. Lo spirito laico deve oggi difendersi non solo dai cristiani ma da una grande ammucchiata oppositiva: ebrei, musulmani, protestanti di varie sette e congregazioni, buddisti, bahai, new age, etc. Ognuna di queste fedi con le proprie richieste ed intromissioni. Ed ora i veri laici sono costretti a barcamenarsi e a difendersi non solo dalle arroganti pretese del cattolicesimo, che afferma la sua posizione di “religione di stato”, ma debbono osservare sgomenti l’avanzata di nuovi “compromessi storici”, mentre lo Stato deve cedere il passo al nuovo corso dettato dai mullah, dai rabbini, etc. Per un rispetto delle pari opportunità e della libertà di espressione di tutte le espressioni religiose presenti oggi in Italia lo Stato tende ad accettare sempre più le richieste contrastanti di altre religioni che bussano alle porte dello Stato, favorendo la costruzione di nuovi luoghi di culto e l’approvazione di simboli e regolamenti religiosi contrastanti persino con le leggi vigenti, vedi ad esempio la macellazione per sgozzamento senza stordimento, halal musulmana e kosher ebraica, o la legge della sharia o i dettami talmudici, etc. Tale avanzata, su più livelli di diverse nuove e vecchie religioni, porta ad un ulteriore indebolimento dello Stato laico. Natura è Spirito. Contro l’abuso delle religioni. Mi scriveva l’amico Nico Valerio: “Contro gli abusi lessicali suggeriti dalla Chiesa (pensiamo p.es. all’inesistente distinzione semantica-politica tra Stato “laico” o scuola “laica”, e “laicista”, nel senso di seguace di quella stessa idea; mentre i preti danno a intendere che il secondo termine sia un rafforzativo o peggiorativo del primo…) con i vertici vaticani in testa e qualche politologo finto-laicista a fargli da contorno, per cui i “laici” sarebbero loro, cioè preti e clericali nientemeno…” In ultima analisi, sostanzialmente, la laicità, intesa nel senso originario, non dovrebbe assolutamente essere confusa con una religione o “non religiosità” ma come espressione di una spontanea “spiritualità naturale”, o filosofia della Natura. Com’è noto agli antropologi e storici le forme antiche di spiritualità sono tutte naturalistiche. Nei dizionari migliori il termine “Naturismo” ha anche questo antico significato. Tra le differenze d’impostazione che contraddistinguono le filosofie naturalistiche e le religioni di matrice giudaico-cristiana-musulmana, va considerata l’aderenza alla vita e la non differenziazione tra spirito e materia, che prevale nelle forme pensiero libere da dogmi teisti, mentre nelle fedi del “libro” prevale la condanna della naturalità e la separazione tra spirito e materia. La causa di questo scollamento dal quotidiano nella nostra cultura occidentale è una conseguenza della accettazione dei dettami biblici (e sue elucubrazioni in termini giudaici, cristiani e maomettani) che ha provocato la progressiva corruzione e cancellazione della originaria visione naturalistica. Tra l’altro la parola “religione” sta a significare “riunire ciò che è diviso” mentre nella natura non c’è mai stata alcuna divisione. Il tutto è sempre presente nel tutto: Natura naturans e Natura Naturata. Questa è anche una vera espressione di laicità, una laicità pura,spontanea, non macchiata da una rivalsa o dal confronto con il pensiero religioso e teologico. Laicità come emblema di libertà. Il significato stesso di “laicità” impedisce l’assunzione di un modello, di un pensiero definito e specifico. Ciò vale anche per la cosiddetta Spiritualità Naturale o Laica, che è sincretica nell’accettazione delle varie forme di pensiero ma non riveste i panni di alcune d’esse, si tiene in sospensione, in una condizione di trascendenza. Ovviamente la laicità per essere genuina deve essere distaccata persino dal concetto stesso di “laicità” ovvero non deve considerare questo atteggiamento di distacco come un prerequisito di verità. Ciò è comprensibile se osserviamo i vari aspetti della ricerca di sé nel dominio dell’esperienza diretta e quindi dell’indescrivibilità del suo processo conoscitivo. In un certo senso la “laicità” è una forma di osservazione che denota assoluta libertà, una libertà che non può essere mai limitata ad una descrizione, ad una aderenza… Paolo D’Arpini – Comitato per la spiritualità laica
