Il Sigillo Una Testimonianza - Parte 11
In quella trasmissione, parlarono dell'esistenza di un recapito telefonico della Caritas Diocesana, a cui rispondeva il Centro Antiusura. La signora Esposito che ricordava di aver annotato quel numero di telefono e dopo averlo cercato a lungo lo trovò per darlo a mia moglie, ipotizzando che probabilmente comunicando con loro avremmo potuto avere un consiglio od un aiuto. Nel vederla così entusiasta per quest'ultima notizia, chiamai subito e presi un appuntamento, con la persona incaricata, per il mercoledì successivo. Ecco di nuovo si apriva uno spiraglio, una speranza e non potevo fare a meno di collegare la preghiera rivolta alla Madonna con la telefonata avvenuta immediatamente dopo. Potevo considerare quest'episodio una coincidenza, un caso o una diretta conseguenza delle preghiere che mia moglie aveva rivolto alla Madonna. Quest'avvenimento mi ricordava il brano di una lettera di San Paolo ai Filippesi, (4,4-7) letto sulla Sacra Bibbia, '..........Siate lieti sempre nel Signore; lo ripeto, siate lieti. Il vostro spirito di modestia sia noto a tutti gli uomini; il Signore è vicino. 'Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa siano manifestate le vostre domande a Dio, con preghiere e suppliche, accompagnate da rendimento di grazie. E la pace di Dio che sorpassa ogni intendimento, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.........' Il giorno stabilito mi recai negli uffici della Caritas, presso il Vicariato esposi i miei problemi e gli incaricati mi fecero alcune domande mirate a conoscere sia la miasituazione personale che la mia situazione patrimoniale. Dopo circa venti minuti di colloquio mi chiesero quale fosse l'intervento che mi aspettavo, non essendo io per fortuna usurato. Non sapevo cosa rispondere, chiedevo solo se possibile, un aiuto. Avevo ormai perso ogni speranza, quando prima di uscire mi consegnarono l'elenco di alcuni documenti che avrei dovuto consegnare la volta successiva. Tutto questo, contribuiva a rinnovare parte delle mie speranze, attenuando la mia inquietudine e l'ansia di mia moglie. Puntualmente la settimana seguente, nel giorno stabilito mi recai presso gli uffici della Caritas e recapitai la documentazione richiesta. A questo punto, non mi rimaneva che attendere lo svolgimento degli eventi e sperare che questa situazione si risolvesse nel migliore dei modi. Mi auguravo che si potesse trovare una soluzione anche per questa questione, ma più andavo avanti e più mi rendevo conto che l'unico comune denominatore della mia vita era racchiuso in un'unica parola, 'attendere' e se questo poteva concedermi qualche speranza per il futuro, avvertivo contemporaneamente, una sensazione d'impotenza, di rabbia, di dipendenza, che insinuava nella mia mente numerosi interrogativi. In quei giorni, mi chiamò Ruggero per avvertirmi che il quadro era pronto. La mia emozione nel recarmi a ritirarlo era travolgente, la mia gioia era intensa. Non esistono parole per descrivere la somma di sentimenti che provai nell'attimo in cui per la prima volta lo vidi. Potevo paragonare quella profonda emozione a quella che si vive in occasione della nascita di un bambino, nel momento in cui lo guardi per la prima volta. Da due anni desideravo che il 'Sigillo', prendesse forma. Osservavo con attenzione il Volto rappresentato sulla tela, paragonandolo con l'immagine rappresentata sulla fotocopia, mi sembrava di guardare una foto a colori e la sua negativa. Gli stessi particolari, i chiaroscuri, i capelli e le ferite sulla fronte di Gesù si riproponevano in entrambe le figure. Ruggero aveva visto con l'occhio attento dell'artista ciò che io avevo visto con gli occhi della Fede. Ruggero aveva disegnato sotto il volto del 'Sigillo', l'immagine di Padre Pio e potevo ben dire che nella realizzazione di quella tela era raffigurato il mistero in tutta la sua interezza, con tutti i suoi interrogativi.Quel