Il Sigillo Una Testimonianza - Parte 1
.....e vidi un altro angelo che veniva su da levante, che aveva in mano il Sigillo del Dio vivente e gridò a gran voce ai quattro angeli, cui era stato dato di dannegiar la terra e il mare dicendo 'Non danneggiate la terra né il mare né le piante, fino a che non abbiamo marcato sulle loro fronti col Sigillo i servi del nostro Dio.......(Apo. 7,2-3)Finito di scrivere nel mese di Dicembre 1997Proprietà degli Autori, tutti i diritti sono riservati....'Si vede, giunto al Calvario, denudato, disteso sulla croce, crocifisso spietatamente, elevato su di essa a vista di tutti, appeso a tre chiodi, che gli squarciano e gli dislogano le vene, le ossa e la carne.... (dall'Epistolario di Padre Pio ) IV,895 Tutto ebbe inizio nel settembre del 1994. Ho ritenuto importante evidenziare, in questo mio scritto, l'origine dell'evento e le grandi difficoltà che ho dovuto a volte mio malgrado, affrontare per la verifica dello stesso. Dal momento in cui questo episodio è emerso, il mio più grande desiderio consisteva nell'esigenza di ampliarne il significato. Nel procedere in questo mio intendimento, che ho perseguito con ostinazione e dedizione, ho avuto la possibilità di rilevare nel tempo, il verificarsi di particolari avvenimenti, che miravano a scoraggiarmi, a demoralizzarmi e tutto questo, pur procurandomi gravissimi problemi, mi stimolava nel proseguire, e mi confermava che non stavo procedendo in base a congetture dettate dalla mia fantasia ma da una serie di miei ragionamenti, coadiuvati da una seria verifica e da attente letture di brani di elevata serietà. Posso solo dire che l'evento di cui sono stato protagonista e che sono qui a condividere è reale, (non potrebbe essere cosa diversa quando si affronta un argomento così serio come quello di Padre Pio) ed ha cambiato radicalmente il mio atteggiamento nei confronti della vita, mi ha migliorato, rendendomi più tenace, più scrupoloso nel sostenere nuovi e diversi concetti che hanno arricchito il mio spirito. Molto importante in questa mia biografia è dimostrare la mia buona fede, la costante analisi degli avvenimenti che via via, nell'arco di questi ultimi anni si sono verificati, intervenendo pesantemente nella mia vita, penalizzando anche quella dei miei cari. Ho sempre portato avanti queste mie convinzioni con ostinazione, nel rispetto della Fede, che in questa particolare circostanza, ho avuto la fortuna di ritrovare e che non mi ha mai più abbandonato. Di Padre Pio si è detto molto, moltissimo ed ancora oggi, a trent'anni dalla morte, si parla di Suoi interventi miracolosi operati nel passato e di quelli che tuttora avvengono, ma delle Sue opere e della Sua vita, si conosce solo ciò che ci viene riportato da scritti e vecchie memorie, rilasciate in prevalenza da persone molto vicine a Padre Pio nell'arco della Sua vita. A mio avviso, probabilmente, molti sono gli interrogativi che ancora si raccolgono attorno alla figura del Frate di Pietralcina e mi domando se in un futuro, che mi auguro prossimo, almeno parte di essi vengano sciolti per essere rivelati alla pubblica opinione. Fu oltraggiato da vergognose ingiuste calunnie, mosse dal Sant'Uffizio e non solo da esso, che con arguzia ed arroganza mirava a screditarne la figura e le opere. Egli, modesto nella Sua sublimità, sempre disciplinato e rispettoso nell'obbedire tacque anche quando giunsero a depredarlo degli averi. Questi erano proventi che venivano da opere di carità, da oblazioni, che i fedeli, dai più poveri ai più ricchi, versavano in ossequio del Suo nome, quale dimostrazione di spontanea solidarietà, quale atto d'amore offerto per la realizzazione di quello che Padre Pio considerava uno tra i più importanti compiti cui era destinato, la costruzione di un grande ospedale. Egli,difatti aveva in animo di erigere questa grande struttura, fin dai primissimi tempi del Suo arrivo al Convento dei Padri Cappuccini. Finalmente, nonostante le ostilità, dopo molti anni e con grandissime difficoltà, suscitando ulteriori inimicizie ed invidie riuscì a dare inizio a questa imponente impresa, conclusasi con la realizzazione della 'Casa Sollievo della Sofferenza' (in San Giovanni Rotondo), inaugurata il 5 maggio1956, considerato oggi uno degli ospedali più grandi e meglio organizzati in Europa. Esso è tra i primi, per la competenza dei medici che lì operano, per l'alta professionalità del personale infermieristico e per le attrezzature utilizzate. Il Frate di Pietralcina era stretto in un abbraccio d'amore e di solidarietà, anche quando lo