Eros, Sesso e Spiritualità (Prima Parte)
Piccolo saggio sul sesso e la spiritualità dell’uomo
La cultura, le religioni e anche alcune correnti di pensiero filosofico, ci hanno insegnato che il sesso è nemico del misticismo e della ricerca interiore. Eppure l’esperienza afferma che il sesso non solo è compatibile con la spiritualità ma se vissuto con amore donazione e consapevolezza, è un formidabile viatico delle più alte attività del pensiero. L’amore è la sola legge universale che eserciti un’azione irresistibile ovunque regni la vita, nell’atto sessuale si concretizza un’energia che scaturisce dall’unione dei due poli contrari, positivo e negativo, non solo sul piano fisico, ma anche su quello astrale.
Ancora oggi si tende a considerare il sesso e ogni attività a lui collegata, come un settore del comportamento, controllato da forze culturali e sociali che plasmano gli esseri umani all’origine“neutri”.
Il nostro sentirsi uomini o donne, l’intuizione dell’esistenza dei due sessi diversi, così come ogni altro tratto psicologico che appare differente in relazione a loro, è interpretato come conseguenza dell’imposizione da parte della società di ruoli diversi, un fenomeno puramente culturale, senza alcuna relazione con la biologia della specie umana. È certamente vero che nelle società industrializzate esiste un complesso apparato di norme che regolano in questo settore i rapporti interpersonali, è, infatti, dovere del legislatore fissare l’età minima prima della quale non sono ammessi rapporti sessuali e regolamentare le modalità del matrimonio o del divorzio; in culture meno permissive esistono addirittura restrizioni su quali forme di rapporti sessuali siano da considerarsi leciti.
Molto pesante è l’influenza della “morale pubblica” e il timore dell’altrui giudizio. C’è poi da sottolineare l’atavica fobia della Chiesa Cattolica verso il sesso, che lo riduce al solo principio riproduttivo, da espletare, nelle coppie unite dal “sacro” vincolo del matrimonio.
Ma tutti questi aspetti, che possiamo intendere come convenzioni apprese, si limitano a soprapporsi come un vestito talvolta troppo stretto al corpo vivo, costituito dalle componenti biologiche, psicologiche e sociali del nostro comportamento. Queste sono il risultato di un lento ma inesorabile processo evolutivo, che in migliaia d’anni, generazione dopo generazione, ha premiato i “geni” di chi riusciva a portare il maggior numero di figli all’età riproduttiva, e che ha forgiato non solo il corpo, ma anche la mente della razza umana.
Nei percorsi d’iniziazione mistica, spiritualità e sessualità spesso sono tenute ben distinte, la credenza vuole che la spiritualità possa essere conseguita solo mediante la netta separazione dal corpo.
“E’ cosa buona per l’uomo non avere contatti con donna; tuttavia a motivo delle impudicizie, ciascuno abbia la sua moglie, e ogni donna il suo marito”.
E ancora:
“Vorrei che tutti fossero come me; ma ognuno ha il proprio dono da Dio, chi in un modo, chi in un altro”, S. Paolo 1° Lettera ai Corinzi.
Un concetto questo, non esclusivo della cultura occidentale o giudaico-cristiana, ma diffuso anche in alcune correnti di pensiero orientali, come il buddismo e lo yoga, i quali predicano il distacco totale dall’esperienza terrena per raggiungere lo stato di grazia.
Tuttavia, le motivazioni di questi ultimi non sono dettate dal moralismo o dalle leggi di Mosè, ma dall’aspirazione di liberare lo spirito, dal peso degli impulsi del corpo.
Sempre in oriente però da millenni, esistono altre correnti di pensiero come il Taoismo o il Buddismo Tantrico, i quali vedono nella pratica sessuale il mezzo per conseguire un’evoluzione spirituale. Al contrario dell’ideale giudaico-cristiano basato sulla rinuncia del sesso, queste discipline fondano la propria dottrina su una profonda conoscenza del ruolo che le energie sessuali giocano nella trasformazione del nostro essere, così come dell’importanza della sua “corretta gestione” per scoprire nuovi modi di percezione e conoscenza. Già Platone riconosceva che l’Eros poneva l’uomo in uno stato elevato d’esaltazione al punto di assimilare l’essere, che è trasportato dall’Eros, al veggente, all’iniziato dionisiaco, al profeta, al vate.
A questo punto dunque sorgono spontanee una serie di domande: quale di questi due concetti è quello giusto? Spiritualità e sessualità si escludono a vicenda, o al contrario si può vivere la sessualità ed essere spirituali allo stesso tempo?
È curioso verificare che grandi uomini del passato i cui insegnamenti hanno comunicato pace e conoscenza indipendentemente dal fatto che predicavano ai propri discepoli una sessualità moderata, abbiano avuto relazioni matrimoniali e non, oltre a che, una nutrita schiera di figli. Pitagora ad esempio, affermava che il sesso andava praticato “solo se ci si voleva debilitare”, ma lui stesso aveva moglie e figli. Allo stesso modo, anche altri personaggi che incitavano l’uomo ad impegnarsi nella via della conoscenza, hanno avuto una piena vita sessuale nell’ambito della famiglia e al di fuori di essa. Fra questi spiccano maestri tibetani come Marpa, alchimisti come Paracelso, taumaturghi come Cagliostro, occultisti come Eliphas Levi o più recenti, come Edgard Cayce, Gurdjieff e Steiner. Per non parlare dei testi sacri di molte religioni nei quali abbondano passaggi con riferimenti erotici, come quelli per esempio, in cui si distingue la figura di Krishna, il quale negli Upanisads, a fianco delle sue tante donne, le Kores, dà corpo a uno dei canti più erotici e belli che non siano mai stati scritti. Anche personaggi biblici come Salomone e Davide non rinunciarono al piacere della carne, e ancora nella Bibbia nel “Cantico dei Cantici” troviamo una vera e propria apologia dell’amore sensuale. Maometto l’ultimo dei profeti, ebbe molte donne, perché affermava che era una benedizione per l’uomo stare in contatto con esse.
