lun, 05 maggio 2025

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Pena di Morte nel Mondo: Secondo Rapporto, Qualche Novità Positiva

“Non voglio essere il capo dei boia” ha detto il presidente dello Zambia, Levy Mwanawasa, a cui è stato dedicato il rapporto 2004 di ‘Nessuno Tocchi Caino’ sullo stato della pena capitale nel mondo. Cristiano battista di forti sentimenti abolizionisti, da quando è stato eletto Presidente nel 2001 Levy Mwanawasa si è sempre rifiutato di firmare i decreti di esecuzione delle condanne a morte, commutandone 44 a pene detentive. Secondo il rapporto presentato ieri a Roma i Paesi o i territori che a vario titolo hanno deciso di rinunciare a praticare la pena capitale sono oggi 133: 81 totalmente abolizionisti; 14 abolizionisti per crimini ordinari; 5 hanno stabilito una moratoria delle esecuzioni; 32 abolizionisti di fatto (non eseguono sentenze capitali da oltre dieci anni); a questi si aggiunge la Russia che, membro del Consiglio d’Europa è impegnata ad abolirla e, nel frattempo, attua una moratoria delle esecuzioni. Dallo studio si apprende che 63 Paesi, tre in meno del 2002, mantengono la pena di morte anche se non la praticano con assiduità; poco meno della metà nello scorso anno hanno eseguito una condanna capitale. La situazione peggiore sarebbe quella della Repubblica Popolare Cinese dove sarebbero state compiute almeno 5.000 esecuzioni nel 2003, 400 più dell'anno precedente, pari all’89 per cento del totale mondiale. L’incremento si dovrebbe, secondo il documento, al fatto che le informazioni da quel Paese giungerebbero ora con più facilità, grazie al lavoro di gruppi abolizionisti e alla stampa locale più libera che in passato. Resta difficile la situazione anche in Iran – continua il rapporto - al secondo posto nella ‘lista nera’ con 154 esecuzioni, seguito dall’Iraq che nel periodo tra gennaio e aprile 2003 ha visto 133 condanne a morte eseguite. L’Africa conferma la tendenza ad abbandonare l’uso della pena di morte: nel 2003 sono state registrate 56 esecuzioni contro le 63 del 2002. Anche le Americhe sarebbero un continente praticamente libero dalla pena di morte, se non fosse per le 65 persone giustiziate negli Stati Uniti (erano state 71 nel 2002) e le 3 giustiziate a Cuba dopo alcuni anni che ciò non avveniva. Resta l’incognita su quanto stia effettivamente accadendo in regimi autoritari e difficilmente permeabili come la Corea del Nord, o dove c’è uno stretto controllo sulle informazioni come in Siria.

Scheda dettagli:

Data: 24 giugno 2004
Fonte/Casa Editrice: Misna
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