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Ramadan e Capodanno Ebraico: Quando la Luna Unisce i Calendari
Nemmeno il ‘Muro’ di separazione tra Israele e i Territori Palestinesi – stanotte – può separare la luna, che in una singolare coincidenza di calendario unisce i due popoli della Terra Santa: per gli israeliani sono iniziati i riti del Capodanno ebraico, per gran parte dei palestinesi (e per oltre un miliardo e 250 milioni di altri musulmani nel mondo) il 4 ottobre segna quest’anno l’inizio del Ramadan, cioè il mese dedicato al digiuno e alla preghiera. Annunciato dal suono dello ‘Shofar’, il corno d’ariete, già dal tramonto di oggi per gli ebrei siamo entrati nell’anno 5766 dalla fondazione dell’Universo: le comunità ebraiche si ritrovano per pregare nelle sinagoghe dove, secondo tradizione, sia mangiano mele con il miele, come auspicio per un nuovo anno dolce. Al contrario, per i musulmani osservanti, la luna nuova che dovrebbe essere avvistata nella notte – secondo tradizione viene individuata scrutando il cielo in Arabia Saudita, in omaggio ai principali luoghi sacri dell’Islam – apre il nono mese del calendario che anche in questo caso è lunare (Hijiri); il Ramadan è uno cinque precetti dell’Islam e prevede l’astensione da cibo, bevande, fumo, rapporti coniugali nell’arco della giornata, dall’alba al tramonto. La doppia ricorrenza cade in un momento particolarmente delicato per l’intero Medio Oriente, dove la tanto declamata ‘road map’ – il percorso di pace voluto da Onu, Ue, Russia e Usa – resta ampiamente disatteso. Anche dal fronte interno arrivano segnali di tensione: tra gli israeliani, con le dure contestazioni al primo ministro Ariel Sharon da parte dei falchi del suo partito, il Likud; e tra i palestinesi, con la richiesta di sfiducia del governo di Abu Ala presentata oggi dal Parlamento di Ramallah che accusa il premier dell’anarchia armata che regna in Cisgiordania ma soprattutto nella Striscia di Gaza. Un segnale incoraggiante sembrerebbe arrivare dal colloqui telefonico intercorso ieri tra Sharon e il presidente palestinese Abu Mazen, che hanno deciso di vedersi “dopo capodanno”. Fonti della MISNA a Tel Aviv riferiscono che stasera in città e nei dintorni c’è traffico e movimento, con le famiglie si organizzano per festeggiamenti in casa o tra amici. Sul fronte palestinese, invece, la situazione è di drammatica “normale” difficoltà di spostamento, per la decisione di rafforzare i check-point dei militari israeliani e per la presenza dell’odiato ‘Muro della vergogna’ – come lo chiamano gli attivisti locali e internazionali – che ormai corre lungo buona parte del confine (e anche all’interno) di Cisgiordania e Israele. Fonti giornalistiche locali riferiscono di “allerte” da parte dei servizi segreti dello Stato ebraico, mentre anche tra le forze dell’ordine palestinesi di Gaza, oggi, c’è stata una dura protesta per chiedere al governo maggior impegno a fermare i miliziani dei gruppi integralisti come Hamas, padroni assoluti di porzioni di territorio. Il nuovo anno – per gli ebrei – e il mese della preghiera e del digiuno – per i musulmani – si apre con la consapevolezza che nell’ultimo anno, questa volta non lunare ma solare, le vittime dl conflitto sono diminuite: 481 vittime negli ultimi 12 mesi, nel 4° anno di ‘Intifada’, il meno sanguinoso dal suo inizio, nel 2000. Nell’ultimo anno, le forze di sicurezza israeliane hanno ucciso 425 palestinesi, in media 35 al mese; sull’altro fronte, miliziani palestinesi o sedicenti tali hanno provocato la morte di 56 israeliani e stranieri, con una media mensile di 5 vittime. Ancora troppe, da qualsiasi lato si guardi la luna nuova che inizia a sorgere stanotte. (Emiliano Bos)