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Scoperta: Mummia Svela il Segreto per Vivere Senza Mangiare
Analizzando il cadavere di un monaco auto mummificato, si è appreso il segreto per vivere senza mangiare nè bere.
La mummia è stata rinvenuta nel 1975 in un villaggio di Ghuen, ma la sua esistenza è stata resa nota solo recentemente, e un team di studiosi guidati dal professore di cultura asiatica Victor Mair ha quindi potuto analizzarla da vicino.
La morte del monaco è datata, tramite Carbonio 14, attorno all'anno 1475. Da quel momento il cadavere non ha subito alcun fenomeno di corruzione o putrefazione, ma si è conservato completamente inalterato fino ai giorni nostri. La mummificazione è però avvenuta con tecniche differenti rispetto a quelle conosciute: non sono stati esportati gli organi interni, e il corpo non è stato cosparso con particolari sostanze. Inoltre la mummificazione è avvenuta per opera dello stesso monaco mummificato.
La tecnica deriva da un mistico giapponese di nome Kukai, fondatore della setta Shingon, che ha trovato il modo di rallentare il metabolismo fino al punto di non sentire più l'esigenza di nutrirsi. E al momento della morte, trasformare il proprio corpo in mummia incorruttibile.
La tecnica si basa su un condizionamento graduale del corpo e su potenti tecniche di meditazione, note ai monaci tibetani, che permettono di rallentare il metabolismo anche del 64%. Si lavora su un progressivo distaccamento dal cibo: per tre anni i monaci si cibavano di sole bacche e noci, e negli anni sucessivi di corteccia e radici. Dopo cinque anni i monaci smettevano totalmente di muoversi e passavano la loro giornata a meditare. Al sopraggiungere della morte, ingurgitavano un infuso di una pianta chiamata Urishi che li faceva espellere tutti i liquidi. Quindi i monaci si avvelenavano con la cicuta e morivano. Il corpo, così facendo, si conservava integro dal momento che non vi era al suo interno alcuna traccia di acqua, di grassi, di batteri intestinali.
Lo scopo della pratica era di raggiungere l'illuminazione in una sola vita.
La mummia è stata rinvenuta nel 1975 in un villaggio di Ghuen, ma la sua esistenza è stata resa nota solo recentemente, e un team di studiosi guidati dal professore di cultura asiatica Victor Mair ha quindi potuto analizzarla da vicino.
La morte del monaco è datata, tramite Carbonio 14, attorno all'anno 1475. Da quel momento il cadavere non ha subito alcun fenomeno di corruzione o putrefazione, ma si è conservato completamente inalterato fino ai giorni nostri. La mummificazione è però avvenuta con tecniche differenti rispetto a quelle conosciute: non sono stati esportati gli organi interni, e il corpo non è stato cosparso con particolari sostanze. Inoltre la mummificazione è avvenuta per opera dello stesso monaco mummificato.
La tecnica deriva da un mistico giapponese di nome Kukai, fondatore della setta Shingon, che ha trovato il modo di rallentare il metabolismo fino al punto di non sentire più l'esigenza di nutrirsi. E al momento della morte, trasformare il proprio corpo in mummia incorruttibile.
La tecnica si basa su un condizionamento graduale del corpo e su potenti tecniche di meditazione, note ai monaci tibetani, che permettono di rallentare il metabolismo anche del 64%. Si lavora su un progressivo distaccamento dal cibo: per tre anni i monaci si cibavano di sole bacche e noci, e negli anni sucessivi di corteccia e radici. Dopo cinque anni i monaci smettevano totalmente di muoversi e passavano la loro giornata a meditare. Al sopraggiungere della morte, ingurgitavano un infuso di una pianta chiamata Urishi che li faceva espellere tutti i liquidi. Quindi i monaci si avvelenavano con la cicuta e morivano. Il corpo, così facendo, si conservava integro dal momento che non vi era al suo interno alcuna traccia di acqua, di grassi, di batteri intestinali.
Lo scopo della pratica era di raggiungere l'illuminazione in una sola vita.