Editoriali e Lettere
Pietre preziose e religioni
Caro Direttore, scrivo a lei perché ho una curiosità: ho notato che in molte statue che rappresentano le divinità sono presenti pietre preziose. Anche in tutti i film che trattano scoperte archeologiche, tipo Indiana Jones, ci sono sempre gemme posizionate sulla fronte della divinità, che quando vengono rimosse azionano strani meccanismi. La domanda è questa, e spero che non sia eccessivamente stupida: le pietre preziose hanno qualche significato particolare nella simbologia religiosa? Grazie e complimenti, Lettera Firmata
Gentilissimo Lettore, la sua domanda è tutt’altro che banale. Le pietre ricevono universalmente una pesante connotazione spirituale e religiosa, e da sempre affascinano ogni cultura e tradizione. Nella religione Indù alcune gemme, come il Diamante, il Rubino, la perla, ecc. , vengono considerate fonti di radiazioni cosmiche benefiche. Altre pietre sono tipiche della religione buddista, in quanto consacrate alla figura del Buddha (tra queste l’oro, il corallo, la giada, ecc.) La religione musulmana attribuisce un significato particolarmente rilevante alla Pietra nera, che secondo la tradizione sarebbe stata originariamente di colore bianco, e successivamente si sarebbe annerita ad opera dei peccati degli uomini. Anche il celeberrimo Santo Graal deriva dalla pietra: la coppa, secondo la leggenda, sarebbe stata infatti ricavata dal grande smeraldo posto sulla corona di Lucifero, l’angelo portatore di Luce. Durante la lotta tra angeli del bene ed angeli malvagi, la coppa sarebbe caduta sulla terra. Dalla notte dei tempi, l’uomo utilizza le pietre come talismani, attribuendovi proprietà soprannaturali. Uno dei talismani più antichi è il betilo (parola che significa “casa di Dio”), una pietra che veniva posta nei boschi, in zone in cui si credeva abitassero delle divinità. Questa attribuzione simbolica è tipica della religione ebraica, e ne esistono conferme anche all’interno dell’Antico Testamento (ad esempio nel Capitolo XXVIII della Genesi). Questo non è l’unico riferimento biblico alle connotazioni spirituali di gemme e minerali: le tavole in cui erano incisi i 10 comandamenti pare fossero di zaffiro; dodici pietre erano assunte come simbolo delle dodici tribù di Israele; ecc. Anche i primi cristiani utilizzarono nelle catacombe alcune gemme con i simboli dell’agnello e del pesce. E anche alla fine delle persecuzioni, le pietre preziose furono adottate per decorare calici, altari e oggetti di culto. Il nesso tra pietre e culto è quindi evidente: forse il fascino arcano delle pietre deriva dal fatto che all’uomo sfugga sia il momento della loro creazione che quello della loro distruzione, e ciò le avvolge in un’alone di soprannaturalità e immortalità che sembra avere origine divina. Per questo le pietre possono essere considerate un universale culturale: in quasi tutte le religioni e culture esse assumono significati metafisici e spirituali.
Gentilissimo Lettore, la sua domanda è tutt’altro che banale. Le pietre ricevono universalmente una pesante connotazione spirituale e religiosa, e da sempre affascinano ogni cultura e tradizione. Nella religione Indù alcune gemme, come il Diamante, il Rubino, la perla, ecc. , vengono considerate fonti di radiazioni cosmiche benefiche. Altre pietre sono tipiche della religione buddista, in quanto consacrate alla figura del Buddha (tra queste l’oro, il corallo, la giada, ecc.) La religione musulmana attribuisce un significato particolarmente rilevante alla Pietra nera, che secondo la tradizione sarebbe stata originariamente di colore bianco, e successivamente si sarebbe annerita ad opera dei peccati degli uomini. Anche il celeberrimo Santo Graal deriva dalla pietra: la coppa, secondo la leggenda, sarebbe stata infatti ricavata dal grande smeraldo posto sulla corona di Lucifero, l’angelo portatore di Luce. Durante la lotta tra angeli del bene ed angeli malvagi, la coppa sarebbe caduta sulla terra. Dalla notte dei tempi, l’uomo utilizza le pietre come talismani, attribuendovi proprietà soprannaturali. Uno dei talismani più antichi è il betilo (parola che significa “casa di Dio”), una pietra che veniva posta nei boschi, in zone in cui si credeva abitassero delle divinità. Questa attribuzione simbolica è tipica della religione ebraica, e ne esistono conferme anche all’interno dell’Antico Testamento (ad esempio nel Capitolo XXVIII della Genesi). Questo non è l’unico riferimento biblico alle connotazioni spirituali di gemme e minerali: le tavole in cui erano incisi i 10 comandamenti pare fossero di zaffiro; dodici pietre erano assunte come simbolo delle dodici tribù di Israele; ecc. Anche i primi cristiani utilizzarono nelle catacombe alcune gemme con i simboli dell’agnello e del pesce. E anche alla fine delle persecuzioni, le pietre preziose furono adottate per decorare calici, altari e oggetti di culto. Il nesso tra pietre e culto è quindi evidente: forse il fascino arcano delle pietre deriva dal fatto che all’uomo sfugga sia il momento della loro creazione che quello della loro distruzione, e ciò le avvolge in un’alone di soprannaturalità e immortalità che sembra avere origine divina. Per questo le pietre possono essere considerate un universale culturale: in quasi tutte le religioni e culture esse assumono significati metafisici e spirituali.