La libertà di stampa in Thailandia rischia di subire in futuro pesanti limitazioni. È ciò che temono due gruppi di attivisti - ‘Articolo 19’, con sede a Londra, e il Forum-Asia di Bangkok – se verrà portato a termine il progetto di un organismo controllato dal governo incaricato di vigilare sui media del Paese. In base al ‘Media Council Bill’, messo a punto da alcuni esponenti del partito al potere ‘Thai Rak Thai’, il nuovo ente dovrebbe occuparsi di stilare un codice etico e di fare in modo che venga applicato dagli operatori della comunicazione, i quali altrimenti incorrerebbero in sanzioni. Tra queste figurano la sospensione dal lavoro, la revoca delle credenziali e in certi casi persino il carcere. Sempre in base al provvedimento, sarebbe il primo ministro Thaksin Shinawatra a selezionare i 23 componenti dell’organismo di vigilanza. "Le interferenze politiche possono avere un effetto devastante sulla libertà di stampa", si legge nel comunicato congiunto diffuso dalle due associazioni, secondo le quali il modo migliore per promuovere regole etiche all’interno dei media è un codice di auto-regolamentazione. Forum-Asia e ‘Articolo 19’ rilevano che la proposta di legge è stata elaborata all’indomani di un’intervista in cui il vice primo ministro Purachai Piumsombun esprimeva critiche nei confronti di Thaksin, ex magnate delle telecomunicazioni salito al potere nel 2001.