Sull’altro piatto della bilancia abbiamo Budda, il quale abbandonò la sua donna e la sua famiglia per dedicarsi al raggiungimento della spiritualità, così come avvenne per Shankara, Ràmanùja, Drishna o altre incarnazioni minori della divinità nella tradizione indù, che non ebbero alcuna relazione sessuale.
Per quanto concerne Gesù il Cristo, il Figlio di Dio, la più gran figura occidentale, sono state dette sul suo conto così tante storie, spesso contraddittorie, che è molto difficile sapersi orientare; da un lato i Vangeli Apocrifi sostengono che una volta riscattatosi con la crocifissione, Gesù si stabilì nel “Cachemire”, dove visse fino alla morte in compagnia di sua moglie e dei suoi figli, dall’altro alcuni sostengono che mantenne una relazione con Maria Maddalena, questo almeno appare leggendo i vari avvenimenti evangelici apocrifi e canonici.
Un aspetto che ha sempre suscitato curiosità, riguarda lo stato civile di Gesù, i Vangeli non ci dicono niente a riguardo, ma lasciano trapelare alcuni riferimenti sufficienti a fare un po’ di luce sull’argomento. Le possibilità che Gesù non fosse sposato sono pochissime, a quei tempi il matrimonio e la discendenza erano considerati fra i principali doveri di un uomo, tutto ciò risulta ancora più evidente, se si tiene conto che i discendenti della stirpe di David erano obbligati per legge a sposarsi e ad avere almeno due figli maschi.
I riferimenti a Maria Maddalena quale sposa e compagna di Gesù, sono diversi e sufficientemente realistici da farci pensare che quest’ultima non potesse essere semplicemente una fra le tante donne al seguito del Maestro. Essa è colei che unge Gesù, che esercita su di lui una forte influenza, e che suscita, anche per questo, l’invidia dei discepoli, e soprattutto di Pietro, inoltre è la prima persona a cui apparirà il Cristo dopo la sua Resurrezione (giov. 20/1).
I Vangeli gnostici (rotoli di Nag Hammadi risalenti al 1° secolo D.C. ritrovati nell’alto Egitto nel 1945) sono abbastanza espliciti a riguardo, e nel Vangelo di Filippo ne troviamo una conferma:
“E la compagna del salvatore è Maria Maddalena. Ma Cristo l’amava più di tutti i discepoli e soleva baciarla spesso sulla bocca. Gli altri discepoli n’erano offesi ed esprimevano disapprovazione. Gli dicevano: perché la ami più di tutti noi?
Il salvatore rispondeva loro: perché non vi amo come lei?…Grande è il mistero del matrimonio, giacché senza di esso il mondo non sarebbe esistito. Ora l’esistenza del mondo dipende dall’uomo e l’esistenza dell’uomo dal matrimonio”.
Si è molto discusso, anche sull’identità stessa di Maria Maddalena, essa e Maria di Betania, (colei che con Marta pregò Gesù di venire a guarire Lazzaro) appaiono come la stessa persona, ma ciò non è chiaro nei Vangeli che in molti casi le citano come due distinte persone, alcuni studiosi affermano che si tratti di una censura voluta, se Maria di Betania era una peccatrice ed era Maria Maddalena o Maria Magdala, la confusione e le precauzioni degli autori dei Vangeli acquisterebbero un certo senso. Non meno controversa appare l’accusa secondo cui Maria sarebbe stata una prostituta, mentre il termine originale sembra indicare più una peccatrice o molto probabilmente una donna che non osservava la legge ebraica.
Negli interessanti libri di Laurence Gardner, “La misteriosa origine del re del Graal” e “La linea di sangue del Santo Graal”, Maria (variazione di Miriam) non era solo un nome ma un titolo, le “Miriam” facevano parte di un ordine spirituale all’interno di una comunità: mentre i “Mosè” erano coloro che si occupavano degli uomini nelle cerimonie, alle Miriam spettava il compito di guidare le donne. La Chiesa ha sempre cercato di contrastare la figura femminile all’interno della religione Cattolica e si può affermare che lo abbia fatto con successo, infatti, come sposa di Gesù e madre dei suoi eredi, la Maddalena rappresentava una seria minaccia al potere acquisito tramite la successione apostolica. Pietro e Paolo furono quindi le principali fonti da cui la Chiesa trasse l’ispirazione nella sua battaglia contro la donna: “La dona impari in silenzio, in ogni soggezione. Ma io non permetto alla donna d’insegnare n’è d’usare autorità sopra il marito, ma ordino che stia in silenzio”, S. Paolo 1° lettera a Timoteo (2: 11-12).
Le stesse madonne nere presenti in numero considerevole soprattutto in Francia, hanno creato non poco imbarazzo alla Chiesa Cattolica, da Lilith ad Iside fino alla Maddalena, esse rappresentano, infatti, il potere matriarcale e la saggezza femminile in contrasto con la madonna bianca tradizionale Maria, la madre di Gesù, anch’essa una Miriam, in origine.
Sappiamo con una certa sicurezza che la Maddalena lasciò la Palestina dopo la morte (vera o presunta) di Gesù e con i figli avuti con quest’ultimo, accompagnata da Giuseppe d’Arimatea salpò per raggiungere il sud della Francia ed esattamente a Ratis noto poi come Saintes Maries de la mer. Da qui in poi realtà e leggenda assumono contorni indefiniti, per quanto esistono numerose pubblicazioni che raccontano la vita della Santa, in parte certamente frutto di pura fantasia in parte però, nate da leggende che hanno un possibile riscontro con la realtà dei fatti. Il culto s’insediò quindi nella Linguadoca, dove a tutt’oggi è ben vivo, soprattutto a Rennes le Chateau. Il fatto stesso che i monaci Cistercensi ed i cavalieri Templari l’avessero in enorme considerazione, ci porta a credere che le stesse cattedrali di Francia, siano dedicate a “Nostra Signora” Maria Maddalena.
