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Più spazi verdi nelle città, meno antidepressivi nelle case
Negli ultimi anni si è registrato un aumento preoccupante dell’uso di farmaci antidepressivi in molte parti del mondo, in particolare nelle aree urbane. A fronte di questa tendenza, diversi ricercatori stanno esplorando soluzioni non farmacologiche e preventive per migliorare il benessere mentale collettivo. Una delle più interessanti e promettenti linee di ricerca è quella che indaga il ruolo degli spazi verdi nella prevenzione dei disturbi dell’umore e nella riduzione del ricorso ai farmaci.
Un recente studio olandese, pubblicato nel 2024 e condotto su vasta scala da un team di ricercatori delle università di Utrecht e Wageningen, ha messo in luce una correlazione significativa tra la quantità di verde urbano e la riduzione nell’uso di antidepressivi tra la popolazione. Analizzando i dati sanitari di oltre 300.000 cittadini e incrociandoli con informazioni satellitari sulla copertura vegetale delle rispettive aree di residenza, gli studiosi hanno scoperto che le persone che vivono in quartieri con un’alta densità di aree verdi mostrano un tasso di prescrizione di antidepressivi sensibilmente inferiore rispetto a coloro che vivono in zone più cementificate.
I ricercatori hanno individuato una soglia cruciale: quando almeno il 79% dell’area circostante è coperta da vegetazione (inclusi parchi, giardini, alberi stradali e spazi boschivi), la probabilità di assumere antidepressivi si riduce del 33% rispetto a chi vive in ambienti con una copertura verde inferiore al 20%. È interessante notare che questo effetto appare indipendente da fattori come reddito, età, livello di istruzione o attività fisica, suggerendo un impatto diretto dell’ambiente naturale sulla salute mentale.
Il meccanismo attraverso cui il verde urbano influisce positivamente sull’equilibrio psichico non è ancora completamente chiarito, ma esistono diverse ipotesi. Da un lato, la natura ha effetti misurabili sul sistema nervoso autonomo: camminare in un parco, anche solo per 20-30 minuti, riduce il cortisolo (l’ormone dello stress), abbassa la frequenza cardiaca e migliora la variabilità della frequenza cardiaca, un indicatore di resilienza emotiva. Dall’altro, il verde favorisce il senso di appartenenza, la connessione sociale e il contatto visivo con la bellezza, elementi tutti associati a un maggiore benessere psicologico.
Un ulteriore aspetto rilevante è che la semplice vicinanza al verde, anche senza attività fisica o uso attivo dello spazio, sembra avere un effetto benefico. Lo studio ha infatti osservato che anche chi non frequenta regolarmente i parchi ma vive circondato da alberi e vegetazione ha una probabilità più bassa di ricevere prescrizioni di antidepressivi. Questo fenomeno potrebbe essere legato al concetto di “biofilia passiva”: la sola vista della natura, ad esempio attraverso una finestra, può stimolare nel cervello una risposta calmante e rassicurante.
Queste evidenze stanno cominciando a influenzare anche le politiche pubbliche. Alcuni comuni in Germania, nei Paesi Bassi e nei paesi nordici stanno adottando programmi di “prescrizione verde” (green prescription), in cui i medici di base suggeriscono passeggiate nei parchi come parte del trattamento di forme lievi di ansia e depressione. Nel Regno Unito, il National Health Service ha recentemente lanciato una serie di iniziative pilota in cui gruppi di pazienti partecipano a sessioni settimanali di orticoltura, escursioni e mindfulness nei boschi.
Lo studio olandese rafforza l’idea che la natura non è un lusso ma un ingrediente fondamentale per la salute pubblica, e suggerisce che urbanizzare senza integrare ampie porzioni di verde potrebbe equivalere a privare i cittadini di una “medicina” gratuita, efficace e priva di effetti collaterali. Più che una semplice decorazione urbana, gli alberi, i parchi e i giardini vanno ormai considerati come veri e propri strumenti terapeutici.
