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I suoi seguaci vengono chiamati Jaina, da Jina (il “vincitore”), epiteto di Vardhamana, uno dei suoi grandi maestri vissuto, secondo la tradizione, fra il 539 e il 467 a.C. Conta più di 3 milioni di adepti, concentrati soprattutto nel Gujarat (regione nordoccidentale dell’India) e appartenenti per lo più alle classi alte. L’etica giainista è regolata da cinque “voti”: il rispetto assoluto verso qualsiasi forma di vita (ahimsa); la sincerità; il rispetto della proprietà altrui a meno che non ne venga fatto dono; la castità; il non attaccamento ai beni materiali. Mentre per la comunità monastica è strettamente obbligatorio il rispetto dei cinque voti, per i laici sono facoltativi il quarto e il quinto.