La versione della Chiesa Cattolica, per la quale la madre di Gesù fu vergine prima e dopo il parto, afferma che il figlio di Dio dopo la resurrezione salì al cielo vergine, così com’era nato. Si è poi voluto dedurre dalla frase che il Cristo pronunciò davanti a Pietro sulle sponde del lago di Tiberiade: “Lascia tutto quello che hai e seguimi”, che il Figlio di Dio richiedesse la castità da parte dei suoi discepoli, dimenticando che molti di loro erano sposati ed avevano figli, e che nei Vangeli (canonici) si fa riferimento più di una volta, alle “pie donne” ed alla “suocera” di Pietro, che fin dal primo momento seguirono l’opera e la predicazione del Maestro. In realtà, attenendosi alla dottrina evangelica del Nuovo Testamento, mai è detto espressamente che l’atto sessuale è considerato peccato, e non è scritto da nessuna parte che Gesù fosse casto, o che casti fossero i suoi apostoli, è altresì vero però che non è scritto che non lo fossero (nei Vangeli canonici), ma questo non esclude nessuna ipotesi.
Del resto nel trasformare l’acqua in vino durante le nozze di Canaa, Gesù non volle benedire solo il sacramento del matrimonio come unica via per praticare il sesso, ma sopratutto ricordare che l’atto sessuale non deve essere profanato e che la donna deve essere rispettata sia com’essere umano sia com’essere spirituale. Ricordo inoltre, che alcuni dei primi Padri della“Chiesa Cattolica” affermavano che la donna era priva d’anima e quindi simile alle bestie, poiché non possedendo un’anima era come un animale, ovvero priva d’anima.
Tutti questi esempi, come ha rilevato Frithjof Schuon filosofo contemporaneo delle religioni, nel suo libro L’esoterismo come principio e via, “Sembrano indicare che la castità assoluta sia più che altro una questione di vocazione e temperamento e non una condizione imprescindibile verso l’evoluzione spirituale”.
Nel Talmud è scritto, che la gloria dello “Shekinah”, ovvero la presenza di Dio, che secondo la Bibbia risiedeva tra le ali dei due Cherubini posti in cima all’Arca della Alleanza, è posta sul “talamo nuziale”, ha significare che durante l’atto sessuale, l’unione fisica e spirituale dei due corpi genera quelle energie tipiche della divinità, che rendono l’essere umano un Dio creatore, e non soltanto sul piano fisico tramite la procreazione ma anche e soprattutto sul piano astrale, generando e proiettando immagini benefiche d’amore e di soddisfazione.
I pensieri ed i sentimenti sono energie potenti, che proiettiamo continuamente nell’ambiente che ci circonda, queste, sono definite dalle scuole esoteriche, come “Elementari” che ogni essere umano crea incessantemente.
La scienza ufficiale ha dimostrato che il cervello di un uomo felice, rilascia delle sostanze benefiche, i Neurotrasmettitori (dopamina, serotonina, ossitocina, prolactina, ecc… ) che sostengono l’intero organismo umano, e questo a ulteriore dimostrazione che l’uomo, a differenza dell’animale, è un organismo biologico complesso, formato non solo dal corpo fisico ma anche e soprattutto dalla sua parte mentale.
S. Agostino nei suoi scritti afferma:
“Amate e fate quel che volete, purché ciò, non sia contrario a Dio”.
E continua dicendo:
”Sé ti piacciono i corpi, trai motivo da essi per lodare Iddio e riporta l’amore sul loro creatore, affinché tu non gli dispiaccia negli esseri che piacciono a te”.
Agostino d’Ippona – Confessioni.
Al cervello umano sono associati la coscienza, il pensiero, la personalità, le emozioni, i ricordi; in ultima analisi tutto ciò che ci rende uomini e singolarmente differenti l’uno dall’altro. L’unità costitutiva del cervello è rappresentata da cellule specializzate dette “Neuroni”, un neurone riceve segnali elettrici nelle sue radici, che prendono il nome di “Dendriti” questi sono sommati tra loro e viaggiano lungo un fusto che prende il nome di “Assone”, grazie ad un meccanismo attivo che ne impedisce l’attenuazione, per arrivare ai rami che prendono il nome di “Terminazioni Assoniche”. Il compito di un neurone è ricevere segnali elettrici da altri neuroni, analizzarli e quindi, attraverso l’assone, inviare questo segnale elaborato ad altri neuroni. Questo processo è alla base di ogni nostra percezione, sensazione, memoria, emozione o pensiero, e pertanto, anche e soprattutto nell’azione sessuale.
Ogni attività mentale deve necessariamente ricondursi a flussi di “Ioni” in regioni specifiche del cervello. I neuroni entrano in contatto tra loro, tramite strutture puntiformi dette “Sinapsi”, dove le diramazioni dell’assone di un neurone e i dendriti dell’altro si avvicinano sino a ridurre la loro distanza a frazioni di un millesimo di millimetro, le diramazioni degli assoni sono supportate da centinaia o migliaia di queste sinapsi che si susseguono ad intervalli in parte regolari. Nella sinapsi e contenuta una molecola detta “Neurotrasmettitore”, quando un segnale elettrico giunge alla sinapsi, una certa quantità di questa molecola è rilasciata per legarsi immediatamente ad una proteina detta “Recettore” presente sul neurone, che si trova dall’altro lato della sinapsi, modificando localmente le proprietà elettriche del dendrita. Questa trasformazione di un segnale elettrico in un segnale chimico, e poi nuovamente in un segnale elettrico, rappresenta la base molecolare del funzionamento del sistema nervoso.
Gli “Ormoni” agiscono in maniera simile ai neurotrasmettitori, e per esercitare la propria azione a livello cellulare, devono legarsi a specifici recettori denominati per l’appunto “Recettori per gli Ormoni”. Una cellula può rispondere ad un neurotrasmettitore o ad un ormone solo se produce i recettori adeguati, la differenza tra i due tipi di segnali è nella distanza alla quale gli effetti sono esercitati: i neurotrasmettitori agiscono localmente a livello della sinapsi, mentre gli ormoni che sono rilasciati nel sangue, agiscono globalmente su tutto l’organismo.