In un’epoca in cui la depressione è una delle principali cause di disabilità a livello globale, favorire l’accesso quotidiano al verde urbano rappresenta non solo un investimento estetico e ambientale, ma anche una scelta strategica per il benessere mentale delle comunità. Un verde ben distribuito, accessibile e curato potrebbe diventare, con il supporto delle evidenze scientifiche, una delle più potenti prevenzioni naturali contro il disagio psichico del nostro tempo.
Un recente studio olandese, pubblicato nel 2024 e condotto su vasta scala da un team di ricercatori delle università di Utrecht e Wageningen, ha messo in luce una correlazione significativa tra la quantità di verde urbano e la riduzione nell’uso di antidepressivi tra la popolazione. Analizzando i dati sanitari di oltre 300.000 cittadini e incrociandoli con informazioni satellitari sulla copertura vegetale delle rispettive aree di residenza, gli studiosi hanno scoperto che le persone che vivono in quartieri con un’alta densità di aree verdi mostrano un tasso di prescrizione di antidepressivi sensibilmente inferiore rispetto a coloro che vivono in zone più cementificate.
I ricercatori hanno individuato una soglia cruciale: quando almeno il 79% dell’area circostante è coperta da vegetazione (inclusi parchi, giardini, alberi stradali e spazi boschivi), la probabilità di assumere antidepressivi si riduce del 33% rispetto a chi vive in ambienti con una copertura verde inferiore al 20%. È interessante notare che questo effetto appare indipendente da fattori come reddito, età, livello di istruzione o attività fisica, suggerendo un impatto diretto dell’ambiente naturale sulla salute mentale.
Il meccanismo attraverso cui il verde urbano influisce positivamente sull’equilibrio psichico non è ancora completamente chiarito, ma esistono diverse ipotesi. Da un lato, la natura ha effetti misurabili sul sistema nervoso autonomo: camminare in un parco, anche solo per 20-30 minuti, riduce il cortisolo (l’ormone dello stress), abbassa la frequenza cardiaca e migliora la variabilità della frequenza cardiaca, un indicatore di resilienza emotiva. Dall’altro, il verde favorisce il senso di appartenenza, la connessione sociale e il contatto visivo con la bellezza, elementi tutti associati a un maggiore benessere psicologico.
Un ulteriore aspetto rilevante è che la semplice vicinanza al verde, anche senza attività fisica o uso attivo dello spazio, sembra avere un effetto benefico. Lo studio ha infatti osservato che anche chi non frequenta regolarmente i parchi ma vive circondato da alberi e vegetazione ha una probabilità più bassa di ricevere prescrizioni di antidepressivi. Questo fenomeno potrebbe essere legato al concetto di “biofilia passiva”: la sola vista della natura, ad esempio attraverso una finestra, può stimolare nel cervello una risposta calmante e rassicurante.
Queste evidenze stanno cominciando a influenzare anche le politiche pubbliche. Alcuni comuni in Germania, nei Paesi Bassi e nei paesi nordici stanno adottando programmi di “prescrizione verde” (green prescription), in cui i medici di base suggeriscono passeggiate nei parchi come parte del trattamento di forme lievi di ansia e depressione. Nel Regno Unito, il National Health Service ha recentemente lanciato una serie di iniziative pilota in cui gruppi di pazienti partecipano a sessioni settimanali di orticoltura, escursioni e mindfulness nei boschi.
Lo studio olandese rafforza l’idea che la natura non è un lusso ma un ingrediente fondamentale per la salute pubblica, e suggerisce che urbanizzare senza integrare ampie porzioni di verde potrebbe equivalere a privare i cittadini di una “medicina” gratuita, efficace e priva di effetti collaterali. Più che una semplice decorazione urbana, gli alberi, i parchi e i giardini vanno ormai considerati come veri e propri strumenti terapeutici.
In un’epoca in cui la depressione è una delle principali cause di disabilità a livello globale, favorire l’accesso quotidiano al verde urbano rappresenta non solo un investimento estetico e ambientale, ma anche una scelta strategica per il benessere mentale delle comunità. Un verde ben distribuito, accessibile e curato potrebbe diventare, con il supporto delle evidenze scientifiche, una delle più potenti prevenzioni naturali contro il disagio psichico del nostro tempo.