mar, 23 aprile 2024

Lo scarabocchio del bambino

Scarabocchi dei bambini e degli adulti : quali differenze?

Scarabocchio
C’è una notevole differenza fra lo scarabocchio dell’adulto e quello del bambino: nel primo caso si tratta di un’attività legata alla distensione o alla riattivazione della concentrazione, mentre nel secondo caso ha il significato di un importantissimo passaggio dal punto di vista cognitivo ed affettivo.
Infatti per il bambino lo scarabocchio è l’esperienza che gli permette di cominciare a misurarsi con l’utilizzo dello spazio e, contemporaneamente, di creare una traccia visiva di se stesso: questo ripercorrere la gestualità “primitiva” che “lascia un’impronta” diventa la testimonianza della sua esistenza, e rappresenta il primo passo verso altre due attività basilari per la sua formazione, il disegno e la scrittura.
Il bambino comincia a scarabocchiare molto presto, già nel secondo anno di vita, per passare, tra il terzo e il quarto anno, alla produzione dei primi disegni spontanei.
Fra i 2 e i 4 anni è “tutto immerso nel tentativo arduo di comprendere il mondo, interpretarlo, adattarsi ad esso e assimilarlo, usando strutture cognitive già presenti, ed infine rappresentarlo.” E poiché si tratta di “un lavoro immenso che gli esseri umani sono in grado di compiere solo durante l’infanzia, e che va ben al di là delle capacità dell’adulto”, e poiché la maggioranza degli addetti ai lavori ritiene che “anche i primi tracciati infantili su un foglio esprimano molto di più di quanto noi adulti siamo capaci di leggervi”, gli autori sono assai cauti nell’utilizzare genericamente il termine scarabocchio, preferendo quello di “disegno pre-figurativo”.
Al di là delle definizioni è importante ricordare che per il bambino si tratta, comunque e sempre, di una vera e fondamentale forma di linguaggio spontaneo : le sue creazioni grafiche sono l’espressione del suo mondo, e il mondo dell’infanzia ha i suoi codici di comunicazione, necessariamente diversi da quello dell’adulto, che risultano inevitabilmente mediati dalla cultura, dalla padronanza della motricità fine e dalla tecnica.
Ogni modalità grafica corrisponde a strutture mentali diverse: il bambino che quasi fotografa la realtà con un disegno descrittivo ha un’intelligenza spaziale, oggettiva, che ha bisogno di un approccio educativo ricco di spiegazioni; il bambino dal disegno narrativo, che procede in maniera temporale, alle spiegazioni preferisce i racconti; il bambino dal disegno definito ritmico, che esprime la realtà con precisione di tratti e ricchezza di colori, ha un’intelligenza emotiva, che fiorisce in un clima di affettività; il bambino dal disegno valutativo, che rappresenta la realtà in base alla valorizzazione o alla svalorizzazione degli oggetti riprodotti, ha un’intelligenza di tipo sociale, e da chi gli sta accanto si aspetta autorevolezza.

tratto da :
"Lo scarabocchio. Il tratto d'unione fra noi e il nostro inconscio" di Marisa Paschero
Ed. Amrita, Capitolo 15

Scheda dettagli:

Data: 11 ottobre 2022Autore: Marisa Paschero
Fonte/Casa Editrice: Ed. Amrita, Torino, 2018
Profilo Pubblico di:

Marisa Paschero

Marisa Paschero, grafologa, ha una formazione interdisciplinare che abbraccia metodi diversi e privilegia l'approccio simbolico alla scrittura in ogni sua espressione, Laureata in Lettere, specializzata in Grafologia per l'età evolutiva e in tecnica peritale, rieducatrice della scrittura e…

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