I tempi d’azione dei neurotrasmettitori sono brevissimi (millesimo di secondo) mentre quelli degli ormoni possono essere lenti (minuti o ore).
Alla base delle nostre attività mentali quindi, c’è una complicatissima armonia neuronale che attiva zone specifiche del nostro cervello, in una determinata sequenza temporale.
Per incontrare l’area cerebrale preposta all’azione sessuale, è necessario allontanarsi dalle ampie superfici della corteccia esterna ed addentrarsi all’interno della materia dove sono localizzati quei circuiti neuronali che controllano le funzioni elementari e vegetative. La meta del nostro viaggio è una piccola regione, detta “Ipotalamo”, posta alla base del cervello che costituisce la sede centrale del cervello sessuale.
Harvey Cushing, un neurochirurgo che nella prima metà del novecento mise a nudo l’importanza dell’ipotalamo per il controllo delle pulsioni, disse: “Qui, in questo punto ben nascosto che potrebbe quasi essere coperto dall’unghia di un pollice, ha sede la vera natura primitiva, vegetativa, emozionale riproduttiva, alla quale l’uomo ha sovrapposto, con successo quasi marcato, una corteccia di inibizioni”.
L’ipotalamo esercita due funzioni differenti, ma strettamente correlate tra loro: il controllo della produzione di ormoni, e quindi delle funzioni fisiologiche vegetative, e l’espressione di svariati componenti elementari, tra cui l’alimentazione l’aggressione, ed il comportamento sessuale.
L’ipotalamo rappresenta quindi l’interfaccia tra il mondo mentale e quello della fisiologia organica, il punto nevralgico che nel cervello integra gli stimoli provenienti dai centri superiori (dalla corteccia cerebrale, per esempio) e le informazioni provenienti dagli organi periferici, per tradurre cambiamenti nelle attività cerebrali in variazioni di parametri fisiologici e nell’esecuzione degli schemi comportamentali innati, legati alla sopravvivenza e alla riproduzione.
L’importanza dell’ipotalamo per il comportamento sessuale è duplice, in primo luogo, l’ipotalamo insieme alla “Ipofisi” che ad esso è strettamente collegata, è l’unica regione del cervello in grado di produrre ormoni e rilasciarli nel circolo sanguigno, nel caso degli ormoni sessuali, l’ipotalamo produce delle sostanze (gonadotropine) le quali stimolano il rilascio di ormoni da parte dell’ipofisi.
Questi ormoni prodotti dall’ipofisi controllano direttamente la produzione e la maturazione degli spermatozoi nell’uomo e l’ovulazione nella donna e inoltre dirigono la produzione dell’ormone sessuale maschile (testosterone) da parte dei testicoli e degli ormoni sessuali femminili (estradiolo e progesterone) da parte delle ovaie, le variazioni ormonali alla base del ciclo mestruale sono generate dall’ipotalamo, ed è a livello dell’asse ipotalamo-ipofisi che agisce la pillola anticoncezionale impedendo la produzione di quell’ormone ipofisario che induce l’ovulazione.
L’ipotalamo controlla inoltre l’esecuzione fisica dell’accoppiamento tramite i nuclei situati nella sua regione anteriore e centrale, tra questi uno in particolare, chiamato “BNST”, sembra essere di importanza fondamentale per l’espressione del comportamento sessuale.
Questo particolare nucleo, controlla in maniera specifica l’esecuzione dell’atto sessuale, la coordinazione di quello schema motorio innato, che costituisce l’atto stesso.
Una lunga serie di studi ha cercato di correlare i livelli di testosterone nel sangue con l’aggressività dei maschi della nostra specie, i livelli di produzione di testosterone sono molto plastici e possono variare velocemente in base alla situazione contingente.
Negli animali sociali il maschio dominante mostra sempre livelli di testosterone più alti, negli uomini, una situazione simile ad un confronto per la supremazia è offerta dalle competizioni sportive, durante una gara, i livelli di testosterone aumentano in entrambi i concorrenti, per poi crollare nello sconfitto e raggiungere un elevato picco nel vincitore.
Tutto ciò dimostra che il meccanismo che produce l’attività sessuale dell’essere umano è incondizionato ed involontario, perché prodotto da componenti indispensabili alla salute stessa dell’individuo (ormoni e neurotrasmettitori) e non è, soltanto il mezzo per riprodursi, ma anche il modo con cui confrontarsi con gli altri ed il tramite con cui l’organismo, pianifica la sua fisiologia, liberando quelle sostanze che nutrono e stimolano il proprio apparato biologico e mentale.
Sono noti a tutti, i gravi disturbi fisici e psicologici a cui vanno spesso incontro le donne che affrontano la menopausa, quel periodo di transizione in cui la donna per età, per trauma o per patologia, perde la propria capacità riproduttiva, perché, le sue ghiandole endocrine non emettono più o nella giusta quantità, gli ormoni necessari alla procreazione. La “Ginecologia” moderna, somministra a questi pazienti sufficienti dosi di ormoni, in maniera da sopperire, gradatamente, ai sintomi che questa carenza impone.
Se il Creatore, e con esso l’evoluzione, a fatto sì che l’uomo si riproducesse tramite il sesso (come del resto tutti gli animali superiori), e componente primaria di questa attività è l’azione mentale, (gli animali si riproducono per istinto, nei maschi ogni femmina in estro è idonea alla riproduzione, solo le femmine a loro modo, scelgono colui che dovrà donare i propri geni, per la loro prole) ci sarà pure una ragione, ragione che a noi miseri mortali che guardiamo verso il cielo sfugge, ma sicuramente ci sarà.
Le parole ebraiche ”Sacr va N’cabah” indicano i nomi degli organi sessuali.
La traduzione letteraria di “Sacr” è “apportatore di seme” mentre “N’cabah” è “madre” o “genitrice”.
