Le autorità sanitarie ruandesi hanno annunciato un giro di vite contro il parto in casa, perché considerato uno dei principali fattori che ha determinato l’aumento del tasso di mortalità materno passato dal 4 al 7%. Lo riferisce il giornale filogovernativo, New Times, citando il dottor Austin Munire, un medico dell’Ospedale universitario centrale di Kigali, il quale ha spiegato che nonostante il 90% delle donne in attesa si rechi, nel corso della gravidanza, almeno una volta in una struttura medica per effettuare i necessari controlli, solo il 25% delle partorienti sceglie poi di essere assistita da personale medico specializzato. Secondo il dottor Munire, l’ignoranza, la povertà e la lontananza dai presidi medici porta il 75% delle donne a dare alla luce un figlio da sole o al massimo con l’aiuto di alcuni familiari, aumentando così il rischio di morte durante il parto.