Pubblicazioni e Saggi
Paolo D'Arpini
Il saggio Ramana Maharshi a chi gli chiedeva quale fosse il modo più semplice per “raggiungere” la consapevolezza di Sé (nel senso dell’autorealizzazione) consigliava l’autoindagine, attraverso l’interrogarsi “chi sono io”. E se qualcuno insisteva per avere delle norme esteriori di comportamento allora consigliava di assumere solo cibo “satvico” e in quantità moderata. Il cibo “satvico” è in effetti la cosiddetta dieta vegetariana, quella più vicina all’alimentazione naturale dell’uomo. L’uomo è nato frugivoro, la sua conformazione anatomica è simile a quella degli altri frugivori: suini, scimmie antropomorfe, etc. Questi animali, come dovrebbe essere per l’uomo, si nutrono essenzialmente di semi, proteine vegetali, verdure, frutta, tuberi, latte materno, integrando il tutto – di tanto in tanto – con qualche altro prodotto di origine animale, come ad esempio il latte di altri mammiferi, piccole quantità di miele, uova e simili. Eccezionalmente e per scopi integrativi essi fanno anche uso di moderate quantità di pesce o carne. Ovviamente, nella dieta “satvica”, consigliata ai ricercatori spirituali, la carne non è compresa, poiché il cadavere, essendo un composto organico in putrefazione, è considerato un alimento “tamasico” (oscurante) per la mente. Tra l’altro gli animali sono considerati a tutti gli effetti muniti di “anima” e quindi visti come esseri spirituali simili all’uomo. Cibarsene è considerata perciò una forma di “cannibalismo”. La filosofia dei Veda – scrive Steven Rosen nel suo illuminante libro Il vegetarianesimo e le religioni del mondo – riconosce appieno agli animali la capacità di raggiungere stati di spiritualità elevata. Si tratta di una tradizione religiosa che non promuove soltanto il vegetarismo, ma anche l’uguaglianza spirituale di tutti gli esseri viventi. Il vegetarismo in effetti non è altro che la conferma di questa consapevolezza: tutti gli esseri viventi sono spiritualmente uguali. Tra l’altro, nell’induismo vengono indicate anche altre ragioni per cui è necessario astenersi dall’ingerire cadaveri perché nell’atto di cibarsi dell’altrui carne si crea un legame karmico con la violenza e la morte. Malgrado vi siano indicazioni di sacrifici cruenti da compiere una o due volte all’anno persino il Corano esalta la compassione e la misericordia di Allah — chiamato al-Raham, ovvero “l’infinitamente misericordioso” — nei confronti di tutti gli esseri da lui creati, senza eccezioni. Lo stesso profeta Maometto, che presumibilmente era vegetariano e amava gli animali, disse: «Chi è buono verso le creature di Dio è buono verso se stesso». Per quanto riguarda l’Ebraismo, nella Genesi l’alimentazione prescritta all’uomo è chiaramente vegetariana: «Ecco vi do ogni vegetale che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto che produce seme: saranno il vostro cibo» (1, 29). E ancora nella Genesi si legge: «Non dovreste mangiare la carne, con la sua vita, che è il sangue». E infatti, secondo le leggende bibliche, il popolo d’Israele si mantenne vegetariano per dieci generazioni, da Adamo a Noè. Solo dopo che il diluvio universale ebbe distrutto tutta la vegetazione, si narra che Dio diede al “suo” popolo il permesso temporaneo di mangiare carne. Poi, per ristabilire l’alimentazione vegetariana, quando gli israeliti lasciarono l’Egitto, Dio fece cadere la manna, un alimento vegetale adatto a nutrirli durante il loro duro viaggio. Ma, poiché gli israeliti continuavano a chiedere con insistenza la carne, Dio gliela concesse, insieme però a una peste fatale che colpì tutti coloro che ne mangiarono. Per quanto riguarda il Nuovo Testamento, e