La sacralità del matrimonio è data dalla volontà divina di unire per sempre due esseri:
“L’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà alla propria moglie e così i due diverranno una sola carne” (Matteo 19/3), da questa frase evangelica nasce il vincolo indivisibile del matrimonio, ma mi chiedo, quale essere umano può dividere ciò che Dio ha unito?
Quanti di noi conoscono coppie che si amano e si ameranno per tutta la vita e sicuramente anche dopo? E quanti invece conoscono coppie che dopo poco si sono divise o si divideranno? (Continua...)
Ancora oggi si tende a considerare il sesso e ogni attività a lui collegata, come un settore del comportamento, controllato da forze culturali e sociali che plasmano gli esseri umani all’origine“neutri”.
Il nostro sentirsi uomini o donne, l’intuizione dell’esistenza dei due sessi diversi, così come ogni altro tratto psicologico che appare differente in relazione a loro, è interpretato come conseguenza dell’imposizione da parte della società di ruoli diversi, un fenomeno puramente culturale, senza alcuna relazione con la biologia della specie umana. È certamente vero che nelle società industrializzate esiste un complesso apparato di norme che regolano in questo settore i rapporti interpersonali, è, infatti, dovere del legislatore fissare l’età minima prima della quale non sono ammessi rapporti sessuali e regolamentare le modalità del matrimonio o del divorzio; in culture meno permissive esistono addirittura restrizioni su quali forme di rapporti sessuali siano da considerarsi leciti.
Molto pesante è l’influenza della “morale pubblica” e il timore dell’altrui giudizio. C’è poi da sottolineare l’atavica fobia della Chiesa Cattolica verso il sesso, che lo riduce al solo principio riproduttivo, da espletare, nelle coppie unite dal “sacro” vincolo del matrimonio.
Ma tutti questi aspetti, che possiamo intendere come convenzioni apprese, si limitano a soprapporsi come un vestito talvolta troppo stretto al corpo vivo, costituito dalle componenti biologiche, psicologiche e sociali del nostro comportamento. Queste sono il risultato di un lento ma inesorabile processo evolutivo, che in migliaia d’anni, generazione dopo generazione, ha premiato i “geni” di chi riusciva a portare il maggior numero di figli all’età riproduttiva, e che ha forgiato non solo il corpo, ma anche la mente della razza umana.
Nei percorsi d’iniziazione mistica, spiritualità e sessualità spesso sono tenute ben distinte, la credenza vuole che la spiritualità possa essere conseguita solo mediante la netta separazione dal corpo.
“E’ cosa buona per l’uomo non avere contatti con donna; tuttavia a motivo delle impudicizie, ciascuno abbia la sua moglie, e ogni donna il suo marito”.
E ancora:
“Vorrei che tutti fossero come me; ma ognuno ha il proprio dono da Dio, chi in un modo, chi in un altro”, S. Paolo 1° Lettera ai Corinzi.
Un concetto questo, non esclusivo della cultura occidentale o giudaico-cristiana, ma diffuso anche in alcune correnti di pensiero orientali, come il buddismo e lo yoga, i quali predicano il distacco totale dall’esperienza terrena per raggiungere lo stato di grazia.
Tuttavia, le motivazioni di questi ultimi non sono dettate dal moralismo o dalle leggi di Mosè, ma dall’aspirazione di liberare lo spirito, dal peso degli impulsi del corpo.
Sempre in oriente però da millenni, esistono altre correnti di pensiero come il Taoismo o il Buddismo Tantrico, i quali vedono nella pratica sessuale il mezzo per conseguire un’evoluzione spirituale. Al contrario dell’ideale giudaico-cristiano basato sulla rinuncia del sesso, queste discipline fondano la propria dottrina su una profonda conoscenza del ruolo che le energie sessuali giocano nella trasformazione del nostro essere, così come dell’importanza della sua “corretta gestione” per scoprire nuovi modi di percezione e conoscenza. Già Platone riconosceva che l’Eros poneva l’uomo in uno stato elevato d’esaltazione al punto di assimilare l’essere, che è trasportato dall’Eros, al veggente, all’iniziato dionisiaco, al profeta, al vate.
A questo punto dunque sorgono spontanee una serie di domande: quale di questi due concetti è quello giusto? Spiritualità e sessualità si escludono a vicenda, o al contrario si può vivere la sessualità ed essere spirituali allo stesso tempo?
È curioso verificare che grandi uomini del passato i cui insegnamenti hanno comunicato pace e conoscenza indipendentemente dal fatto che predicavano ai propri discepoli una sessualità moderata, abbiano avuto relazioni matrimoniali e non, oltre a che, una nutrita schiera di figli. Pitagora ad esempio, affermava che il sesso andava praticato “solo se ci si voleva debilitare”, ma lui stesso aveva moglie e figli. Allo stesso modo, anche altri personaggi che incitavano l’uomo ad impegnarsi nella via della conoscenza, hanno avuto una piena vita sessuale nell’ambito della famiglia e al di fuori di essa. Fra questi spiccano maestri tibetani come Marpa, alchimisti come Paracelso, taumaturghi come Cagliostro, occultisti come Eliphas Levi o più recenti, come Edgard Cayce, Gurdjieff e Steiner. Per non parlare dei testi sacri di molte religioni nei quali abbondano passaggi con riferimenti erotici, come quelli per esempio, in cui si distingue la figura di Krishna, il quale negli Upanisads, a fianco delle sue tante donne, le Kores, dà corpo a uno dei canti più erotici e belli che non siano mai stati scritti. Anche personaggi biblici come Salomone e Davide non rinunciarono al piacere della carne, e ancora nella Bibbia nel “Cantico dei Cantici” troviamo una vera e propria apologia dell’amore sensuale. Maometto l’ultimo dei profeti, ebbe molte donne, perché affermava che era una benedizione per l’uomo stare in contatto con esse.
Sull’altro piatto della bilancia abbiamo Budda, il quale abbandonò la sua donna e la sua famiglia per dedicarsi al raggiungimento della spiritualità, così come avvenne per Shankara, Ràmanùja, Drishna o altre incarnazioni minori della divinità nella tradizione indù, che non ebbero alcuna relazione sessuale.
