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Romania: è Caccia all'Orso Bruno
Un orso-trofeo in Romania - da Osservatorio sui Balcani La Romania è il Paese europeo che vanta il maggior numero di orsi bruni. Nelle foreste dei Carpazi vivono, secondo i dati ufficiali, 6.276 esemplari su un totale in Europa di quasi 14.000. Ma le cifre hanno sollevato le polemiche delle organizzazioni non governative verso le autorità. La Fondazione ecologica "“AVES" per la tutela dell'ambiente di Harghita di Transilvania ha accusato le autorità romene di gonfiare le cifre per poter in seguito fissare quote più alte per la caccia. Il presidente dell’organizzazione, Laszlo Szabo-Szeley, sostiene che in "realtà in Romania gli orsi sarebbero tra 2000 e 2500 e aggiunge che per ottenere un numero più alto di esemplari le autorità sarebbero capaci di contare più volte lo stesso orso" - riporta Mihaela Iordache per Osservatorio sui Balcani.
Nonostante sia una specie protetta, infatti, la Romania la legge permette la caccia all'orso bruno là dove ve ne siano grandi densità oppure quando i plantigradi rischiano di provocare danni. Nell'ambito di queste eccezioni le autorità romene fissano ogni anno il numero di orsi che può essere cacciato. Così con 5.000 euro un cittadino straniero in possesso di regolare permesso di caccia e di porto d'armi, può ottenere dalle autorità competenti il rilascio di un'apposita autorizzazione per la caccia all'orso bruno. E sono in molti a scegliere il Paese dei Carpazi come destinazione preferita per il turismo venatorio. L'anno scorso la Romania avrebbe ricavato milioni di euro dalla caccia all'orso bruno, ma secondo il presidente della Fondazione per la tutela dell'ambiente AVES non tutte le risorse finirebbero nelle casse dello stato - nota l'articolista. Negli anni scorsi sulla stampa romena sono stati infatti pubblicati vari articoli in cui enti forestali locali venivano accusati di "associazione mafiosa" per aver organizzato partite di caccia trasformatesi in un vero e proprio massacro di orsi. Accuse che vengono respinte categoricamente dalle autorità romene le quali tengono a sottolineare come l'orso bruno non sia affatto in pericolo in Romania.
Il direttore della Società Mondiale per la Protezione degli Animali, Victor Watkins, ha espresso però dubbi sulla quantificazione delle quote da cacciare e sulle modalità: secondo Watkins, infatti, molti cacciatori sono dilettanti e gli animali rischiano di vagare feriti per giorni interi prima di morire oppure continuano a vivere con delle infermità. L'orso bruno viene cacciato anche per farne trofei, dalla testa e alla pelliccia, i cui costi sono inclusi nel prezzo. Ed è proprio reclamizzando la possibilità di realizzare propri trofei che varie agenzie di viaggi promuovono la caccia in Romania, sostenuti anche dai rappresentanti dell'Associazione romena dei cacciatori che parlano di un vero "paradiso della caccia".
Il paradosso è che "il re delle foreste dei Carpazi" è riconosciuto come una specie in pericolo e sono vari i programmi di conservazione in atto. Nel frattempo però continua la caccia. Ogni anno dal 15 marzo al 15 maggio e dal 1 settembre al 31 dicembre sparano le doppiette non solo sugli orsi ma anche su altri animali protetti come lupi e linci, per non parlare di volpi, cervi, fagiani, ecc. Proprio nei giorni scorsi si è tenuta a Bucarest una riunione internazionale di cacciatori, in occasione della quale è intervenuto il primo ministro stesso, Adrian Nastase, noto amante della caccia e presidente dell'Associazione Nazionale Cacciatori della Romania. La sua partecipazione ha sollevato la protesta degli ambientalisti che hanno accusato le autorità di tollerare "un vero e proprio massacro". L'ex attrice francese Brigitte Bardot ha invitato una lettera aperta al primo ministro romeno e dure critiche sono giunte anche da parte del presidente francese Jacques Chirac che qualche giorno fa in un incontro tete à tete a Parigi con il premier romeno ha espresso la sua preoccupazione sullo sviluppo del turismo legato alla caccia in Romania.
Nonostante sia una specie protetta, infatti, la Romania la legge permette la caccia all'orso bruno là dove ve ne siano grandi densità oppure quando i plantigradi rischiano di provocare danni. Nell'ambito di queste eccezioni le autorità romene fissano ogni anno il numero di orsi che può essere cacciato. Così con 5.000 euro un cittadino straniero in possesso di regolare permesso di caccia e di porto d'armi, può ottenere dalle autorità competenti il rilascio di un'apposita autorizzazione per la caccia all'orso bruno. E sono in molti a scegliere il Paese dei Carpazi come destinazione preferita per il turismo venatorio. L'anno scorso la Romania avrebbe ricavato milioni di euro dalla caccia all'orso bruno, ma secondo il presidente della Fondazione per la tutela dell'ambiente AVES non tutte le risorse finirebbero nelle casse dello stato - nota l'articolista. Negli anni scorsi sulla stampa romena sono stati infatti pubblicati vari articoli in cui enti forestali locali venivano accusati di "associazione mafiosa" per aver organizzato partite di caccia trasformatesi in un vero e proprio massacro di orsi. Accuse che vengono respinte categoricamente dalle autorità romene le quali tengono a sottolineare come l'orso bruno non sia affatto in pericolo in Romania.
Il direttore della Società Mondiale per la Protezione degli Animali, Victor Watkins, ha espresso però dubbi sulla quantificazione delle quote da cacciare e sulle modalità: secondo Watkins, infatti, molti cacciatori sono dilettanti e gli animali rischiano di vagare feriti per giorni interi prima di morire oppure continuano a vivere con delle infermità. L'orso bruno viene cacciato anche per farne trofei, dalla testa e alla pelliccia, i cui costi sono inclusi nel prezzo. Ed è proprio reclamizzando la possibilità di realizzare propri trofei che varie agenzie di viaggi promuovono la caccia in Romania, sostenuti anche dai rappresentanti dell'Associazione romena dei cacciatori che parlano di un vero "paradiso della caccia".
Il paradosso è che "il re delle foreste dei Carpazi" è riconosciuto come una specie in pericolo e sono vari i programmi di conservazione in atto. Nel frattempo però continua la caccia. Ogni anno dal 15 marzo al 15 maggio e dal 1 settembre al 31 dicembre sparano le doppiette non solo sugli orsi ma anche su altri animali protetti come lupi e linci, per non parlare di volpi, cervi, fagiani, ecc. Proprio nei giorni scorsi si è tenuta a Bucarest una riunione internazionale di cacciatori, in occasione della quale è intervenuto il primo ministro stesso, Adrian Nastase, noto amante della caccia e presidente dell'Associazione Nazionale Cacciatori della Romania. La sua partecipazione ha sollevato la protesta degli ambientalisti che hanno accusato le autorità di tollerare "un vero e proprio massacro". L'ex attrice francese Brigitte Bardot ha invitato una lettera aperta al primo ministro romeno e dure critiche sono giunte anche da parte del presidente francese Jacques Chirac che qualche giorno fa in un incontro tete à tete a Parigi con il premier romeno ha espresso la sua preoccupazione sullo sviluppo del turismo legato alla caccia in Romania.