pomeriggio mi aspettava un'altra gradita sorpresa, perchè nel momento in cui chiesi il pagamento del dovuto, Ruggero mi rispose di aver prestato la sua opera di pittore in omaggio a Padre Pio, avrei, pertanto dovuto contribuire al pagamento delle sole spese (la tela ed i colori). Rimasi perplesso, questa sua decisione mi colpì molto e nel ringraziarlo gli augurai che Padre Pio lo proteggesse in occasione del suo prossimo esordio nell'attività artistica. Portai con gioia il quadro a casa ed i miei ammirarono compiaciuti la bellezza dell'opera e la sua straordinaria somiglianza con il 'Sigillo'. Prima di decidere la sua ubicazione, scrissi sul retro del la tela, lo stesso brano che composi per ricordare la stimmatizzazione di Padre Pio. Il giorno seguente il mio primo pensiero fu quello di mostrarlo a Padre Anselmo, per farlo benedire. Nelle prime ore del pomeriggio mi presentai nel suo studio ed egli nel guardarlo, espresse vivo compiacimento per l'opera di Ruggero. Parlando con lui ebbi la sensazione che avrebbe gradito avere un'opera simile da esporre nel suo ufficio. Non dissi nulla, ma nel salutarlo, mi riproposi di fargli quanto prima una sorpresa, che ero certo avrebbe gradito. A questo punto la situazione appariva più precisa e dovevo continuare ad impegnarmi con un'impostazione seria. Dovevo seguire e cercare di far emergere gli eventi che si fossero presentati, avvertire il momento in cui agire senza venir meno alla promessa che avevo fatto a Padre Pio.Poiché, ovviamente, non potevo portare sempre il quadro con me, predisposi il mio lavoro, affinché si potesse avere un'immediata e migliore visibilità al momento della mia presentazione. Iniziai col fotografare il quadro, separando le due immagini, quella del 'Sigillo' da quella di Padre Pio, in seguito feci plastificare le due raffigurazioni che rappresentavano il 'Sigillo' (quella ottenuta dal computer, affiancata da quella a colori del quadro).Ne feci fare alcune copie e benché avessi ottenuto un ottimo risultato da questa mia serie di operazioni non ritenevo fosse ancora giunto il momento di proporre la mia storia. Avevo deciso di esporre il quadro nella mia camera da letto e questo mi dava serenità quando ero in casa, decisi in seguito di portare con me, nella mia agenda, le due foto plastificate, ovunque andassi.Regalai una copia del 'Sigillo', anche alla signora Gilda, una signora che avevo conosciuto alcuni mesi prima e che mi aveva particolarmente colpito per la tremenda esperienza che stava vivendo. La figlia, purtroppo è gravemente malata di una malattia che raramente perdona, la leucemia. Speravo che questo piccolo pensiero l'aiutasse ad affrontare i momenti più difficili, in cui la speranza ci abbandona per lasciare il posto all'angoscia ed alla disperazione. Solo successivamente la signora Gilda mi disse che la figliola teneva la copia che le avevo regalato, sotto il cuscino ed ogni sera prima di dormire volgeva le proprie preghiere all'immagine del 'Sigillo'. Anch'io avevo bisogno di un aiuto, di una speranza, perchè in quel momento ero di nuovo senza lavoro con l'automezzo guasto ed avevo dovuto lasciare il nuovo laboratorio, perchè troppo lontano da casa e considerando anche la pressante crisi congiunturale, dovevo limitare nuovamente le spese eccessive derivate dal consumo di carburante e dall'usura dell'automezzo. Un nuovo intervento positivo giunse inatteso il giorno in cui un fabbro di Maccarese, Maurizio, avendo deciso di svolgere un'altra attività, mi propose di lavorare nella sua officina con i suoi macchinari, senza pagare alcun affitto. Ero talmente felice che non riuscivo a credere a ciò che mi stava accadendo. Ero molto sorpreso da questa circostanza, perché Maurizio mi conosceva solo superficialmente e questa era una grande manifestazione di fiducia di cui ad oggi, gli sono molto grato. Mi ripromettevo contraccambiare questa sua fiducia e questa sua generosità.(continua)