Per quanto concerne Gesù il Cristo, il Figlio di Dio, la più gran figura occidentale, sono state dette sul suo conto così tante storie, spesso contraddittorie, che è molto difficile sapersi orientare; da un lato i Vangeli Apocrifi sostengono che una volta riscattatosi con la crocifissione, Gesù si stabilì nel “Cachemire”, dove visse fino alla morte in compagnia di sua moglie e dei suoi figli, dall’altro alcuni sostengono che mantenne una relazione con Maria Maddalena, questo almeno appare leggendo i vari avvenimenti evangelici apocrifi e canonici.
Un aspetto che ha sempre suscitato curiosità, riguarda lo stato civile di Gesù, i Vangeli non ci dicono niente a riguardo, ma lasciano trapelare alcuni riferimenti sufficienti a fare un po’ di luce sull’argomento. Le possibilità che Gesù non fosse sposato sono pochissime, a quei tempi il matrimonio e la discendenza erano considerati fra i principali doveri di un uomo, tutto ciò risulta ancora più evidente, se si tiene conto che i discendenti della stirpe di David erano obbligati per legge a sposarsi e ad avere almeno due figli maschi.
I riferimenti a Maria Maddalena quale sposa e compagna di Gesù, sono diversi e sufficientemente realistici da farci pensare che quest’ultima non potesse essere semplicemente una fra le tante donne al seguito del Maestro. Essa è colei che unge Gesù, che esercita su di lui una forte influenza, e che suscita, anche per questo, l’invidia dei discepoli, e soprattutto di Pietro, inoltre è la prima persona a cui apparirà il Cristo dopo la sua Resurrezione (giov. 20/1).
I Vangeli gnostici (rotoli di Nag Hammadi risalenti al 1° secolo D.C. ritrovati nell’alto Egitto nel 1945) sono abbastanza espliciti a riguardo, e nel Vangelo di Filippo ne troviamo una conferma:
“E la compagna del salvatore è Maria Maddalena. Ma Cristo l’amava più di tutti i discepoli e soleva baciarla spesso sulla bocca. Gli altri discepoli n’erano offesi ed esprimevano disapprovazione. Gli dicevano: perché la ami più di tutti noi?
Il salvatore rispondeva loro: perché non vi amo come lei?…Grande è il mistero del matrimonio, giacché senza di esso il mondo non sarebbe esistito. Ora l’esistenza del mondo dipende dall’uomo e l’esistenza dell’uomo dal matrimonio”.
Si è molto discusso, anche sull’identità stessa di Maria Maddalena, essa e Maria di Betania, (colei che con Marta pregò Gesù di venire a guarire Lazzaro) appaiono come la stessa persona, ma ciò non è chiaro nei Vangeli che in molti casi le citano come due distinte persone, alcuni studiosi affermano che si tratti di una censura voluta, se Maria di Betania era una peccatrice ed era Maria Maddalena o Maria Magdala, la confusione e le precauzioni degli autori dei Vangeli acquisterebbero un certo senso. Non meno controversa appare l’accusa secondo cui Maria sarebbe stata una prostituta, mentre il termine originale sembra indicare più una peccatrice o molto probabilmente una donna che non osservava la legge ebraica.
Negli interessanti libri di Laurence Gardner, “La misteriosa origine del re del Graal” e “La linea di sangue del Santo Graal”, Maria (variazione di Miriam) non era solo un nome ma un titolo, le “Miriam” facevano parte di un ordine spirituale all’interno di una comunità: mentre i “Mosè” erano coloro che si occupavano degli uomini nelle cerimonie, alle Miriam spettava il compito di guidare le donne. La Chiesa ha sempre cercato di contrastare la figura femminile all’interno della religione Cattolica e si può affermare che lo abbia fatto con successo, infatti, come sposa di Gesù e madre dei suoi eredi, la Maddalena rappresentava una seria minaccia al potere acquisito tramite la successione apostolica. Pietro e Paolo furono quindi le principali fonti da cui la Chiesa trasse l’ispirazione nella sua battaglia contro la donna: “La dona impari in silenzio, in ogni soggezione. Ma io non permetto alla donna d’insegnare n’è d’usare autorità sopra il marito, ma ordino che stia in silenzio”, S. Paolo 1° lettera a Timoteo (2: 11-12).
Le stesse madonne nere presenti in numero considerevole soprattutto in Francia, hanno creato non poco imbarazzo alla Chiesa Cattolica, da Lilith ad Iside fino alla Maddalena, esse rappresentano, infatti, il potere matriarcale e la saggezza femminile in contrasto con la madonna bianca tradizionale Maria, la madre di Gesù, anch’essa una Miriam, in origine.
Sappiamo con una certa sicurezza che la Maddalena lasciò la Palestina dopo la morte (vera o presunta) di Gesù e con i figli avuti con quest’ultimo, accompagnata da Giuseppe d’Arimatea salpò per raggiungere il sud della Francia ed esattamente a Ratis noto poi come Saintes Maries de la mer. Da qui in poi realtà e leggenda assumono contorni indefiniti, per quanto esistono numerose pubblicazioni che raccontano la vita della Santa, in parte certamente frutto di pura fantasia in parte però, nate da leggende che hanno un possibile riscontro con la realtà dei fatti. Il culto s’insediò quindi nella Linguadoca, dove a tutt’oggi è ben vivo, soprattutto a Rennes le Chateau. Il fatto stesso che i monaci Cistercensi ed i cavalieri Templari l’avessero in enorme considerazione, ci porta a credere che le stesse cattedrali di Francia, siano dedicate a “Nostra Signora” Maria Maddalena.