obbligarono per alcuni anni all'estremo isolamento, un'enorme massa di credenti ammirati e devoti si raccoglieva intorno alla Sua figura ed anche oggi, i fedeli che venerano il Frate con lo stesso amore di sempre, si raccolgono a San Giovanni Rotondo, per renderGli omaggio, nei luoghi che Lo videro dedicare la propria esistenza Servo al cospetto di Dio, modesto nella Sua grandezza, sottomesso nell'obbedire. Ancora oggi, copiose, giungono le offerte, che vengono poi destinate per l'ampliamento di quest'ospedale, che in ogni sua piccola parte ci ricorda la presenza di Padre Pio, la grandezza della Sua figura, a dimostrazione della ricchezza che questo secolo ha avuto, per la solenne occasione di conoscere attraverso la Sua immagine, il Figlio di Dio. Questa è una delle mie convinzioni, in cui credo fermamente, perché nel corso della vita, Egli ha rappresentato il centro dei misteri della Fede, episodi di grande solennità, ne esaltavano l'immagine accrescendone la fama, incrementando nella moltitudine dei fedeli che lo seguivano, anche coloro che si consideravano lontano dalla religione. Si ricorda il miracolo avvenuto nelle ore che ne hanno immediatamente preceduto la fine, nel quale si evidenziava la graduale scomparsa delle stimmate, segni che ne hanno martoriato per trent'anni le carni ed hanno concorso a diffondere in Italia prima, nel resto del mondo poi, il Suo nome ed il Suo operato, costellato di miracoli e guarigioni, amore e solidarietà, speranza e Fede. Chi mi legge, saprà di certo, che nell'ultima Messa celebrata con grande affanno e sofferenza da Padre Pio le stimmate più visibili, quelle che segnavano le mani, erano scomparse. Dopo la Sua morte, alcune testimonianze autorevoli, di persone molto vicine a Padre Pio, rivelarono che anche in altre parti del corpo, colpite dallo stesso straordinario segno, le stimmate erano scomparse. Quale mistero collegava l'apparizione delle stimmate nel 1918 con la loro scomparsa in occasione della morte avvenuta nel settembre del 1968. Molte furono le ipotesi e le teorie che vennero avanzate per spiegare questo 'evento miracoloso', ma a mio avviso, senza voler essere in alcun modo presuntuoso, considero, questo, l'ultimo miracolo operato da Dio, sul corpo del Frate, a dimostrazione che al momento della morte, il corpo che apparteneva a Padre Pio tornava a mostrarsi nella sola immagine esteriore, in quanto privo delle stimmate, si dimostrava con questo l'avvenuta scissione tra esso e lo Spirito che apparteneva a Gesù. Il Frate di Pietralcina, amato da migliaia e migliaia di fedeli, è famoso perché si rappresenta in ognuno di noi, come noi desideriamo, come più lo sentiamo vicino al nostro animo, al nostro cuore ed alla nostra mente. Padre Pio gentile e burbero, schivo eppur stretto tra folle di fedeli, che l'hanno seguito, ammirato, onorato, amato per il Suo operato quand'era in vita, sopravvive alla Sua memoria anche dopo la morte. Padre Pio, venne offeso, umiliato, segregato, invidiato da coloro che più di altri avrebbero dovuto aiutarLo, difenderLo, onorarLo, capirne la grandezza, la spiritualità im mensa, la grande bontà e le altre numerosissime ed incomparabili doti che Gesù aveva trasferito in Lui, affinché riproponesse con la forza della Fede e l'intensità della Preghiera, la parola del Signore, in questo povero, infido, secolo insanguinato. L'esistenza di Padre Pio fu costellata da mortificazioni e provocazioni indicibili, in quanto furono proprio i forti poteri ecclesiastici a combattere l'umile Frate. L'immensa grandezza del Suo animo li logorava e per paura e gelosia, commisero errori ed ingiustizie che nessuno potrà né dimenticare né giustificare, macchiandosi così di un grave oltraggio che difficilmente potrà essere cancellato. Vorrei tornare un attimo a questo mio scritto e sono consapevole che tutto ciò che vi illustrerò, non sarà per me semplice da esporre, perché proporrò una immagine che attraverso Padre Pio, non può essere di certo visualizzata come una foto ed è quindi suscettibile di valutazioni soggettive, ma è un avvenimento in cui credo, in cui credo fermamente e di questo vorrei rendere partecipe chi mi leggerà e qualunque siano le considerazioni in merito, non posso che ringraziare per l'attenzione mostratami. Dovrò inoltre accennare ad alcuni avvenimenti, agli stati d'animo inerenti alla vicenda da me vissuta, ad episodi che inevitabilmente segneranno nel bene e nel male momenti importanti, che a mio avviso sono saldamente vincolati all'importante obbiettivo che mi ero prefissato di raggiungere. Alcuni