Il Sigillo Una Testimonianza - Parte 12
Quando si ha Fede, si sente spesso la necessità di misurarsi con la propria coscienza. Sono innumerevoli, le battaglie che nel corso della vita ci vedono costretti a sostenere un intimo conflitto, per operare scelte tra il bene ed il male. Spesso si decide consapevolmente di favorire determinate scelte, che si ritengono utili per noi ma che possono essere in conflitto con la nostra coscienza e tutto ciò crea disagio, perché sono in contraddizione con la dottrina religiosa che si professa. Dio ha lasciato il massimo arbitrio a ciascuno di noi, Egli ci lascia liberi di decidere del nostro operato, ci rende arbitri delle nostre azioni. E' l'uomo, nella sua consapevole libertà, ad operare le proprie scelte tra il bene ed il male. Cominciavo a riflettere a lungo sugli episodi che mi erano accaduti negli ultimi mesi e non potevo fare a meno di notare l'anomalia che li rappresentava. ogni preoccupante avversità, causata da tanti eventi negativi, era in parte neutralizzata da una serie di coincidenze che incidevano positivamente, per poi raggiungere una soluzione atta a limitare i danni causati da tanta negatività. Avevo la sensazione che le forze, il bene ed il male, tra esse contrapposte, si combattessero, per il raggiungimento di un proprio obbiettivo ed io fossi da esse considerato la ragione, ma non il fine. Non ero io a determinare in questi casi le scelte tra il bene ed il male, non ne ero l'arbitro, ma consapevole della mia impotenza, non potevo che affrontare questa circostanza, auspicando il bene e subendo il male, cercando di mantenere inalterata la mia Fede che avrebbe contribuito al raggiungimento del traguardo che mi ero prefissato. Analizzando le conseguenze degli eventi che fino ad oggi si erano presentati, ero indotto a pensare che per raggiungere il mio scopo, probabilmente avrei dovuto affrontare ulteriori difficoltà, se io fossi stato solo non mi sarei preoccupato, ma avendo una famiglia da sostenere tutto sembrava più difficile. I primi giorni di marzo mi recai a Roma con mia moglie per riscuotere da una banca gli interessi maturati su un libretto vecchio di dieci anni che avevo anche dimenticato di possedere. Eravamo molto felici per questa insperata riscossione, ma la nostra gioia fu breve, perchè nel tornare a Fregene, in una strada immersa nei campi, lontana da centri abitati, la macchina si fermò, impossibile farla ripartire, nonostante numerosi tentativi non riuscivo a metterla in moto. Per fortuna nei pressi c'era un istituto di suore che mi permisero di telefonare ad un'officina autorizzata e farmi rimorchiare da un carro attrezzi. Non appena giunto, mi feci accompagnare presso l'officina del meccanico che dopo aver aperto il cofano confermò i miei timori. Si era rotta la catena di distribuzione, un grave danno che mi sarebbe costato cinque milioni. Questa era per me una cifra megagalattica che non potevo di certo affrontare. Avevo deciso di esorcizzare questa serie di eventi negativi, non intendevo preoccuparmi più del dovuto. Non avevo mai sofferto né di vittimismo né di complessi di alcun genere, per cui non desideravo arrendermi ne rassegnarmi a quest'ennesima contrarietà, tutt'altro, stava diventando, la mia, una sfida personale contro il demonio che voleva in tutti i modi ostacolarmi nel raggiungere il mio traguardo. In mancanza del mio automezzo e della macchina di mia moglie, decisi di utilizzare la bicicletta per i miei spostamenti tra la mia casa, il laboratorio e la casa di Maurizio, con cui dovevo spesso recarmi presso gli uffici comunali preposti al rilascio di autorizzazioni. Incontrai inaudite difficoltà quando fui costretto a richiedere dei certificati