La versione della Chiesa Cattolica, per la quale la madre di Gesù fu vergine prima e dopo il parto, afferma che il figlio di Dio dopo la resurrezione salì al cielo vergine, così com’era nato. Si è poi voluto dedurre dalla frase che il Cristo pronunciò davanti a Pietro sulle sponde del lago di Tiberiade: “Lascia tutto quello che hai e seguimi”, che il Figlio di Dio richiedesse la castità da parte dei suoi discepoli, dimenticando che molti di loro erano sposati ed avevano figli, e che nei Vangeli (canonici) si fa riferimento più di una volta, alle “pie donne” ed alla “suocera” di Pietro, che fin dal primo momento seguirono l’opera e la predicazione del Maestro. In realtà, attenendosi alla dottrina evangelica del Nuovo Testamento, mai è detto espressamente che l’atto sessuale è considerato peccato, e non è scritto da nessuna parte che Gesù fosse casto, o che casti fossero i suoi apostoli, è altresì vero però che non è scritto che non lo fossero (nei Vangeli canonici), ma questo non esclude nessuna ipotesi.
Del resto nel trasformare l’acqua in vino durante le nozze di Canaa, Gesù non volle benedire solo il sacramento del matrimonio come unica via per praticare il sesso, ma sopratutto ricordare che l’atto sessuale non deve essere profanato e che la donna deve essere rispettata sia com’essere umano sia com’essere spirituale. Ricordo inoltre, che alcuni dei primi Padri della“Chiesa Cattolica” affermavano che la donna era priva d’anima e quindi simile alle bestie, poiché non possedendo un’anima era come un animale, ovvero priva d’anima.
Tutti questi esempi, come ha rilevato Frithjof Schuon filosofo contemporaneo delle religioni, nel suo libro L’esoterismo come principio e via, “Sembrano indicare che la castità assoluta sia più che altro una questione di vocazione e temperamento e non una condizione imprescindibile verso l’evoluzione spirituale”.
Nel Talmud è scritto, che la gloria dello “Shekinah”, ovvero la presenza di Dio, che secondo la Bibbia risiedeva tra le ali dei due Cherubini posti in cima all’Arca della Alleanza, è posta sul “talamo nuziale”, ha significare che durante l’atto sessuale, l’unione fisica e spirituale dei due corpi genera quelle energie tipiche della divinità, che rendono l’essere umano un Dio creatore, e non soltanto sul piano fisico tramite la procreazione ma anche e soprattutto sul piano astrale, generando e proiettando immagini benefiche d’amore e di soddisfazione.
I pensieri ed i sentimenti sono energie potenti, che proiettiamo continuamente nell’ambiente che ci circonda, queste, sono definite dalle scuole esoteriche, come “Elementari” che ogni essere umano crea incessantemente.
La scienza ufficiale ha dimostrato che il cervello di un uomo felice, rilascia delle sostanze benefiche, i Neurotrasmettitori (dopamina, serotonina, ossitocina, prolactina, ecc… ) che sostengono l’intero organismo umano, e questo a ulteriore dimostrazione che l’uomo, a differenza dell’animale, è un organismo biologico complesso, formato non solo dal corpo fisico ma anche e soprattutto dalla sua parte mentale.
S. Agostino nei suoi scritti afferma:
“Amate e fate quel che volete, purché ciò, non sia contrario a Dio”.
E continua dicendo:
”Sé ti piacciono i corpi, trai motivo da essi per lodare Iddio e riporta l’amore sul loro creatore, affinché tu non gli dispiaccia negli esseri che piacciono a te”.
Agostino d’Ippona – Confessioni.
Al cervello umano sono associati la coscienza, il pensiero, la personalità, le emozioni, i ricordi; in ultima analisi tutto ciò che ci rende uomini e singolarmente differenti l’uno dall’altro. L’unità costitutiva del cervello è rappresentata da cellule specializzate dette “Neuroni”, un neurone riceve segnali elettrici nelle sue radici, che prendono il nome di “Dendriti” questi sono sommati tra loro e viaggiano lungo un fusto che prende il nome di “Assone”, grazie ad un meccanismo attivo che ne impedisce l’attenuazione, per arrivare ai rami che prendono il nome di “Terminazioni Assoniche”. Il compito di un neurone è ricevere segnali elettrici da altri neuroni, analizzarli e quindi, attraverso l’assone, inviare questo segnale elaborato ad altri neuroni. Questo processo è alla base di ogni nostra percezione, sensazione, memoria, emozione o pensiero, e pertanto, anche e soprattutto nell’azione sessuale.
Ogni attività mentale deve necessariamente ricondursi a flussi di “Ioni” in regioni specifiche del cervello. I neuroni entrano in contatto tra loro, tramite strutture puntiformi dette “Sinapsi”, dove le diramazioni dell’assone di un neurone e i dendriti dell’altro si avvicinano sino a ridurre la loro distanza a frazioni di un millesimo di millimetro, le diramazioni degli assoni sono supportate da centinaia o migliaia di queste sinapsi che si susseguono ad intervalli in parte regolari. Nella sinapsi e contenuta una molecola detta “Neurotrasmettitore”, quando un segnale elettrico giunge alla sinapsi, una certa quantità di questa molecola è rilasciata per legarsi immediatamente ad una proteina detta “Recettore” presente sul neurone, che si trova dall’altro lato della sinapsi, modificando localmente le proprietà elettriche del dendrita. Questa trasformazione di un segnale elettrico in un segnale chimico, e poi nuovamente in un segnale elettrico, rappresenta la base molecolare del funzionamento del sistema nervoso.
Gli “Ormoni” agiscono in maniera simile ai neurotrasmettitori, e per esercitare la propria azione a livello cellulare, devono legarsi a specifici recettori denominati per l’appunto “Recettori per gli Ormoni”. Una cellula può rispondere ad un neurotrasmettitore o ad un ormone solo se produce i recettori adeguati, la differenza tra i due tipi di segnali è nella distanza alla quale gli effetti sono esercitati: i neurotrasmettitori agiscono localmente a livello della sinapsi, mentre gli ormoni che sono rilasciati nel sangue, agiscono globalmente su tutto l’organismo.
I tempi d’azione dei neurotrasmettitori sono brevissimi (millesimo di secondo) mentre quelli degli ormoni possono essere lenti (minuti o ore).
Alla base delle nostre attività mentali quindi, c’è una complicatissima armonia neuronale che attiva zone specifiche del nostro cervello, in una determinata sequenza temporale.
