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Swaziland, Emergenza Disboscamento: Alberi Abbattuti per Legna da Ardere
La ricerca di legna da ardere è la nuova emergenza ambientale che rischia di compromettere la flora originaria dello Swaziland: lo afferma Ted Reilly, pioniere del 'conservazionismo' ecologico in Africa, e fondatore della ‘Big game park’, l’ente che gestisce i parchi nazionali dell’ultimo regno africano. Il boom demografico e la mancanza di risorse energetiche alternative hanno aumentato il taglio degli alberi per farne combustibile per focali domestici e camini, segnala Reilly alla agenzia dell’Onu ‘Irinnews’ sottolineando che il problema si verifica quando ad essere abbattuti non sono gli alberi a crescita rapita delle piantagioni commerciali, ma quelle specie nel libero territorio che impiegano anche 30 anni per arrivare all’età adulta. L’ecologista ricorda che è proprio la gente più povera e senza alternative a tagliare gli alberi, il più delle volte non per riscaldare la propria famiglia o per cucinare ma per vendere ai bordi delle strade i ciocchi agli abitanti delle città, che pur non avendone più bisogno continuano ad avere camini anche nelle loro abitazioni. A questo ritmo di taglio, considerando il tasso di crescita degli alberi in questione, lo Swaziland rischia di perdere almeno tre specie autoctone nei prossimi 20 anni: il ‘monzo’, conosciuto anche come ‘albero di piombo’ per la sua durezza, un particolare tipo di salice e l’acacia nilotica. Pur essendo in vigore una legge specifica contro l’abbattimento degli alberi protetti, la normativa non è rispettata perché "la gente ha tagliato alberi per vivere da sempre" e perché nelle sue attuali condizioni è ignara di "commettere un reato". Gli ecologisti suggeriscono almeno di vietare la vendita dei ciocchi ai bordi delle strade: se non altro gli abitanti della campagna riprenderanno a tagliare gli alberi solo per il loro fabbisogno e non per i cittadini; anche se la legna è una delle poche cose che hanno da vedere.