di essi saranno direttamente collegati al mistero che intendevo chiarire, altri risulteranno quale diretta conseguenza della mia perseveranza.Primo Capitolo Dal 1990, ero solito recarmi spessissimo al Santuario della Madonna del Divino Amore, poiché in quella zona svolge la propria attività un mio fornitore. Queste mie visite al Santuario, mi davano erroneamente, la parvenza di bravo cristiano, placavano la mia coscienza e mi autorizzavano a chiedere aiuto alla Madonna nei momenti più difficili.Quando questo aiuto giungeva rendevo grazie alla Santa Madre, nel caso contrario mi rammaricavo, sentendomi un poco deluso. Solo successivamente, mi resi conto che non era questo il comportamento di un bravo credente, avevo sbagliato e soprattutto scoprii nel mio atteggiamento una buona parte di egoismo. Mi potevo definire un credente per abitudine, perché i miei genitori, impartendomi da sempre una educazione religiosa, mi avevano reso cristiano, attraverso i Sacramenti del Battesimo, della Comunione e della Cresima. Mi ricordo, quando ero adolescente, andavo all'oratorio dai preti, ogni domenica ascoltavo la S. Messa come molti altri ragazzi, ma negli anni a seguire non avevo mai speso quel patrimonio di fede, di conoscenza in Dio che avevo avuto la fortuna di acquisire. Avevo rimosso, abbandonato quelle dottrine, considerando le estranee e non necessarie per le esigenze del mio futuro, non chè io fossi un grande peccatore, per carità!, odiavo le bestemmie e cercavo, nelle mie possibilità di aiutare il prossimo, ma non rispettavo appieno alcuni dei dieci comandamenti che regolano la vita di un buon credente e questo faceva di me un cattivo cristiano. pag.8 L'avvio di questa mia vicenda ebbe la sua origine nel chioschetto in ferro da me adibito in rappresentanza della mia attività artigianale di fabbro. Un sabato, come tanti altri, in quel di Fregene, località in cui vivo con la mia famiglia dal 1987, ero in attesa, come spesso accadeva, di persone, che entrando mi chiedessero un preventivo per eseguire lavori inerenti la mia attività. Ho sempre avuto molteplici interessi nella mia vita ed ho sempre letto molti libri, quindi riuscivo a colmare le ore di attesa leggendo. Quel pomeriggio di settembre ero giunto da Roma, reduce dalla installazione di un cancello ed ero molto stanco. Entrai nel chiosco e mi abbandonai sulla poltrona con l'unico desiderio di riposarmi e non pensare a nulla. Fu così per i primi dieci minuti, quando il mio sguardo cadde su una pila di fascicoli di una rivista a diffusione nazionale, un noto settimanale molto letto in Italia, di cui preferisco non rivelare il nome, (per semplificare la lettura lo chiameremo settimanale XY). Le prime foto che mi bal zarono agli occhi, tra gli scritti, rappresentavano la figura di un Frate, spesso dall'espressione corrucciata, triste, severa, raramente sorridente, le mani semi coperte da quelli che sembravano ruvidi guanti di lana. Il nome del Frate era Francesco Forgione, conosciuto al mondo come Padre Pio.Fui preso dalla curiosità e nonostante la stanchezza iniziai a leggere, perché, in verità, pur avendo avuto all'epoca quarantacinque anni non conoscevo affatto questo Frate. Cominciai dal primo fascicolo e man mano proseguii nella lettura, gli eventi della Sua vita mi affascinavano. Mi commovevo nel leggere delle continue sofferenze che da sempre Lo affliggevano e che proseguirono senza tregua sino al giorno della morte. Queste sofferenze erano causate da una grave malattia debilitante, di cui nessun medico è mai riuscito ad accertarne l'origine né la causa. Mi indignavano le tante ingiustizie subite da Padre Pio ed affrontate dallo Stesso con il rispetto all'obbedienza, dovuta al rigore dei voti presi ed all'immenso Amore per il Signore. Lessi con attenzione ed estremo interesse il miracolo delle stimmate, straordinario battesimo di Fede, simbolo dello immenso Amore del Signore per il modesto ed al tempo autorevole Frate, che in un momento di totale estasi in simbiosi con Dio, vide martoriate le proprie carni con grande sofferenza, a dimostrazione del messaggio di pace e d'amore che Egli doveva comunicare all'umanità, in questo secolo foriero di guerre, atrocità ed ingiustizie. Scoprivo per la prima volta, le dure lotte, che avevano visto prima l'adolescente Francesco, poi l'adulto Padre Pio, combattere contro l'ossessivo maligno, lotte impari da cui il Padre è sempre uscito vincitore. La contrapposizione, fu grande, quando alla Sua umiltà, obbedienza e generosità, i forti poteri ecclesiastici reagirono con