mer, 07 maggio 2025

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Zimbabwe: Nuove Strategie per Arrestare il Mercato Nero dell'Aids

L'autorità per il controllo delle medicine in Zimbabwe (Mcaz) ha lanciato un appello al Paese chiedendo alla gente di collaborare con la polizia fornendo ogni informazione possibile sulla vendita al mercato nero di medicinali anti-Aids. L'annuncio è stato diffuso domenica dal direttore dell'Agenzia governativa, Mofios Dauramanzi, il quale intervenendo alla televisione nazionale zimbabwana ha sottolineato come la vendita di antiretrovirali non registrati rappresenti un rischio per la salute dei cittadini e una violazione della legge in vigore. Dauramanzi ha anche spiegato che è in corso, in collaborazione con la polizia, una campagna di sensibilizzazione per far comprendere alla gente i rischi connessi al consumo di medicine senza prescrizione e al di fuori di qualsiasi controllo medico. Le autorità dello Zimbabwe avevano lanciato nei mesi scorsi l'allarme su un vasto giro di contrabbando di medicinali anti-Aids provenienti dai Paesi dell'Africa australe e rivenduti sul 'mercato nero' interno senza alcun controllo sanitario. Secondo un portavoce del ministero della Sanità di Harare, lo Zimbabwe (e forse anche altri Paesi africani) sarebbe bersaglio di un'attività illecita molto lucrativa ma altrettanto pericolosa. Una rete di commercianti senza scrupoli, infatti, avrebbe iniziato ad acquistare partite di medicinali anti-Aids presso famiglie povere che vivono in Paesi i cui governi hanno già avviato programmi di distribuzione gratuita dei farmaci antiretrovirali (Arv), per rivenderli poi a prezzi ribassati in quegli Stati in cui il prezzo di un trattamento antiretrovirale è ancora troppo alto. Secondo il ministero della Sanità zimbabwano, i rischi per i pazienti sono molto elevati, dal momento che la somministrazione degli antiretrovirali necessità di un contatto costante tra paziente e medico in grado di verificare l'efficacia del medicinale e di tenere inoltre sotto controllo i possibili effetti secondari. Gli esperti sottolineano che il rischio principale legato a un trattamento casuale e a 'singhiozzo' è che l'organismo sviluppi nel tempo una forte resistenza al farmaco, rendendo di fatto nullo l'unico medicinale in grado di rallentare per il momento gli effetti più devastanti della Sindrome d'immunodeficienza acquisita (Aids/Sida). Lo Zimbabwe è uno dei Paesi più colpiti al mondo dalla sindrome, con una media di 3.000 decessi a settimana. Nel luglio del 2003, il governo aveva pubblicato un proprio studio in cui si indicava che il 24,6 % degli 11,6 milioni di abitanti del Paese era sieropositivo, pur non essendo la malattia necessariamente conclamata. Secondo le cifre fornite nel 2002 dall'agenzia delle Nazioni Unite per l'Aids, la percentuale dei sieropositivi sarebbe più alta e si aggirerebbe intorno al 33 %. Sulla base delle ricerche di un'organizzazione non governativa pubblicate recentemente dall'agenzia di stampa zimbabwana 'New Ziana', negli ospedali dello Zimbabwe circa il 70 % dei pazienti sarebbe comunque sieropositivo o malato di Aids e "il 33 % delle donne incinte nel Paese è sieropositivo".

Scheda dettagli:

Data: 3 agosto 2004
Fonte/Casa Editrice: Misna
Categoria:
Sottocategoria:
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