che mi avrebbero permesso di cominciare a lavorare. Dovevo percorrere questo tragitto spesso quattro volte al giorno sia con la pioggia che con il sole. Questo, considerando il periodo invernale, a volte era un sacrificio che, seppur gravoso offrivo a Padre Pio. Il maggiore rammarico mi veniva dall'impossibilità di potermi recare da Padre Anselmo nella Chiesa di Santa Gemma. Nel frattempo si presentò un'occasione, che se al momento ci aiutava moltissimo a risolvere un problema di pagamento, allo stesso tempo toglieva a mia moglie l'ultima speranza di riavere la propria macchina e con essa la propria autonomia. Un mio fornitore, conoscendo le ottime condizioni dell'automobile, che dal momento dell'acquisto aveva percorso solo pochi chilometri, si offrì di comprarla dandomi il contanti necessario per saldare un mio dovuto, trattenendo il resto per riparare il danno alla macchina. Questa vendita, provocò grandissimo rammarico e tanta amarezza in mia moglie che viveva questa situazione con grande sconforto. Nonostante che nella mia vita si proponessero frequenti modificazioni, non sempre positive non avevo mai abbandonato, neanche per un attimo l'argomento di Padre Pio ed il Suo 'Sigillo'. Gli incartamenti che Lo riguardavano erano tutti contenuti in una grande busta marrone, conservati con cura in attesa di circostanze opportune. Erano anche questi giorni di attesa, giorni vissuti senza alcun particolare cambiamento, senza nessuna rilevante novità. Ero in attesa della risposta della Caritas, che stava portando avanti l'importante mediazione tra me e la Banca, ero in attesa di potermi recare a San Giovanni Rotondo per mantenere fede alla mia promessa, ero in attesa di tempi migliori, ero in attesa di un po' di felicità, ero in attesa di......! Finalmente, con l'aiuto di un amico, riuscii a riparare l'automezzo e fu per me una grande conquista, ero libero di muovermi agevolmente senza condizionamenti. Dopo aver fatto eseguire dal fotografo, la copia del quadro dipinto da Ruggero, che rappresentava il 'Sigillo' sull'immagine di Padre Pio, decisi di recarmi a salutare Padre Anselmo, per fargli gli auguri in occasione delle festività Pasquali. Profittai di quell'occasione per recapitargli due omaggi; l'uno riguardava la riproduzione del quadro dipinto da Ruggero, questo mio gesto voleva dimostrare l'affetto e la gratitudine, che mi legavano al sacerdote e contemporaneamente alla persona amica, l'altro era la copia ingrandita del 'Sigillo', che voleva essere un approccio per la presentazione dell'argomento di cui desideravo parlargli da tempo. Fu da questa copia, infatti che ebbi la gioia, l'iniziativa ed il coraggio di dare l'avvio ad una nostra lunga conversazione, che iniziai, svelando a Padre Anselmo la provenienza, del 'Sigillo' e pian piano approfondii gli avvenimenti che sino ad allora erano avvenuti. La copia che presentai era incorniciata e nella parte posteriore interna, sigillai uno dei due fogli plastificati, in cui era scritto il giuramento che avevo fatto dinanzi al Santissimo, insieme con il ringraziamento a Santa Gemma, per la grazia ricevuta nel mese di novembre, un ex voto che dovevo a questa Santa, che tanto mi aveva aiutato. Padre Anselmo, dopo avermi ringraziato, dimostrò un interesse particolare quando gli parlai del 'Sigillo', e mi assicurò che avrebbe appeso il quadro al muro nel suo studio e ne avrebbe custodito gelosamente il segreto. Fu appunto in prossimità delle festività Pasquali, che ricevetti una graditissima cartolina, che non speravo più di trovare nella mia posta, era la risposta del maestro Ciccone che mi diceva: A Lei ed a tutti i suoi cari Buona Pasqua.PS. Grazie infinite per la Sua lettera molto interessante! La conservo con le lettere preziose........ Queste poche parole mi aprivano il cuore a nuove speranze ed ero gratificato dalla manifestazione di stima che mi aveva comunicato. Nel frattempo pensai di scrivere nuovamente a Padre Gerardo Di Flumeri, per riproporre l'eventuale rapporto tra il 'Sigillo' e quel passo dell'Apocalisse in cui si parla del Segno imposto agli Eletti.Fregene, 06 Maggio 1997 Alla c.a. di Padre Gerardo Di Flumeri D.G. 'Voce di Padre Pio' - S.Giovanni Rotondo (FG) Quante volte leggendo il Vangelo mi sono detto: 'non ho capito nulla'. Ed ecco che l'unica persona che potesse spiegarmelo era il mio Padre Spirituale Padre Anselmo Passionista della chiesa S.Gemma in Roma. Immagini Lei se sono in grado di capire la così difficile interpretazione dell'Apocalisse. Non posso di certo chiederlo a Lei, in quanto sarebbe troppo lungo spiegarlo per scritto e con termini semplici. Però posso chiedere a Lei quale libro acquistare in cui la spiegazione sia chiara e di semplice interpretazione. Ho iniziato a leggere l'Apocalisse in occasione dell'ascolto della celebrazione dell'ultima Messa dell'anno Liturgico 1996. Nell'Apocalisse si parlava dell'inter mezzo che intercorre tra la rottura del sesto e settimo sigillo. E' di questo intermezzo, che chiedo a Lei una spiegazione ed una Sua interpretazione sul significato della profezia. Non pensiamo a quando sarà la fine del mondo in quanto poco ci interessa. Dio nell'attesa del trascorrere dei mille anni in rispetto del Suo tempo, ordina a quattro Angeli di controllare i venti affinché non si abbattano con furia distruttrice sopra la terra e fino a che il quinto Angelo provvisto del Sigillo Divino abbia marcato la fronte dei centoquarantaquattromila Servi di Dio.La mia interpretazione é questa: I centoquarantaquattromila Servi di Dio, sono coloro che hanno aiutato Gesù a diffondere il Cristianesimo, ovvero parlo degli Apostoli; dei Profeti; dei Santi.Questi ultimi da non confonderli con i Santi eletti dal l'uomo. Per Santi intendo coloro a cui Dio ha dato doni par ticolari, ovvero tutta la potenza Divina posseduta dal Figlio oltre i segni inconfondibili della Crocifissione. In questo XX secolo sembra che siamo andati abbastanza bene, in quanto due Santi sono tanti: Santa Gemma Galgani e Padre Pio. Stando alla profezia sembrerebbe che Dio abbia dato ordine all'Angelo di marcare con il nome Suo e del Figlio la fronte degli Eletti. A me sembra che questo sigillo sia alquanto complicato, anche perché si tratterebbe di una scrittura Divina a noi indecifrabile e soprattutto, perché a Dio non occorreva scrivere per comunicare con l'uomo. I doni carismatici e/o le stimmate conferiti agli Eletti erano ben visibili, di conseguenza anche il Sigillo lo dovrebbe essere, però essendo Esso un dono troppo grande per essere mostrato all'uomo con semplicità, regnava nascosto nel corpo e nell'anima del Santo per essere mostrato in momenti di particolare Spiritualità ed essere visto solo da pochi prescelti in rispetto del segreto. Dal momento della Crocifissione, ma in particolare dalla Resurrezione di Gesù, l'uomo ha iniziato a credere e a convertirsi, scoprendo l'amore per Gesù di conseguenza ha iniziato ad immortalarlo, con grafiti; sculture; dipinti; crete; ecc........, raffigurando sempre lo stesso Volto che tutt'oggi conosciamo e veneriamo. Non é il caso di pensare che questo Sigillo sia proprio il Viso di Gesù Risorto con evidenti segni della Passione. Visto che con la Resurrezione l'uomo ha iniziato profondamente a credere in Cristo. La ringrazio per aver prestato attenzione alla mia lettera e speranzoso sono in attesa di una Sua. Che Dio la benedica e la protegga sempre.(Continua)