mar, 03 giugno 2025

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Torino: al Museo di Scienze Naturali, Una Mostra Sugli Animali Fantastici

“Zoologia fantastica” in mostra, fino al 9 giugno, nel Museo Regionale di Scienze Naturali (via Giolitti 38). Quella allestita con tale titolo è una singolare parata di draghi, yeti e altri mostri da lungo tempo entrati a far parte dell’immaginario collettivo. Avete presenti, per esempio, certe vivide illustrazioni dei bestiari medievali?
La rassegna organizzata al Museo delle Scienze di Torino può vantare una preziosa e accurata impostazione storica (anche se non rinuncia ad alcuni effetti spettacolari), è ricca di contenuti e corredata d’abbondante iconografia e di contributi audiovisivi, offre didascalie tradotte in francese, inglese e braille.
Soprattutto, però, per la prima volta propone ad un pubblico di tutte le età una significativa rappresentanza di esemplari “a grandezza naturale”, eseguiti in resina e materiali plastici da importanti specialisti. Sono estratti dalla straordinaria galleria di animali misteriosi e inquietanti partoriti nei secoli dalla fantasia umana e rimasti sospesi tra storia e mito, tra cronaca e leggenda, tra fantasia e scienza. Basti rammentare quel il grande Nabucodonor fece iscrivere sulla porta di Ishtar, a Babilonia: «Ho posto dei feroci Rimi e dei terribili Sirrush sui muri del portico, [...]».
Del resto, come ci ricorda l’«Amleto» di William Shakespeare, «Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quanto ne sogni la vostra filosofia». La celebre citazione introduce in modo opportuno una rassegna nata proprio dalla constatazione che, «a dispetto del ragguardevole numero di specie animali conosciute [circa un milione e mezzo], l'Uomo sembra sentire sempre il bisogno insopprimibile di inventarne delle nuove».
E’ un bisogno che si avverte già nella preistoria, e che nel corso dei millenni andrà ad arricchire un bestiario fantastico d’insospettabili dimensioni. Nati forse per motivi legati alla magia, alla filosofia e alla religione, gli animali fantastici finiscono per assumere una dimensione reale grazie all'accettazione acritica dei testi antichi, ai racconti fantasiosi di viaggiatori e avventurieri, ad abili contraffazioni di tassidermisti capaci di "costruire" strane creature assemblando parti di animali diversi e ad errate interpretazioni di resti fossili o di carcasse decomposte.
Dal famoso "Unicorno" raffigurato nelle pitture rupestri della grotta di Lascaux (Francia) al Sirrush dei Babilonesi, dalle Sirene degli antichi Greci al Leviatano della tradizione ebraica, il catalogo dei cosiddetti "mostri" prende sempre più corpo col passare del tempo. E, paradossalmente, si allunga a mano a mano che le conoscenze progrediscono.
Dalla mostra torinese, realizzata con il coordinamento dello zoologo Giusto Benedetti e su un percorso espositivo progettato da Giancarlo Prono, sono stati esclusi gli esseri attinenti più strettamente al mito, al folclore, alle più disparate forme di culto o all’invenzione letteraria. Sono stati presi in considerazione soltanto i “mostri” che, nel corso della storia, hanno trovato posto nella letteratura scientifica (ancorché intesa in senso lato…).
Nei bestiari del Medio Evo, così come in seguito nelle opere di pur illustri studiosi rinascimentali, i Draghi (protagonisti di innumerevoli leggende, in Occidente così come in Oriente), gli Unicorni, le Manticore o i Basilischi (capaci di uccidere con il respiro o semplicemente con uno sguardo) vengono descritti con la stessa accuratezza e precisione riservata ad animali più familiari come i cani o le mucche.
Segno, questo, che a quei tempi nessuno dubitava della loro reale esistenza. Non va molto meglio neppure nel Settecento, il “secolo dei lumi”. Una nuova era ha inizio nell’Ottocento, quando una pattuglia di zoologi e naturalisti (a cominciare da Darwin, Fallace e Bates) prende a girare il mondo in lungo e in largo (spesso al seguito di spedizioni commerciali, militari e geografiche). Ovviamente, la nuova generazione di studiosi non tarda a scoprire che i “mostri” del passato sono soltanto un parto dell’immaginazione …
Oggi, d’accordo, nessuno crede più alla loro esistenza. Nel Novecento, però, altre creature fantastiche ne hanno occupato il posto: il mostro di Loch Ness, lo Yeti o "uomo delle nevi" dell'Himalaya, il Sucuriju (anaconda gigante che abiterebbe le foreste amazzoniche), il Mokele-m'bembe (sorta di dinosauro che sopravvivrebbe nelle paludi dell'Africa centrale), il Sasquatch, il Chupacabras... e un'incredibile varietà d’altre creature, che «sembrano fatte apposta per stimolare la nostra curiosità e la nostra fantasia».
In fondo, dicono i suoi organizzatori, obiettivo della mostra torinese è esattamente questo: «esaminare in modo rigoroso ma al tempo stesso "leggero" il panorama della zoologia fantastica nel corso dei secoli, collocarla nei diversi contesti storici e culturali che l'hanno fatta crescere e prosperare, e lasciare un minimo di spazio ai nostri sogni» (o, a scelta, ai nostri incubi).
Hic sunt monstra - Animali fantastici e mostruosi
E’ il titolo di un ciclo di conferenze, proposto dal Museo Regionale di Scienze Naturali e dal Museo del Borgo Medioevale, in programma nelle sale dell’esposizione della mostra. Gli incontri, tenuti da docenti universitari ed esperti, sono aperti a tutti coloro che desiderano conoscere e approfondire il vasto e vario mondo degli animali fantastici, dalla civiltà egizia fino ai giorni nostri.
Questi gli argomenti, i conferenzieri e le date degli appuntamenti previsti in gennaio, sempre alle ore 17: Cercare verità, trovare mostri: il rinascimento, Alessandro Vitale-Brovarone, martedì 14; Dalla zoologia fantastica alla zoologia reale, Pietro Passerin d'Entreves, martedì 21; Il mostro in giardino. Alieni, squali e dinosauri nel cinema americano, Giaime Alonge, martedì 28.

Scheda dettagli:

Data: 7 gennaio 2003
Fonte/Casa Editrice: Volambiente

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