Per incontrare l’area cerebrale preposta all’azione sessuale, è necessario allontanarsi dalle ampie superfici della corteccia esterna ed addentrarsi all’interno della materia dove sono localizzati quei circuiti neuronali che controllano le funzioni elementari e vegetative. La meta del nostro viaggio è una piccola regione, detta “Ipotalamo”, posta alla base del cervello che costituisce la sede centrale del cervello sessuale.
Harvey Cushing, un neurochirurgo che nella prima metà del novecento mise a nudo l’importanza dell’ipotalamo per il controllo delle pulsioni, disse: “Qui, in questo punto ben nascosto che potrebbe quasi essere coperto dall’unghia di un pollice, ha sede la vera natura primitiva, vegetativa, emozionale riproduttiva, alla quale l’uomo ha sovrapposto, con successo quasi marcato, una corteccia di inibizioni”.
L’ipotalamo esercita due funzioni differenti, ma strettamente correlate tra loro: il controllo della produzione di ormoni, e quindi delle funzioni fisiologiche vegetative, e l’espressione di svariati componenti elementari, tra cui l’alimentazione l’aggressione, ed il comportamento sessuale.
L’ipotalamo rappresenta quindi l’interfaccia tra il mondo mentale e quello della fisiologia organica, il punto nevralgico che nel cervello integra gli stimoli provenienti dai centri superiori (dalla corteccia cerebrale, per esempio) e le informazioni provenienti dagli organi periferici, per tradurre cambiamenti nelle attività cerebrali in variazioni di parametri fisiologici e nell’esecuzione degli schemi comportamentali innati, legati alla sopravvivenza e alla riproduzione.
L’importanza dell’ipotalamo per il comportamento sessuale è duplice, in primo luogo, l’ipotalamo insieme alla “Ipofisi” che ad esso è strettamente collegata, è l’unica regione del cervello in grado di produrre ormoni e rilasciarli nel circolo sanguigno, nel caso degli ormoni sessuali, l’ipotalamo produce delle sostanze (gonadotropine) le quali stimolano il rilascio di ormoni da parte dell’ipofisi.
Questi ormoni prodotti dall’ipofisi controllano direttamente la produzione e la maturazione degli spermatozoi nell’uomo e l’ovulazione nella donna e inoltre dirigono la produzione dell’ormone sessuale maschile (testosterone) da parte dei testicoli e degli ormoni sessuali femminili (estradiolo e progesterone) da parte delle ovaie, le variazioni ormonali alla base del ciclo mestruale sono generate dall’ipotalamo, ed è a livello dell’asse ipotalamo-ipofisi che agisce la pillola anticoncezionale impedendo la produzione di quell’ormone ipofisario che induce l’ovulazione.
L’ipotalamo controlla inoltre l’esecuzione fisica dell’accoppiamento tramite i nuclei situati nella sua regione anteriore e centrale, tra questi uno in particolare, chiamato “BNST”, sembra essere di importanza fondamentale per l’espressione del comportamento sessuale.
Questo particolare nucleo, controlla in maniera specifica l’esecuzione dell’atto sessuale, la coordinazione di quello schema motorio innato, che costituisce l’atto stesso.
Una lunga serie di studi ha cercato di correlare i livelli di testosterone nel sangue con l’aggressività dei maschi della nostra specie, i livelli di produzione di testosterone sono molto plastici e possono variare velocemente in base alla situazione contingente.
Negli animali sociali il maschio dominante mostra sempre livelli di testosterone più alti, negli uomini, una situazione simile ad un confronto per la supremazia è offerta dalle competizioni sportive, durante una gara, i livelli di testosterone aumentano in entrambi i concorrenti, per poi crollare nello sconfitto e raggiungere un elevato picco nel vincitore.
Tutto ciò dimostra che il meccanismo che produce l’attività sessuale dell’essere umano è incondizionato ed involontario, perché prodotto da componenti indispensabili alla salute stessa dell’individuo (ormoni e neurotrasmettitori) e non è, soltanto il mezzo per riprodursi, ma anche il modo con cui confrontarsi con gli altri ed il tramite con cui l’organismo, pianifica la sua fisiologia, liberando quelle sostanze che nutrono e stimolano il proprio apparato biologico e mentale.
Sono noti a tutti, i gravi disturbi fisici e psicologici a cui vanno spesso incontro le donne che affrontano la menopausa, quel periodo di transizione in cui la donna per età, per trauma o per patologia, perde la propria capacità riproduttiva, perché, le sue ghiandole endocrine non emettono più o nella giusta quantità, gli ormoni necessari alla procreazione. La “Ginecologia” moderna, somministra a questi pazienti sufficienti dosi di ormoni, in maniera da sopperire, gradatamente, ai sintomi che questa carenza impone.
Se il Creatore, e con esso l’evoluzione, a fatto sì che l’uomo si riproducesse tramite il sesso (come del resto tutti gli animali superiori), e componente primaria di questa attività è l’azione mentale, (gli animali si riproducono per istinto, nei maschi ogni femmina in estro è idonea alla riproduzione, solo le femmine a loro modo, scelgono colui che dovrà donare i propri geni, per la loro prole) ci sarà pure una ragione, ragione che a noi miseri mortali che guardiamo verso il cielo sfugge, ma sicuramente ci sarà.
Le parole ebraiche ”Sacr va N’cabah” indicano i nomi degli organi sessuali.
La traduzione letteraria di “Sacr” è “apportatore di seme” mentre “N’cabah” è “madre” o “genitrice”.
La sacralità del matrimonio è data dalla volontà divina di unire per sempre due esseri:
“L’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà alla propria moglie e così i due diverranno una sola carne” (Matteo 19/3), da questa frase evangelica nasce il vincolo indivisibile del matrimonio, ma mi chiedo, quale essere umano può dividere ciò che Dio ha unito?
Quanti di noi conoscono coppie che si amano e si ameranno per tutta la vita e sicuramente anche dopo? E quanti invece conoscono coppie che dopo poco si sono divise o si divideranno? (Continua...)