Un team di ricercatori del Royal Free Hospital di Londra sta mettendo a punto un anticoncezionale studiato per essere utilizzato dagli uomini. Come per l'analogo prodotto al femminile, il contraccettivo sottocutaneo maschile è assolutamente privo di effetti collaterali: funziona rilasciando una quantità costante di progestinico nel sangue. Tale sostanza blocca la produzione ormonale della ghiandola pituitaria, che stimola la produzione di sperma. Il farmaco pare avere un enorme successo a livello tecnico, scientifico e farmaceutico, ma i ricercatori si sono imbattuti in un ostacolo ancora più insormontabile di quanto non lo sarebbe l'inefficacia o l'inaffidabilità del ritrovato: l'ostacolo culturale.
Gli scienziati, infatti, hanno incontrato serie difficoltà nel trovare soggetti maschi disposti a sottoporsi alla sperimentazione clinica del farmaco. Figuriamoci le difficoltà che incontrerebbero in fase di vendita e di immissione nel mercato. Pare infatti che ciò che sta alla base del fallimento del prodotto sia la resistenza psicologica degli uomini nel ricoprire un ruolo attivo ed esclusivo in materia di blocco delle nascite. Culturalmente, la contraccezione ha una connotazione femminile, allo stesso modo del concepimento, della gestazione, del parto, ecc. In questo immaginario stereotipico condiviso, non trova spazio l'idea di uomo che blocca attivamente, a livello chimico, il concepimento. Ancora una volta la cultura non è riuscita a tenere il passo della scienza.