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Zoo di Zurigo: Creata Una Foresta in Miniatura
allevando animali domestici o specie selvatiche, o ricreando ambienti e coltivando giardini. Il biologo Edward O. Wilson ha coniato per questa pulsione il termine di "biofilia", amore per la vita in ogni sua manifestazione. Gli zoo e gli acquari, ma anche gli orti botanici e i musei di storia naturale di tutto il mondo, ne sono tipiche manifestazioni. Dalla curiosità e dall'eccezionalità di animali esibiti in "menageries" ambulanti, o in parchi di reali, siamo via via passati a un approccio più quotidiano, e ai giardini zoologici intesi come parchi educativi. Più di recente, ha avuto un crescente successo il concetto di "bioparco", con animali allevati per fini conservazionistici, con un’attenzione ai problemi di salvaguardia, anche degli ambienti naturali. Ma, come esporre e conservare interi ecosistemi? Con il progredire della tecnologia anche questo è stato - alla fine - possibile. Succede, per esempio, in una nuova "dépendance" dello Zoo di Zurigo. Nella vastissima serra di 11.000 metri quadrati (200.000 metri cubi) della "Masoala Regenwald" è stata riprodotta una foresta pluviale del Madagascar. Per me, che ho avuto la fortuna per due anni di fare ricerche erpetologiche proprio nella foresta di Masoala, entrare nel clima caldo e umido di questa super-serra è stato come tornare là, al Tropico del Capricorno! Nella "Masoala Regenwald", un gioiello di natura e di tecnica totalmente finanziato da privati (per un costo di 34 milioni di euro) sono state messe a dimora molte piante tipiche della foresta pluviale di bassa altitudine, come l'albero del viaggiatore (Ravenala), papaie, litchis, e palme di varie specie. In totale, sono 100 alberi di grande taglia, 1600 piccoli alberi e palme, 400 bambù e 4200 orchidee. Che si sviluppano in altezza senza problemi, visto che la serra svetta per oltre 30 metri. Gli animali sono liberi di muoversi come nel loro habitat naturale. E’ possibile osservare decine di uccelli, insieme con i pipistrelli giganti (megachirotteri). Con l'occhio dell'erpetologo ho poi ammirato diversi gechi diurni del genere Phelsuma, nonché alcuni camaleonti pantera (Furcifer pardalis). Fra l'altro questi animali vengono studiati dentro la serra proprio come in natura: una studentessa del Museo König di Bonn, ad esempio, sta analizzando le Phelsuma con il ben noto sistema della radio-telemetria. Sfortunatamente, aggirandomi fra i bacini ricreati non ho potuto avvertire il richiamo di rane e raganelle! Difficile pretendere che riescano a sopravvivere a decine di piccoli aironi! Qua e là, poi, si possono anche vedere dei lemuri, perfettamente acclimatati. Insomma, un risultato davvero straordinario. Gli oltre due milioni di visitatori che hanno ammirato la "Masoala Regenwald" dall'inaugurazione ad oggi hanno contribuito con il biglietto pagato anche a proteggere la natura in loco. Che poi è ciò che - alla fine - interessa realmente. Grazie alla stretta collaborazione con la Wildlife Conservation Society (l'ONG che gestisce il Parco Nazionale de Masoala), parte dei proventi vanno a finanziare micro-progetti di salvaguardia, proprio nel cuore della foresta di Masoala. Dunque, l'iniziativa intrapresa dallo Zoo di Zurigo (denominato Zooh!) supera il semplice collezionismo e l'esibizione di animali rari, mostrando invece una rappresentazione, seppur in scala ridotta, di un intero ecosistema. Immergersi un ambiente, con suoni e profumi (e quali effluvi caratterizzano una foresta tropicale!) è chiaramente ben diverso che ammirare sul piccolo schermo le avventure del "cacciatore di serpenti" Steve Irwin. Ovviamente non è possibile pensare al tutto come ad una biosfera isolata, con possibilità autonome di sostentamento. I curatori della Petite Masoala devono infatti provvedere quotidianamente al cibo degli animali presenti e devono monitorare continuamente le condizioni climatiche della mega-serra.
Alle 18, immancabilmente, un sistema automatico simula (ma neanche troppo!) la pioggia tropicale: guai a trovarsi all'interno in quel momento! I visitatori possono però seguire con una webcam l'evolversi della situazione, per 24 ore su 24. Meritano un'attenta visita gli indirizzi: http://www.zoo.ch/index.php?id=522 e http://www.zoo.ch/Panoramabilder.970.0.html. Un ristorante panoramico e un bookshop completano il tutto, con vendita di gadget tematici, che, se possono far arricciare il naso ai puristi della conservazione, portano indubbiamente ad maggior sensibilità per le azioni di salvaguardia.
Alle 18, immancabilmente, un sistema automatico simula (ma neanche troppo!) la pioggia tropicale: guai a trovarsi all'interno in quel momento! I visitatori possono però seguire con una webcam l'evolversi della situazione, per 24 ore su 24. Meritano un'attenta visita gli indirizzi: http://www.zoo.ch/index.php?id=522 e http://www.zoo.ch/Panoramabilder.970.0.html. Un ristorante panoramico e un bookshop completano il tutto, con vendita di gadget tematici, che, se possono far arricciare il naso ai puristi della conservazione, portano indubbiamente ad maggior sensibilità per le azioni di salvaguardia.