I risultati di una ricerca, svolta da un team di dottori dell'Università svedese di Goteborg, suggerisce che la sordità in età adulta, in particolare per i soggetti di statura bassa, potrebbe essere “programmata” sin dal loro concepimento. I ricercatori si sono basati sulla teoria chiamata “ipotesi del fenotipo risparmiatore” per trarre le loro conclusioni. Questa teoria associa tutti gli eventi accaduti prima della nascita, come l'esposizione al fumo, all'alcol e le diete poco idonee, con l'insorgenza di patologie in età adulta.
Per ottemperare agli obiettivi fissati dallo studio, i ricercatori hanno esaminato l'udito di 479 soggetti aventi un'età compresa fra 20 e 64 anni; tutte queste persone svolgevano un lavoro che li portava ad essere in contatto con rilevanti fonti sonore. Inoltre, sono stati presi in considerazione anche altri 500 coscritti nati nel 1974. È stata poi fatta un'accurata comparazione con determinati fattori come il peso, l'altezza, l'esposizione a fonti sonore, la presenza di familiari con gravi problemi di udito, l'uso di droghe e eventualmente altri problemi patologici.
I risultati finali hanno confermato che le persone arruolate nella milizia e basse di statura presentavano maggiori problemi di sordità rispetto alle persone normali. Pure la sordità ereditaria era associata a costoro, ma non all'esposizione a fonti sonore. In definitiva, le persone basse di statura presentavano un udito peggiore di quanto si potrebbe immaginare alla loro età, tre volte di più rispetto alle persone di alta statura.
I ricercatori sposano in pieno l'ipotesi del “fenotipo risparmiatore” e la sua associazione alla sordità. In pratica, quando il livello dell'ormone della crescita IGF-1 è basso, prima del concepimento, il numero di cellule alla nascita sarà anch'esso basso. I tipici risultato legati a questa discordanza sono la statura bassa e la comparsa prematura di disturbi legati all'età. La ricerca è stata divulgata dal periodico “British Medical Journal”.