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Tamil Nadu, India: Vietate per Legge le Conversioni Forzate
Il governo dello Stato del Tamil Nadu (India meridionale) ha presentato un’ordinanza con cui vieta le conversioni religiose forzate. In base al nuovo provvedimento, che dovrebbe diventare legge in occasione della prossima riunione dell’assemblea legislativa locale, tutti i casi di conversione da una religione all’altra dovranno essere riportati al magistrato distrettuale. Inoltre chiunque abbia convinto qualcuno ad abbracciare un nuovo credo usando la forza, la corruzione o qualsiasi altro mezzo illecito sarà punito con la prigione ed una pesante multa. Anche la minaccia di una punizione divina per coloro che rifiutano di convertirsi sarà considerata un atto di forza e punita di conseguenza. Il decreto è stato presentato dopo che, il mese scorso, da varie località del Tamil Nadu erano giunte notizie di conversioni di massa di indù fuoricasta al cristianesimo. In realtà la questione delle conversioni forzate si trascina da lungo tempo e vede opporsi induisti e cristiani, i quali si accusano l’un l’altro di eseguire queste pratiche in vari Stati dell’India. Rimarcando di essere assolutamente contraria alle conversioni forzate, la Chiesa indiana ritiene che i responsabili di azioni di questo genere abbiano una nozione distorta della conversione, la quale è semplicemente una libera scelta dell’individuo. Ribadisce comunque che l’atto di convertire qualcuno non può essere considerato fuorilegge, dal momento che la Costituzione indiana garantisce libertà di religione a qualsiasi cittadino. A questo proposito, uno degli episodi più eclatanti è avvenuto nel luglio scorso, quando suor Bridhi Ekka, delle Orsoline, è stata arrestata e condannata a 6 mesi di prigione dalla corte di appello di Ambikapur (Stato di Chattisgarh, India centrale) per conversioni forzate. La suora, rilasciata pochi giorni dopo su cauzione, sostiene che si è trattato della vendetta privata di un uomo che lei aveva accusato di mancanza di rispetto nei confronti della popolazione locale.