sab, 10 maggio 2025

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Onu: si Apre Assemblea Generale Onu tra Crisi e Aspettative

La crisi libanese e quella di Gaza, il problema del dispiegamento dei caschi blu in Darfur, il nucleare iraniano, la questione delle migrazioni a livello planetario, la candidatura venezuelana a un seggio non permanente del Consiglio di sicurezza dell’Onu, la riforma di quest’ultimo, la guerra in Iraq: sono queste le principali questioni che da oggi al prossimo 29 settembre – con la sola interruzione prevista per il prossimo fine settimana – saranno dibattute dai 192 paesi membri in occasione della sessantunesima sessione dei lavori dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, a margine della quale sono previsti decine di incontri bilaterali. Sede dell’evento è il Palazzo di Vetro di New York. I veri lavori dell’Assemblea cominceranno domani, con i primi discorsi delle decine di capi di stato e di governo presenti. Come è tradizione dalla prima riunione di San Francisco, nel 1945, l’apertura dei lavori sarà inaugurata da un discorso del presidente della Repubblica del Brasile. Oltre a Luiz Inácio Lula da Silva, domani parleranno anche il presidente degli Stati Uniti George W. Bush e, alcune ore dopo, il suo omologo iraniano Mahmud Ahmadinejad. Da subito sarà dunque sul tavolo la questione del nucleare iraniano, che però non porterà a un confronto diretto tra Usa e Iran, come proposto da Teheran, poiché per l’ultima volta ieri lo stesso Bush ha escluso un faccia a faccia pubblico o privato con Ahmadinejad, a meno che le autorità iraniane non annuncino formalmente la sospensione degli esperimenti per l’arricchimento dell’uranio. Il 20 settembre sarà la volta del presidente boliviano Juan Evo Morales, all’esordio assoluto nell’Assemblea, e del suo omologo e amico venezuelano Hugo Chávez. Molta attesa c’è per l’intervento di quest’ultimo, che l’anno scorso si produsse in un discorso di duro attacco contro gli Usa, per la loro politica verso l’America Latina e, più in generale, mondiale. Chávez dovrà convincere l’Assemblea a votare a favore del Venezuela, che con il Guatemala punta a prendere il posto dell’Argentina nel Consiglio di sicurezza dell’Onu. Washington vuole evitare a tutti i costi questa eventualità, e con il sostegno del Messico ormai da mesi sta sostenendo il Guatemala il cui presidente, Oscar Berger, interverrà sempre mercoledì. Chávez, che sostiene il progetto nucleare civile iraniano, è sicuro di poter contare sui 128 voti necessari per avere l’ambito seggio tra i Quindici. Altro argomento all’ordine del giorno durante la sessione è quello del Darfur. È nel frattempo giunto a New York il presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Mahmaud Abas (Abu Mazen), che perorerà la causa del suo popolo, e in particolare dei palestinesi residenti nella Striscia di Gaza, dove dallo scorso luglio quotidianamente sono in corso azioni dell’esercito israeliano. A proposito della crisi mediorientale, la Lega araba ha chiesto la convocazione di una sessione speciale del Consiglio di sicurezza, che dovrebbe anche affrontare la questione del mese di guerra tra Hezbollah libanesi e Israele in Libano e la distruzione del sud del territorio libanese. La riunione è stata messa in calendario per il 21 settembre, ma non è certo che si svolgerà. Inoltre, previsti incontri bilaterali – oltre a un suo intervento davanti all’Assemblea – anche per il presidente iracheno Yalal Talabani, alla ricerca di sostegno e investimenti per il suo paese, alle prese dal marzo 2003 con una sanguinosa guerra civile e da diversi mesi con una faida tra i due principali gruppi religioni, sciiti e sunniti. Attesa, infine, anche per il primo discorso davanti all’Assemblea del presidente cileno Michelle Bachelet, dal cui voto, secondo molti, dipenderà l’elezione del Venezuela tra i Quindici del Consiglio di sicurezza.

Scheda dettagli:

Data: 18 settembre 2006
Fonte/Casa Editrice: Misna
Categoria:
Sottocategoria:
Zen

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