dom, 05 maggio 2024

Gli Occhi di Kary

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Oggi è purtroppo all’ordine del giorno parlare, o sentir parlare, della violenza sulle donne. Le donne sono sempre state oggetto di violenza o persecuzione nella storia, poi con la rivoluzione femminista hanno riconquistato posizioni nell’universo maschile e, almeno nei paesi più civilizzati sembrava che lo spettro della prepotenza indiscriminata contro di loro fosse quasi svanito. Ci rendiamo conto invece che non è così. Perché allora, dobbiamo chiederci, questa ricaduta, perché ci sono, citando un libo famoso, “uomini che odiano le donne”? Molte risposte diverse si affolleranno sulle labbra di tutti, focalizziamoci sulla mia. La risposta di Mariella, una tra le tante: perché le donne stanno piano piano riprendendo coscienza della loro natura magica, del loro essere per natura unite al divino, perché le donne sono vita, ciclica e perenne, la Madre Terra è una divinità femminile che si rivolge direttamente a loro e le donne stanno ri-cominciando a sentire la sua voce. Pensiamo ai libri degli scrittori sudamericani, come Isabel Allende che ha scritto “La casa degli Spiriti”, qui la magia si manifesta e si rivela solo alle donne, gli uomini ne sono esclusi e piombano nella violenza familiare e politica, mentre le protagoniste riescono a vivere, partecipando attivamente alle vicende politiche senza mai perdere il contatto con l’elemento magico e soprannaturale.

Il risveglio del divino femminile
Il richiamo verso il divino femminile ogni donna lo porta e lo avverte in sé, anche quando lo trascura o se ne allontana. Pensiamo al movimento femminista, per esempio, che seppur utile nelle istante ci ha un po’ mascolinizzate. Oggigiorno viviamo però una nuova e più piena coscienza di ciò che significa essere donna. Ognuna di noi sta imparando a lasciare aperte le porte del suo essere per connettersi con l’anima femminile del mondo, senza vergogna, consapevole che questa “diversità” non è una colpa o uno svantaggio, ma è la sua vera essenza.
Questa intima connessione di noi donne con il divino femminile non risolve di per sé la condizione sociale: a volte, compiere alcune che possono portare angoscia nei nostri cuori, non è abdicabile. Non dimentichiamo che nel sottobosco delle assunzioni esistono ancora, purtroppo, aziende che impongono alle donne di firmare una lettera di licenziamento preventiva da utilizzarsi all’uopo di una gravidanza. Per molto tempo, generare vita, ha rappresentato, prima ancora di essere un’esperienza di straordinaria potenza, un costo per il mercato. Per troppo tempo, e non ne siamo ancora del tutto fuori, la donna si è trovata a dover scegliere tra l’essere madre e il portare avanti la propria realizzazione personale.

L’interruzione di una gravidanza, è una scelta molto personale, la donna la deve compiere, da sola, in piena consapevolezza e lei soltanto ne porterà il ricordo, anche se i motivi che l’hanno spinta a rinunciare a dare la vita sono stati ponderati. Personalmente, sono molto lontana da qualunque giudizio morale, tuttavia so, per esperienza professionale, quale impatto emotivo possa avere una scelta di questo tipo, per quanto ponderata.

La scelta involontaria di Kary
Anni fa mi sono spostata per lavoro nelle Marche e durante un incontro di guarigione del grembo ho conosciuto una ragazza, Kary. Dolce e timida mi raccontò che era stata fidanzata per dieci anni con un ragazzo che amava molto, il coronamento di questo amore avrebbe dovuto essere un figlio, intensamente desiderato e mai arrivato. Mentre parlavamo le chiesi con molto tatto se aveva avuto gravidanze precedenti, magari non andate a buon fine e lei mi raccontò, con le lacrime agli occhi, che sospettava di aver perso un bambino in un bruttissimo incidente in cui ha anche rischiato la vita. Kary mi aprì il suo cuore e forse per la prima volta si confidò raccontandomi che durante la sua degenza in ospedale, mentre era in stato di incoscienza, sognava spesso un bambino che la salutava con la mano e, ancora fino al giorno in cui ci siamo incontrate, nel mese in cui decorreva l’anniversario di quel terribile incidente, lei sognava. E nel suo sogno un bimbo la salutava muovendo timidamente la mano.

