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Studio: la Dieta Ipocalorica Rallenta l'Invecchiamento del Cuore
Il fatto che mangiare in modo equilibrato e con un basso contenuto calorico faccia bene non è una novità. Ciò che non si sapeva, però, è che una dieta ipocalorica bilanciata rallenta l'invecchiamento cardiaco e permette di avere un cuore più giovane anche di decenni rispetto a chi si alimenta in modo errato.
Ciò emerge da uno studio progettato e coordinato da Luigi Fontana, ricercatore presso il Dipartimento di Sanità Alimentare ed Animale dell’Istituto Superiore di Sanità e presso il Centro di Nutrizione Umana della Washington University School of Medicine (St. Louis, Missouri, USA).
L'indagine ha preso in esame 25 volontari sani. A loro è stato chiesto di seguire per un periodo di 7 anni una dieta ipocalorica (in media 1700 calorie al dì), ma ricca di proteine (1.8 g/Kg/die) e di tutte le vitamine, i sali minerali e i micronutrienti essenziali.
Il gruppo di controllo era composto da altri 25 soggetti praticanti una tipica dieta occidentale, ricca di cibi raffinati e processati: all’incirca 2.500 calorie al giorno, di cui il 17 per cento fornito dalle proteine, il 52 per cento dai carboidrati e il 31 per cento dai grassi. La dose quotidiana di sale era inferiore nel primo gruppo (circa 2.6 grammi vs 3.4 grammi nel gruppo di controllo). Sono stati esclusi dallo studio i fumatori, i cardiopatici, i malati cronici e i soggetti in terapia anti-ipertensiva.
Ebbene, il campione di soggetti in dieta ipocalorica presentava un cuore molto più elastico ed in salute rispetto a quello del campione di controllo, tanto da sembrare più giovane di 10-15 anni.
I meccanismi che spiegano questo legame di causa-effetto tra dieta e longevità non sono ancora del tutto chiari, ma ciò che è evidente è che la restrizione calorica esercita un effetto benefico nel ridurre i livelli d’infiammazione e di fibrosi, fattori che se non controllati determinano a lungo andare un accelerato irrigidimento del tessuto miocardico.
Ciò emerge da uno studio progettato e coordinato da Luigi Fontana, ricercatore presso il Dipartimento di Sanità Alimentare ed Animale dell’Istituto Superiore di Sanità e presso il Centro di Nutrizione Umana della Washington University School of Medicine (St. Louis, Missouri, USA).
L'indagine ha preso in esame 25 volontari sani. A loro è stato chiesto di seguire per un periodo di 7 anni una dieta ipocalorica (in media 1700 calorie al dì), ma ricca di proteine (1.8 g/Kg/die) e di tutte le vitamine, i sali minerali e i micronutrienti essenziali.
Il gruppo di controllo era composto da altri 25 soggetti praticanti una tipica dieta occidentale, ricca di cibi raffinati e processati: all’incirca 2.500 calorie al giorno, di cui il 17 per cento fornito dalle proteine, il 52 per cento dai carboidrati e il 31 per cento dai grassi. La dose quotidiana di sale era inferiore nel primo gruppo (circa 2.6 grammi vs 3.4 grammi nel gruppo di controllo). Sono stati esclusi dallo studio i fumatori, i cardiopatici, i malati cronici e i soggetti in terapia anti-ipertensiva.
Ebbene, il campione di soggetti in dieta ipocalorica presentava un cuore molto più elastico ed in salute rispetto a quello del campione di controllo, tanto da sembrare più giovane di 10-15 anni.
I meccanismi che spiegano questo legame di causa-effetto tra dieta e longevità non sono ancora del tutto chiari, ma ciò che è evidente è che la restrizione calorica esercita un effetto benefico nel ridurre i livelli d’infiammazione e di fibrosi, fattori che se non controllati determinano a lungo andare un accelerato irrigidimento del tessuto miocardico.