Le donne iraniane sono in rivolta, ma per il momento l'unico risultato sembra il loro arresto. Sono ormai cinquanta le manifestanti imprigionate. Tra di loro Parvin Andalan, alla quale è stato assegnato il premio Olof Palme per il suo impegno. Arrestata all'aeroporto mentre era in procinto di partire per partecipare alla cerimonia, ha dovuto rinunciare.
Sono diritti basilari dell'esistenza umana quei principi per i quali le donne iraniane si stanno battendo. Ad esempio, il padre o il marito di una donna vittima di violenza sessuale hanno il diritto di ucciderla per "ripristinare" l'onore della famiglia. Una donna ha bisogno del consenso scritto del marito per ottenere un lavoro, e così via.
Difficile capire quali siano i sentimenti veri della popolazione. L'Iran, che prima della rivoluzione khomeinista era uno dei paesi in cui le donne godevano di notevoli libertà, è oggi coperto da una coltre di silenzio indotta dalla paura. La polizia speciale islamica infatti terrorizza la popolazione, non solo femminile, controllando e pattugliando strade e luoghi pubblici in cerca di infrazioni al codice di abbigliamento e di comportamento di entrambi i sessi.