Sogno e realtà: il risveglio
Iniziai la sessione di armonizzazione del grembo, percorsi piano tutto il procedimento senza alcuna aspettativa particolare, ascoltai e visualizzai immagini di vite passate, fino a quando, all’improvviso, mi si impose l’immagine di un bambino. Aveva circa 6 anni, una luce bellissima negli occhi luccicanti e mi si avvicinava adagio, quasi timoroso, mi disse che voleva salutare la sua mamma per l’ultima volta. Lo guardai avvicinarsi a Kary, che aveva gli occhi chiusi e la loro immagine, il loro viso si fusero e divennero un tutt’uno. L’emozione mi prese il cuore mentre pensavo: « Sono una persona veramente fortunata a poter testimoniare di questa magia!». E nello stesso tempo mi resi conto che sarebbe stato molto complicato, difficile da spiegare e forse difficile da comprendere, raccontare ciò a cui avevo assistito.

Finita la sessione le chiesi come stava e come si sentisse, con mia grande gioia Kary mi disse che si era addormentata e aveva sognato un bambino che la chiamava mamma, che il suo cuore batteva forte mentre si abbracciavano e lei lo guardava, me lo descrisse nei particolari, poi mi guardò e dai miei occhi capì che non era stato un sogno. Quello che era accaduto lo avevamo vissuto insieme, eravamo due testimoni privilegiate di un piccolo miracolo. Il sogno era divenuto realtà.

Consapevolezza e Testimonianza
Kary mi inviò subiti dopo diversi mesi una mail:
“… ho iniziato il mio percorso di crescita personale nel novembre del 2015, dopo la fine di un lungo tormentato fidanzamento. All’inizio del rapporto persi tragicamente un bambino… ero molto giovane… da quel momento un inconsapevole senso di colpa, rancore, forse rabbia mi portarono a soffrire di disturbi dell’alimentazione, accompagnati da ansia, depressione e problemi all’utero. Durante un incontro di meditazione nell’associazione della mia cara amica …, parlando delle mie problematiche, lei mi propose di fare la benedizione del grembo con Mariella. Qualche settimana dopo mi presentai all’appuntamento. Mariella mi accolse gentilmente, mi fece sdraiare sul lettino e quasi da subito incominciai a sentire l’energia che scorreva in ogni parte del mio corpo, prima in modo prepotente, poi passando attraverso uno stato di leggerezza indescrivibile. Ho visto frammenti di situazioni vissute nel passato, immagini che ancora ora non so spiegare, tutto in modo molto sereno … quando all’improvviso in maniera inaspettata mi sono ritrovata il voto di un bambino sul viso ….. Finita la seduta ne parlo con Mariella e mi rendo conto che si trattava di mio figlio, che si era avvicinato per darmi un bacio in fronte. Ci siamo commosse, abbracciate e ringraziate a vicenda per la bellissima esperienza. Da quel momento dolore e angoscia sono spariti, svaniti completamente …”

Gli occhi come specchio dell’anima
Sono stati gli occhi di Kary, gli occhi delle donne che hanno preso coscienza di sé, a farmi comprendere che ciò che teniamo nell’inconscio, ciò che non è liberato, si manifesta attraverso il nostro corpo, i dolori che ci affliggono, la nostra stessa postura mentre ci muoviamo, e i nostri occhi, che vedono il mondo attraverso un velo. Un filosofo tedesco, Schopenhauer, ha parlato di un velo che posto davanti ai nostro occhi e ci impedisce di vedere la realtà nella sua completezza, perché ci appare distorta, quello che vediamo sono solo ombre, per andare oltre, per trovare la verità, bisogna squarciare il “velo di Maya” . Solo così i nostri occhi arriveranno alla vera essenza delle cose e potremo superare le angosce e i dolori della vita.

Ciò che io auspico per tutte le donne è che riescano a vedere oltre quel velo, perché il mondo è una rivelazione inaspettata.

Mariella Bianco
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Scheda dettagli:

Data: 21 marzo 2018Autore: Mariella Bianco
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In Cammino Verso la Scoperta di te Il Cigno e il Labirinto nasce dalla passione e dalla dedizione di tre operatrici specializzate in diverse discipline olistiche e spirituali, dapprima come gruppo informale, poi, nel 2014, con l’arrivo di “Romeo”, nome affettuoso con cui chiamiamo la sede, il gruppo…

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