Il Sigillo Una Testimonianza - Parte 2
Secondo Capitolo Cercai di analizzare con grande serietà ogni possibile causa, di mettere a fuoco il luogo e l'ambiente in cui la fotografia era stata scattata, ma in quelle ombre continuavo a vedere qualche cosa che non osavo rivelare neanche a me stesso. Focalizzai ancora, quell'immagine, dalle sfumature bianche e rosa, cercando di essere realista ed analizzai ogni possibile coincidenza. L'abbigliamento del Padre non era talare, quindi non stava celebrando la S. Messa, non si trovava all'interno della Chiesa né del Convento, pertanto non si trattava di un'immagine riflessa, ma di una foto scattata durante il Suo percorso tra la folla, che salutandoLo, veniva benedetta, infatti, le Sue mani erano protese verso i fedeli in atto benedicente. Voltai la pagina, e vidi che all'altezza della foto vi erano altre immagini che nulla avevano in comune con ciò che per me era visibile sulla fronte del Padre. Cominciavo di nuovo a turbarmi, volevo a tutti i costi evidenziare quell'immagine, misi un foglio bianco insieme con un foglio di carta carbone sotto la foto e cominciai ad evidenziarne i contorni. Mentre compivo quest'operazione molte erano le sensazioni che provavo, la matita scorreva velocemente sul foglio tratteggiando con cura i chiaroscuri dalle sfumature rosee che tanto avevano colpito la mia attenzione. Provavo la stessa trepidazione di coloro che giocando al 'gratta e vinci' sperano di vincere, ma nel raschiare il quadratino dorato preferiscono non illudersi eccessivamente, per non rimanerne in seguito delusi. Difatti, in quel momento desideravo vincere, ma non volevo illudermi. Quale poteva essere la vincita, se non lo scoprire che, ciò che avevo creduto di vedere sulla fronte del Padre, illuminato dai raggi del sole fosse reale e non frutto della mia immaginazione. Pur nella consapevolezza che in queste ultime ore i miei pensieri erano completamente assorbiti da Padre Pio tentavo di appellarmi alla mia obiettività, riflettendo che se da quest'operazione fosse apparso uno 'scarabocchio' pazienza, non m'interessava poi tanto, perché comunque il Padre era entrato nella mia vita, aveva preso il mio cuore e la mia mente e mi ripromisi che avrei continuato a leggere di Lui, avrei potuto approfondire gli scritti che Lo riguardavano, migliorare le mie conoscenze ed avrei ampliato le nozioni dei misteri e dei miracoli che fanno di Lui un Mistico conosciuto ed amato in tutto il mondo. Giunto il momento fatidico, estrassi dalle pagine della rivista il foglio che avevo precedentemente inserito, lo fissai stordito osservando ciò che si era formato su esso e, fu tale il mio stupore che rimasi per un attimo perplesso e ben presto l'emozione mi prese completamente. Avanti ai miei occhi si era formato un volto, per essere più preciso, la forma di un volto. Avevo messo in rilievo una raffigurazione molto particolare, sembrava un'immagine e dopo averla fissata a lungo ebbi la netta sensazione che avrebbe avuto un ruolo importante nella mia vita. Passato lo stupore del primo momento, cercai di calmarmi, riprendendo il possesso della mia mente senza lasciarmi attirare dai pregiudizi, ripetei più volte l'operazione ed i risultati che ne derivarono furono del tutto simili all'originale. Un interrogativo in quei momenti s'insinuava nella mia mente, il timore che fossi solo io a vedere quell'immagine e quindi l'impossibilità di mostrare ad altri ciò che io ritenevo una rivelazione molto importante, non immaginavo, allora quali ostacoli e quante difficoltà avrei incontrato nel mio cammino, per raggiungere il mio obbiettivo. Per ottenere una migliore visibilità dell'immagine, pensai di evidenziare con chiaroscuri i lineamenti che apparivano sfumati e pian piano ai miei occhi, si materializzava un volto che a me appariva sempre più chiaro e soprattutto sempre più caro. Attesi ancora qualche minuto, non riuscivo a trattenermi dal desiderio di parlarne e decisi così di tornare immediatamente a casa. Chi meglio della propria famiglia può sostenerci nel superare momenti di incertezza, chi meglio dei propri cari può collaborare a risolvere i piccoli, grandi problemi, le piccole, grandi incertezze, che purtroppo condizionano momenti importanti nel corso