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Orso Marsicano: un Progetto per Studiarlo e Difenderlo dall’Estinzione
Uno studio condotto dall'Ente Parco insieme con il Corpo forestale dello Stato e l'Università di Roma ''La Sapienza''. Tutto per dare un futuro ai grandi plantigradi delle montagne appenniniche, oggi a rischio di estinzione
31 Ottobre – Si chiama Stella, è un’orsa di sei anni e 96 chilogrammi di peso, ed è il quinto esemplare di orso marsicano del Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise, che verrà seguito in ogni suo spostamento, grazie ad un collare radio. Lo strumento, grazie al gps, permetterà ai ricercatori di ricostruirne il percorso e scaricare i dati con un collegamento gsm. L'iniziativa rientra nello studio condotto dall'Ente Parco insieme con il Corpo forestale dello Stato e l'Università di Roma ''La Sapienza''. Con il conteggio genetico si potrà indagare sulla stima della consistenza numerica della popolazione mentre, con la cattura di alcuni esemplari ed il monitoraggio telemetrico, sarà possibile conoscere meglio lo stato sanitario della popolazione, l’utilizzazione e la distribuzione dell'Orso sul territorio, i tassi di natalità e mortalità, la consistenza ed accessibilità alle risorse trofiche, l'interazione con le attività umane.
Il progetto nasce, come sottolineato da Giovanni Potena, Responsabile del Corpo forestale dello Stato per le attività sull'orso, in un clima di totale e leale collaborazione tra il Corpo forestale dello Stato e il Pnalm. «La ridotta consistenza delle popolazioni italiane di orso – ha dichiarato all’Ansa il direttore del Parco Aldo Di Benedetto – rende la specie a rischio di estinzione, per questo ci stiamo prodigando in ogni sforzo per garantire un futuro a questo endemismo biologico italiano. Oltre alla ricerca scientifica, abbiamo in corso il progetto Life-Coex che prevede azioni rivolte alla mitigazione del conflitto esistente tra le attività antropiche e la presenza dei grandi carnivori; inoltre puntiamo a miglioramenti ambientali come l'incremento su tutto l'areale dell'orso di alberi da frutta e coltivazioni a perdere, come è già avvenuto nel versante laziale del Parco e come si prevede di intervenire nel versante abruzzese della valle del Giovenco».
31 Ottobre – Si chiama Stella, è un’orsa di sei anni e 96 chilogrammi di peso, ed è il quinto esemplare di orso marsicano del Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise, che verrà seguito in ogni suo spostamento, grazie ad un collare radio. Lo strumento, grazie al gps, permetterà ai ricercatori di ricostruirne il percorso e scaricare i dati con un collegamento gsm. L'iniziativa rientra nello studio condotto dall'Ente Parco insieme con il Corpo forestale dello Stato e l'Università di Roma ''La Sapienza''. Con il conteggio genetico si potrà indagare sulla stima della consistenza numerica della popolazione mentre, con la cattura di alcuni esemplari ed il monitoraggio telemetrico, sarà possibile conoscere meglio lo stato sanitario della popolazione, l’utilizzazione e la distribuzione dell'Orso sul territorio, i tassi di natalità e mortalità, la consistenza ed accessibilità alle risorse trofiche, l'interazione con le attività umane.
Il progetto nasce, come sottolineato da Giovanni Potena, Responsabile del Corpo forestale dello Stato per le attività sull'orso, in un clima di totale e leale collaborazione tra il Corpo forestale dello Stato e il Pnalm. «La ridotta consistenza delle popolazioni italiane di orso – ha dichiarato all’Ansa il direttore del Parco Aldo Di Benedetto – rende la specie a rischio di estinzione, per questo ci stiamo prodigando in ogni sforzo per garantire un futuro a questo endemismo biologico italiano. Oltre alla ricerca scientifica, abbiamo in corso il progetto Life-Coex che prevede azioni rivolte alla mitigazione del conflitto esistente tra le attività antropiche e la presenza dei grandi carnivori; inoltre puntiamo a miglioramenti ambientali come l'incremento su tutto l'areale dell'orso di alberi da frutta e coltivazioni a perdere, come è già avvenuto nel versante laziale del Parco e come si prevede di intervenire nel versante abruzzese della valle del Giovenco».