quindi il Cristianesimo, l’insegnamento di Gesù (nato di origine essena, una setta che praticava il vegetarismo) è stato a tal punto censurato nelle numerose traduzioni e revisioni dei Vangeli che sono quasi sparite le tracce della sua compassione e del suo completo amore per tutte le creature viventi, che si esprimevano anche nel non mangiare carne di alcun tipo, in armonia con la tradizione degli Esseni. In un “Vangelo secondo Giovanni” tramandato dagli Esseni e dalle Chiese cristiane d’Oriente ma rifiutato dalla Chiesa cattolica, si insegna l’assoluta nonviolenza nei confronti degli animali ed è vietato esplicitamente di mangiare carne: «Mangiate tutto ciò che si trova sulla tavola di Dio: i frutti degli alberi, i grani e le erbe dei campi, il latte degli animali ed il miele delle api. Ogni altro alimento è opera di Satana e conduce ai peccati, alle malattie e alla morte». I primi cristiani erano vegetariani. E lo furono anche i veri Padri della Chiesa, come san Giovanni Crisostomo, San Girolamo, Tertulliano, San Benedetto, Clemente, Eusebio, Plinio e molti altri. Ma quando il Cristianesimo volle diventare la religione di Stato dell’Impero Romano, durante il concilio di Nicea vennero radicalmente alterati i documenti originali. I “correttori” nominati dalle autorità ecclesiastiche eliminarono dai vangeli qualsiasi riferimento al non mangiare carne: tradussero con il termine «carne», per ben diciannove volte, il termine greco originale «cibo” e scelsero la versione «dei pani e dei pesci” a quella, contemporanea a Cristo, del miracolo della «moltiplicazione dei pani e della frutta”. Ciononostante anche in seguito alcuni santi cristiani sono stati vegetariani. Basti pensare al più famoso di tutti, san Francesco, il quale, nel suo amore per tutte le creature viventi, si nutriva esclusivamente di pane, formaggio, verdure e acqua di fonte. La compassione che sta alla base di ogni “fede” va ricercata interiormente, e mangiare carne, diceva Lev Tolstoi, «è immorale perché presuppone un’azione contraria al sentimento morale, quella di uccidere. Uccidendo, l’uomo cancella in se stesso le più alte capacità spirituali, l’amore e la compassione per le altre creature». Quindi, a che serve giustificare o preferire una religione all’altra? Sono le persone che fanno la differenza! Sono tutti quegli uomini e quelle donne “compassionevoli” che non si limitano a riti esteriori ma che nutrono compassione per se stessi e per tutte le altre creature. Insomma, ricapitolando, l’Induismo, l’Ebraismo, l’Islamismo e il Cristianesimo contengono di fondo lo stesso messaggio di compassione e nonviolenza, ricordo anche le parole del Buddha nel Dhammapada: «In futuro, alcuni sciocchi sosterranno che io ho dato il permesso di mangiare carne,e che io stesso ne ho mangiata, ma io non ho permesso a nessuno di mangiare carne, non lo permetterò ora, non lo permetterò in alcuna forma, in alcun modo e in alcun luogo». Paolo D’Arpini - Comitato per la Spiritualità Laica
Pubblicazioni e Saggi
Fabrice Croci
Hai mai visto un alone luminoso intorno alle persone? Una strana luce che forse non è un’illusione… Ti è mai capitato di osservare qualcuno con alle spalle una parete bianca, o immerso nella luce di una giornata limpida… e vedere, per un istante, un alone luminoso attorno al suo corpo? Non stiamo parlando di misticismo spinto, ma di un’esperienza visiva reale, concreta, che molte persone riferiscono senza sapere come spiegarla. Un contorno sfumato, una nebbiolina luminosa, un sottile bagliore che sembra vibrare… quasi una presenza visibile oltre la carne. Questo fenomeno – noto da secoli in ambito spirituale come visione dell’aura – oggi viene indagato anche dalla scienza. La fisiologia visiva parla di persistenza retinica, visione periferica, effetto Purkinje… tutte spiegazioni valide, che aiutano a capire perché il nostro occhio, in certe condizioni, crea illusioni luminose attorno ai contorni. Ma poi ci sono i biofotoni: micro-emissioni luminose reali, misurate in laboratorio, che il nostro corpo emette. Non sono visibili a occhio nudo – dicono – ma esistono. E se il problema non fosse nella realtà… ma nella nostra capacità di vederla? Molti ricercatori spirituali e praticanti sostengono che la vista, come gli altri sensi, sia naturalmente predisposta a percepire i piani sottili. Il problema non è negli occhi, ma nel modo in cui la mente filtra e limita l’esperienza sensoriale. Secondo diverse testimonianze dirette, vedere l’aura – o, più precisamente, percepire l’alone luminoso intorno alle persone – è possibile, ma non si ottiene con lo sforzo. Serve piuttosto una presenza rilassata, uno stato in cui la mente non forza, ma si apre. La visione sottile avviene spesso quando non la stai cercando, ma sei semplicemente ricettivo, centrato, e in uno stato di equilibrio energetico. È un tipo di percezione che si nutre di intenzione leggera, di energia spirituale viva, e si spegne con la tensione o l’ansia del risultato. Le persone più avanzate nel cammino interiore sembrano viverla con naturalezza, ma chiunque può coltivare questa capacità. Ci sono tecniche, esercizi e pratiche specifiche per allenare la vista sottile, proprio come si allena un muscolo dimenticato. Quindi… Se anche a te è capitato di vedere quel bagliore, se hai notato qualcosa che non riesci a spiegare con le parole, forse non stai immaginando. Forse è il tuo sguardo che si sta aprendo a qualcosa di più ampio. Vuoi approfondire l’argomento e capire come distinguere tra effetto ottico e vera percezione dell’aura? Leggi l’articolo completo sul blog: Alone luminoso intorno alle persone – Effetto visivo o realtà sottile? https://www.laperlablu.com/alone-luminoso-intorno-alle-persone-visione-reale-o-illusione-visiva

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Docente di cristalloterapia eterica presso il Centro Studi Pranici fonde la spiritualità con la tecnologia intelligente per rendere l’uomo…
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L'Ayurveda Moderna: L'Antica Saggezza Indiana…

Spiritual News
L'Ayurveda, l'antica medicina tradizionale indiana, sta vivendo una rinascita straordinaria nel panorama del benessere moderno, adattandosi perfettamente alle esigenze dell'estate contemporanea. Questo sistema olistico, che ha radici millenarie, offre oggi soluzioni innovative per affrontare i disturbi legati alla stagione calda, combinando la saggezza ancestrale con le moderne necessità di vita urbana. La crescente popolarità dell'Ayurveda nel 2025 è testimoniata dall'incremento significativo delle ricerche online per "rimedi naturali ayurvedici" e "wellness ayurvedico", particolarmente tra i professionisti urbani che cercano alternative naturali per gestire lo stress e mantenere l'equilibrio durante i mesi estivi. Questo rinnovato interesse si concentra particolarmente sulla gestione del dosha Pitta, che secondo la tradizione ayurvedica tende ad aumentare durante l'estate, influenzando il metabolismo e la digestione. Gli esperti ayurvedici stanno promuovendo pratiche di raffreddamento specifiche per l'estate, che includono l'uso di erbe come la menta, il coriandolo e l'aloe vera, non solo per via topica ma integrate in routine quotidiane che coinvolgono alimentazione, respirazione e meditazione. Questi rimedi naturali vengono applicati non solo per alleviare i sintomi del calore eccessivo, ma per prevenire squilibri energetici che potrebbero manifestarsi con irritabilità, problemi digestivi o disturbi del sonno. Particolarmente innovativo è l'approccio stagionale dell'Ayurveda, che suggerisce di adattare completamente il proprio stile di vita al periodo dell'anno. Per l'estate 2025, questo si traduce in routine mattutine che privilegiano pratiche rinfrescanti, l'uso di oli essenziali balsamici e la creazione di spazi freschi e armonizzati nella propria casa. L'idratazione diventa un rituale che va oltre il semplice bere acqua, includendo