dell' esistenza di ognuno di noi. Certo di questa mia considerazione, che dava nuovo impulso alle mie speranze, decisi di tornare subito a casa. Da buon maschilista, cercai immediatamente mio figlio Flavio, allora sedicenne. Tenevo molto al suo parere, perché lo consideravo e lo considero un ragazzo maturo, serio e soprattutto sincero ed ero certo che non avrebbe mai acconsentito di accettare le mie teorie per farmi piacere o per mettermi a tacere. Lo vidi nella sua stanza e mi affrettai a raggiungerlo. Non era facile introdurre l'argomento, decisi di proporglielo con chiarezza, evitando di mostrare l'agitazione e l'emozione che provavo. Spiegai con calma tutto ciò che era accaduto, riproponendo le varie fasi della mie azioni, al termine del mio racconto gli mostrai la fotografia di Padre Pio ed il volto che da una piccola zona della Sua fronte si era rivelato. Dopo avermi ascoltato con interesse e dopo aver osservato attentamente quell'immagine che io avevo tracciato a matita, si rivolse a me con espressione molto perplessa e mi manifestò evidenti dubbi in proposito. Non poteva confermare ciò che io avevo visto, non era in grado di dire se quello fosse stato realmente un volto. Esso poteva rammentare, seppur con un largo margine di dubbio, il volto dell'Uomo della Sindone. Lo incalzai con altre domande, con impegno tentai di indicargli i contorni evidenziandone le parti interne. Flavio mi ascoltava con attenzione ma nonostante la buona volontà, non riuscivamo a raggiungere un comune parere. Mio figlio, in conclusione del nostro colloquio, vedeva in quell'immagine, una vaga somiglianza del volto che mi era apparso con quello raffigurante la Sindone. Eravamo a parlarne, quando Flavio, forte della sua notevole abilità nell'operare col computer, mi propose di passare la fotografia della rivista sotto lo scanner del suo computer ed io accettai molto volentieri, anche se non sapevo esattamente in cosa consistesse questo procedimento. Si mise subito all'opera ed io mi allontanai pensando ci volesse molto tempo, quando mi sentii chiamare poco dopo e con grande stupore, m'indicò il risultato derivato dal test, un volto somigliantissimo alla Sacra Sindone. Adesso sì, anche Flavio era agitato e nel suo atteggiamento ritrovavo tutte le emozioni che poco prima avevo provato, infatti mi disse 'Sai papà ho provato una grande emozione nel vederlo, mi si sono rizzati i capelli, mi si è accapponata la pelle'. Immediatamente con l'aiuto e l'attenta guida di mio figlio, imparai ad usare il computer per poter agire liberamente, nell'effettuare ulteriori controlli e ricerche. Non nascondo l'emozione che provai, quando per la prima volta vidi ingrandita l'immagine di Padre Pio al video. Quanto esitai, quando dovendo entrare nel computer, dovetti operare sulla fronte del Padre, per rintracciare l'immagine che mi era apparsa, per ingrandirla, per evidenziarne i chiaro scuri. Mi sembrava di violarne il segreto, perché da essa venivano messi in evidenza con maggiore chiarezza i particolari, i contorni, le angolazioni. Passai molto tempo in questa ricerca e quando fui convinto che il risultato ottenuto fosse il migliore, per una visibilità complessivamente buona, decisi di parlarne a mia moglie ed a mia figlia, che pur aderendo completamente alle mie teorie, mi consigliarono la massima cautela nell'eventualità che io volessi mostrarla ad altri per il riscontro di nuove conferme. Era difficile condividere la loro osservazione, perché giorno dopo giorno cresceva in me la consapevolezza che si potesse realmente trattare di un Segno impresso sulla fronte di Padre Pio. Provai a chiedere al fotografo che conoscevo se fosse possibile effettuare degli ingrandimenti sulla foto della rivista, per modificarne le tonalità, approfondire la visura dell'immagine pur senza possederne il negativo. Mi fu risposto che non era possibile. A quel punto non mi rimaneva che fotocopiare l'originale della foto apparsa sulla rivista. Mi resi conto che da quel momento in poi avrei dovuto agire in ambienti a me sconosciuti. Sapevo che non sarebbe stato facile, ma di certo non immaginavo che questo rappresentasse il primo di tanti, tanti ostacoli, che avrei dovuto superare negli anni a venire per incoraggiare la mia tesi.(Continua)