arroganza e cinica astuzia. E' noto, infatti, che molte furono le obiezioni che vennero mosse per invidia contro Padre Pio. Con inaudita pervicacia, provarono ad umiliarLo, ad allontanarLo dai fedeli, che Lo acclamavano sempre più numerosi. Tentarono in ogni circostanza di schernirne l'operato, ottenendo la sola realizzazione di un imprevisto risultato, la sempre maggiore popolarità del Frate di Pietralcina, che con la Sua sottomissione provocò una istintiva, omogenea, composta testimonianza di amore dei fedeli che dimostrarono ribellione e disprezzo nei confronti degli stessi alti prelati che avevano tentato di umiliarLo, disprezzandone le facoltà e l'operato. Leggevo, leggevo ed ero talmente concentrato, da non rendermi conto del tempo che inesorabilmente passava.Fu una telefonata di mia moglie ad avvisarmi che l'ora di cena era passata da tempo, per cui mio malgrado mi incamminai verso casa. Il pensiero di Padre Pio non mi abbandonava neanche per un attimo ed un universo di sensazioni si sviluppavano nella mente. Provavo una forma di invidia verso coloro che avevano avuto l'opportunità e la fortuna di lavorare per Lui o che soltanto avevano avuto la possibilità di avvicinarLo, di conoscerLo, di parlarGli, d'incontrarLo, di ricevere una Sua benedizione nello stesso momento immaginavo un eventuale incontro con il Padre. Mi vedevo, teso e timoroso e probabilmente avrei avuto bisogno di una buona dose di coraggio, in Sua presenza mi sarei di certo sentito in soggezione. Nel guardare le Sue fotografie, il Frate m'incuteva rispetto e timore, figuriamoci trovarsi al Suo cospetto, avrei avuto la sensazione di non essere abbastanza 'degno' per presentarmi alla Sua vista. Questa mia lettura, mi portava a riflettere. Proseguivo nel soffermarmi, con la mente, all'approfondi mento di alcuni episodi di particolare interesse, tra i tanti di particolare rilievo, una mia considerazione personale, mi portava a riflettere sulla possibilità che vedeva nelle sembianze di Padre Pio, lo spirito di Gesù. In seguito a queste mie considerazioni, il solo pensiero di un ipotetico incontro con il Padre mi dava brividi di profonda commozione. Giunto in casa, mi affrettai a parlarne con la mia famiglia e scoprii che mia moglie, dopo avermi ascoltato attentamente condivideva appieno il mio interesse. Parlammo lungamente di Padre Pio e lei poco dopo, mostrandomi con entusiasmo il testo di una Preghiera dedicata alla glorificazione del Frate, ritagliato da uno dei fascicoli della rivista che stavo leggendo, mi disse che da tempo portava sempre con sè quella preghiera nel portafoglio, vicino alla fotografia della mamma morta da anni. PREGHIERA (per ottenere la glorificazione di Padre Pio) O Gesù, pieno di grazia e di carità e vittima per i peccati, che, spinto dall'amore per le anime nostre, volesti morire sulla croce, io ti prego umilmente di glorificare anche su questa terra, il servo di Dio, Padre Pio da Pietralcina, che nella partecipazione generosa ai tuoi patimenti, tanto ti amò e tanto si prodigò per il bene delle anime. Ti supplico, perciò, di volermi concedere, per la sua intercezione, la grazia....., che ardentemente desidero. (Tre Gloria Patri). Il giorno successivo mi recai di nuovo al chiosco e ripresi a leggere gli ultimi fascicoli rimasti, con lo stesso interesse ed avidità dei precedenti, nella speranza di conoscere altri particolari della vita e delle opere di Padre Pio. Trattenni per ultima un'edizione della rivista XY, più grande delle precedenti, nella quale venivano descritti con molti particolari i tanti miracoli di Padre Pio, molte erano le fotografie che lo raffiguravano, in gran parte a colori. Mi soffermavo per imprimere nella mente ogni particolare di quel volto così importante, volevo, forse, riprendermi tutti gli anni in cui avevo ignorato la Sua esistenza. Mi ricordo perfettamente quel pomeriggio, ero seduto sulla poltrona, con i raggi del sole che riflettevano sulle pagine lucide del settimanale, quando una Sua fotografia mi colpì in modo particolare; un importante primo piano, che metteva in evidenza, il volto, la barba bianca, le pieghe del viso, gli occhi il cui sguardo sembrava penetrare nel mio, quando un fascio di sole illuminò in uno spazio specifico ben delimitato, sulla fronte del Padre, un segno particolare, che metteva in risalto un chiarore dai contorni ben delineati. Fissai attentamente quelle ombre, potevano derivare dalla luce di un flash, da una forma irritativa della pelle, od altro, tant'è che la mia curiosità veniva sollecitata oltre ogni dire.(continua)