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Sri Lanka: no a Proposta di Legge su Conversioni Forzate
“Non siamo favorevoli alla proposta di legge per proibire le conversioni religiose forzate che l’alleanza politica al governo in Sri Lanka ha deciso di presentare in parlamento perché, a nostro parere, un provvedimento del genere limita i diritti fondamentali dell’essere umano”. Lo ha detto oggi alla MISNA monsignor Oswald Thomas Colman Gomis, arcivescovo di Colombo, capitale dello Sri Lanka, commentando la notizia, diffusa in queste ore, di una proposta di legge sulle conversioni che, in verità, il governo del Paese asiatico meditava da tempo di presentare. “La nostra proposta – ha proseguito monsignor Gomis – è di avviare una discussione con il governo su questo argomento attraverso il ministro per gli Affari cristiani, Milroy Fernando. Vorremmo inoltre discuterne con tutte le parti coinvolte, ovvero i buddisti, gli induisti e le altre comunità religiose del Paese”. Il presule ha infine rilevato che il problema è già stato dibattuto nell’ambito del ‘National Christian Council’ (Consiglio nazionale cristiano), che riunisce le comunità cristiane della grande isola asiatica. Questa mattina l’Upfa (Alleanza per la libertà del popolo unito), schieramento politico al potere nell’ex-Ceylon, ha annunciato la proposta di legge anti-conversioni e contemporaneamente un parlamentare del Jhu, partito buddista all’opposizione, ha reso nota un’analoga bozza di legge sulla stessa materia, presentata però su pressione di privati cittadini. Insanguinato dai ventennali scontri tra governo e ribelli delle ‘Tigri per la liberazione della patria tamil’ (Ltte) - conflitto molto più a sfondo etnico che religioso - fino a pochi mesi fa in Sri Lanka le varie confessioni religiose convivevano in sostanziale armonia. Gli osservatori rilevano che, specialmente dallo scorso anno, hanno cominciato a serpeggiare sentimenti di ostilità tra i gruppi con fedi diverse, al punto che alcuni temono che un’eventuale legge anti-conversioni possa essere strumentalizzata – come già accade in alcuni Stati della vicina India – per perseguitare le minoranze. In Sri Lanka il 70 per cento della popolazione è buddista, il 15 per cento induista, l’8 per cento cristiana (di questi, i cattolici sono il 6,7 per cento) e il 7 per cento musulmana. misna