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Vietnam: Una Guerra Che Continua ad Uccidere Anche a Distanza di Anni
Stando a quanto annunciato nel suo ultimo numero (marzo 2002) dalla rivista francese "L'Histoire", scienziati e medici statunitensi e vietnamiti dovrebbero a breve incontrarsi per valutare, a trent'anni circa dalla fine della guerra in Vietnam, gli effetti dell'uso indiscriminato del cosiddetto "Agente Arancione", il defogliante velenoso (a base, tra le altre cose, di "diossina") che gli aerei Usa gettarono, soprattutto tra il 1965 e il 1971, abbondantemente sulle foreste vietnamite nel tentativo di togliere ogni protezione ai vietcong. Si trattò, secondo le parole dell'ammiraglio statunitense Elmo R. Zumwalt, della "più grande guerra chimica sperimentale di tutti i tempi". In codice si trattò dell'operazione "Ranch Hand", autorizzata personalmente dal presidente John Kennedy e poi confermata e ampliata dal suo successore, Lyndon B. Johnson. I circa 72 milioni di litri di "Agente Arancione" versati su un'area pari al 14% del territorio sud vietnamita non hanno avuto solo un effetto devastante dal punto di vista ambientale ma anche da quello (una volta che la diossina è entrata nel "catena alimentare") delle vittime umane sotto forma di aumenti delle forme di cancro, della mortalità infantile, delle malformazioni congenite e dei ritardi mentali. Il bilancio dell'operazione "Ranch Hand" è ancora oggi difficile: da un punto di vista ecologico ha provocato una forte erosione del terreno oltre all'estinzione della fauna e della flora in zone precedentemente molto floride; l'agricoltura è stata pesantemente condizionata per l'inquinamento del terreno mentre da un punto di vista umano i dati sono ancora più incerti: le vittime andrebbero da un minimo di 30 mila ad un massimo di due milioni. Queste cifre non tengono conto però delle vittime americane: oltre 100 mila ex veterani del Vietnam hanno presentato forme di cancro legato alla diossina e almeno tremila loro bambini presentano gravi malformazioni.