dom, 15 giugno 2025

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Piemonte: un Progetto per Prevenire le Malattie di Origine Alimentare

Nel biennio 2002-2003 in Piemonte, sono state notificate 117 tossinfezioni alimentari con 856 malati, 158 ricoveri e 50 intossicazioni da funghi che hanno riguardato 87 consumatori. Il 30% delle segnalazioni registrate riguardavano casi di avvelenamento da funghi, il 70% tossinfezioni alimentari. I mesi più critici sono stati quelli estivi, ovviamente a causa delle alte temperature. Il 70% dei casi di malattie a trasmissione alimentare ha origine nell’ambiente familiare, il 23% nella ristorazione pubblica (ristoranti, trattorie, agriturismi, pubblici esercizi), il 6% nella ristorazione collettiva (mense scolastiche ed aziendali). Per l’1% delle tossinfezioni non è stato possibile accertare l’origine, mentre il 75% dei casi è stato determinato da salmonella (l’alimento più frequentemente implicato è l’uovo crudo o poco cotto).
I principali fattori di rischio risultano essere il mantenimento dell’alimento a temperature non adeguate e l’origine non sempre certa e controllata delle materie prime utilizzate nella produzione dei pasti (in primis, i funghi).
Le attività di prevenzione in Piemonte
Questi sono alcuni dei dati emersi dalla ricerca svolta nell’ambito delle attività di prevenzione primaria per combattere le cosiddette MTA, ossia le malattie a trasmissione alimentare, attivate dalla Regione Piemonte. Attività che sono state prevalentemente incentrate nel potenziamento della sorveglianza attiva dei focolai epidemici di queste malattie, promuovendo il monitoraggio settimanale degli episodi segnalati da referenti individuati nei Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende Sanitarie Locali.
Monitoraggio e sorveglianza sono realizzati da un apposito Centro di riferimento presso l’ASL 7 di Chiasso. «Il primo rapporto», spiegano i responsabili, «rappresenta uno dei pochi lavori nazionali basato su un concreto sistema di sorveglianza che permette di misurare il fenomeno delle MTA sotto il profilo epidemiologico. I risultati sono incoraggianti perché offrono un primo quadro regionale sugli agenti patogeni prevalenti, sulle matrici alimentari responsabili dell’infezione, sulle persone esposte ai fattori di rischio.
L’istituzione di un Centro regionale ha permesso di migliorare anche la sensibilità del sistema di rilevazione (aumento del numero di segnalazioni, sensibilità ed accuratezza dei dati). Poiché le MTA sono fortemente influenzate dal contesto socio-economico e geografico, dalla presenza e diffusione di patogeni emergenti e dai cambiamenti delle organizzazioni di produzione, trasformazione, commercio e controllo degli alimenti non è sufficiente l’istantanea di un periodo limitato ma è necessario proseguire con la sorveglianza attiva ed il monitoraggio delle MTA per poter disegnare un quadro puntuale, esauriente ed aggiornato».
Un opuscolo sui “cibi sicuri”
L'impegno della Regione si è tradotto anche in un'interessante pubblicazione a carattere divulgativo, intitolata “Cibi sicuri”. L'opuscolo, in distribuzione presso il Centro dell’ASL 7, è dedicato alla popolazione affinché siano evitati i rischi dovuti ad un’errata conservazione o scelta degli alimenti. Spesso si tratta di errori che possono apparire banali, i cui effetti però possono essere molto pericolosi per la salute. A conferma della validità di tali iniziative intervengono recenti dati internazionali, dai quali emerge un forte incremento delle malattie a trasmissione alimentare, soprattutto negli ultimi decenni. Occorre, tuttavia, distinguere tra aree povere ed aree industrializzate: nelle prime la fame, la mancanza d’acqua potabile e le condizioni di vita non richiedono purtroppo commenti, nelle aree industrializzate le cause di malattia sono legate invece agli stili di vita, all’impiego di processi tecnologici non adeguati ed a carenze del sistema di autocontrollo e del controllo pubblico.
Nei Paesi industrializzati una delle maggiori fonti di preoccupazione è legata al rischio chimico (residui di contaminanti involontari e volontari), ma anche il fattore microbiologico è tutt’altro che trascurabile.
20 agenti patogeni all’origine del 90% dei casi di malattia
Nello specifico: tra queste malattie normalmente definite con la sigla MTA sono in aumento quelle causate dalla salmonella; il numero dei casi di malattia alimentare identificati rispetto a quelli non identificati è ancora molto basso (1:26 nel Regno Unito, 1:100 in Olanda) ed in molti Paesi, compresa l’Italia, non sono disponibili dati; il numero di microrganismi risultati responsabili di malattia è molto limitato: 20 agenti patogeni sono alla base del 90% dei casi di malattia alimentare segnalati.
Negli ultimi anni, inoltre, sono risultate prevalenti le epidemie diffuse ed estese territorialmente, ma si è ridotto il tasso di attacco (frequenza della malattia in una particolare popolazione ed in riferimento ad un limitato intervallo di tempo) ed è aumentata la difficoltà di individuare l’alimento responsabile... La pluralità dei fattori di rischio, le interferenze con altre patologie, le difficoltà diagnostiche sono alcune tra le numerose cause che possono spiegare la carenza di report precisi e completi in ambito nazionale.
In ogni caso, le malattie trasmesse da alimenti sono un importante problema di sanità pubblica, ancora sottovalutato nel nostro Paese sia per quanto riguarda i riflessi negativi sulla salute sia sotto il profilo delle pesanti conseguenze economiche.
Pare quindi interessante il progetto avviato in Piemonte, che oltre ad offrire un’ottima campagna di informazione prevede la formazione di specifici operatori sanitari e l’aggiornamento costante dei dati messi a disposizione di tutti attraverso il sito web della Regione.

Scheda dettagli:

Data: 16 dicembre 2004
Fonte/Casa Editrice: CFA Monferrato
Categoria:
Sottocategoria:
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