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Roma: le Armi Diventano Arte
"Delle loro spade fabbricheranno vomeri d'aratro, e delle loro lance, roncole; una nazione non leverà più la spada contro un'altra, e non impareranno più la guerra" (Isaia 61, 4). A 2mila 800 anni di distanza Roma assisterà ad un piccolo miracolo, grazie al quale la profezia di Isaia si è trasformata in realtà, almeno per quanto riguarda il Mozambico. La capitale italiana, infatti, dal 1 al 6 ottobre ospiterà i lavori di un gruppo di artisti mozambicani che hanno avuto l'originale idea di utilizzare i residui bellici della lunga guerra civile che ha insanguinato il loro Paese, per creare opere d'arte e oggetti di uso comune. "Simboli e strumenti di morte trasformati in simboli di pace e strumenti di vita", ha commentato padre Venanzio Milani, vicario generale dei comboniani, "mai le parole del profeta Isaia sono sembrate più adatte. La pace in Mozambico torna a distanza di dieci anni ad essere protagonista nella città che nel 1992 contribuì alla fine del conflitto. Roma fu testimone della firma della pace e Roma oggi testimonia con grande gioia che questa pace resiste ed è capace di generare arte. Speriamo che quanto accaduto in Mozambico possa essere d'esempio per altri Paesi africani ". Nel 1996 il Consiglio Cristiano del Mozambico (Ccm), un organizzazione ecumenica che riunisce diverse chiese cristiane, lanciò l'iniziativa 'Tae' ('trasformazione di armi in zappe'), una campagna il cui scopo era quello di togliere dalla circolazione il maggior numero di armi possibile, consegnando in cambio di fucili e mitra, zappe e strumenti da lavoro. Nel 1998 gli artisti del 'Nucleo de Arte' di Maputo (Mozambico) chiesero parte del materiale raccolto dal Ccm per trasformarlo in oggetti artistici che parlassero di pace. Nacque una collaborazione che a quattro anni di distanza vede oltre 100 artisti esporre in giro per il mondo i loro capolavori. In apparenza, sembrano oggetti comuni, espressione di un'arte figurativa dove le forme appartengono alla quotidianità: sedie, bambole, strumenti musicali. Eppure si tratta di vecchi pezzi di fucile, del caricatore di un kalashnikov o di qualche manciata di pallottole. Materiale bellico del passato che mani prodigiose hanno sapientemente trasformato, grazie ad una creatività ed una fantasia che solo l'Africa è in grado di esprimere. Con quello stesso materiale, gli artisti del 'Polana Cemento' di Maputo hanno creato la sedia e la zappa che consegneranno al Santo Padre durante l'udienza generale prevista per il prossimo 2 di ottobre. L'iniziativa è stata realizzata grazie alla collaborazione del consiglio permanente degli Istituti religiosi del Mozambico, del Centro Dionysia, in collaborazione con il Comune di Roma e con il patrocinio del "Conselho Cristão de Mozambique" (Consiglio cristiano del Mozambico) e del Consiglio degli istituti missionari del Mozambico. Le opere degli artisti mozambicani potranno essere ammirate, dal 1 al 6 ottobre, negli spazi di Villa Piccolomini, Via Aurelia antica 164, che ospita la sede del Centro internazionale Dionisya per le arti e le culture.