Solo otto cittadini cinesi su cento sanno che cosa sia l’Aids e come la sindrome da immunodeficienza acquisita possa essere contratta. Lo rivela un sondaggio realizzato nel Paese più popoloso del mondo dalla società di consulenza ‘Future Group Europe’ e dall’azienda cinese ‘Horizon Research Group’ nell’immediata vigilia della giornata mondiale per la lotta contro l’Aids. “La conoscenza della sindrome nella popolazione cinese è insufficiente, e questa cosa favorisce la diffusione della malattia” si legge nelle conclusioni stilate dalle due compagnie che hanno realizzato la ricerca. Il governo di Pechino, dopo anni di discriminazione e di disinformazione, ha annunciato che presto sarà diffusa attraverso la televisione pubblica una campagna per la prevenzione dell’Aids. Nel frattempo, dallo scorso giugno è cominciata la distribuzione di farmaci antiretrovirali a circa 80mila sieropositivi, meno del 10 per cento degli 840mila affetti da Hiv rilevati dal governo cinese, che ha ammesso anche la presenza nel Paese asiatico di 1.500 casi di Aids conclamati. Le Nazioni Unite e alcune organizzazioni non governative stimano, tuttavia, in circa di milioni i sieropositivi cinesi. L’Organizzazione mondiale della salute (Oms) ha esortato recentemente Pechino a dedicare alla lotta contro l’Hiv/Aids lo stesso impegno prodotto all’inizio dell’anno per contrastare la Sars (Severe acute respiratory syndrome)