tisane specifiche, acqua aromatizzata con erbe fresche e pratiche di respirazione che favoriscono il raffreddamento interno. L'integrazione dell'Ayurveda nel wellness moderno sta inoltre portando a una maggiore consapevolezza dell'importanza dell'equilibrio tra mente, corpo e spirito. Durante l'estate, questo si manifesta attraverso pratiche che combinano l'uso di rimedi naturali con tecniche di meditazione e yoga specificamente adattate alla stagione calda. Il risultato è un approccio completo al benessere che non solo allevia i disagi fisici dell'estate, ma promuove una crescita spirituale e un benessere duraturo. I praticanti ayurvedici contemporanei stanno sviluppando protocolli personalizzati basati sulla costituzione individuale (prakriti) e sui disequilibri attuali (vikriti), creando programmi di benessere estivo che affrontano le esigenze specifiche di ogni persona. Questi programmi spesso includono raccomandazioni dietetiche con alimenti rinfrescanti come cetrioli, cocco e verdure a foglia verde, combinati con aggiustamenti dello stile di vita come massaggi con oli rinfrescanti e tecniche di respirazione specifiche come il Sheetali pranayama. L'applicazione moderna dell'Ayurveda abbraccia anche l'innovazione tecnologica, con app e piattaforme digitali che aiutano le persone a identificare il proprio dosha e ricevere raccomandazioni personalizzate per il benessere estivo. Tuttavia, questa integrazione tecnologica non perde mai di vista il principio fondamentale dell'Ayurveda: il riconoscimento che ogni individuo è unico e richiede un approccio su misura per raggiungere la salute ottimale. Inoltre, l'approccio ayurvedico al benessere estivo si estende oltre la pratica individuale per includere considerazioni ambientali. I praticanti moderni enfatizzano l'importanza di creare ambienti rinfrescanti utilizzando materiali naturali, colori specifici che promuovono la tranquillità e l'uso strategico di piante ed elementi d'acqua per bilanciare l'energia del fuoco dell'estate. La rinascita dell'Ayurveda nel 2025 rappresenta una sintesi perfetta tra saggezza antica e necessità contemporanee, offrendo agli abitanti urbani strumenti efficaci per navigare le sfide dell'estate moderna mantenendo equilibrio fisico, mentale e spirituale. Questo approccio olistico non solo affronta i disagi immediati dell'estate, ma fornisce un framework per il benessere a lungo termine che onora sia le esigenze individuali che i ritmi naturali.
Voci, Pensieri e Poesie

Spiritualità ai tempi di TikTok: risveglio…

Croci Fabrice
✨ Spiritualità ai tempi di TikTok: risveglio autentico o illusione digitale? ?? Negli ultimi anni, TikTok e Instagram sono diventati il nuovo palcoscenico della spiritualità moderna. Tra letture intuitive, carte oracolari, astrologia, mantra e chakra, milioni di persone — soprattutto giovani — si avvicinano ogni giorno a contenuti che parlano di energia, consapevolezza e risveglio. Ma cosa stiamo vivendo davvero? È un risveglio collettivo? O una nuova forma di intrattenimento spirituale, guidata più dagli algoritmi che dall’anima? In questo tempo veloce, la sete di verità si intreccia con il bisogno di appartenere. E spesso, ciò che viene presentato come luce interiore è solo uno specchio che riflette le aspettative del pubblico. In un articolo riflessivo e attuale pubblicato sul mio blog, esploro questo fenomeno con uno sguardo lucido e spirituale: le nuove dinamiche della spiritualità social il bisogno umano di credere, anche senza fondamento la differenza tra un vero cammino interiore e una performance digitale come riconoscere i segnali di un autentico risveglio Leggi l’articolo completo sul blog: “Il boom spirituale su TikTok e Instagram: moda passeggera o vero risveglio spirituale?” ➡️ Vai all’articolo completo https://www.laperlablu.com/il-boom-spirituale-su-tiktok-e-instagram-moda-passeggera-o-vero-risveglio-spirituale


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