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Olanda: Nasce il Tribunale Penale Internazionale
Nella “Sala dei cavalieri” del parlamento olandese, alla presenza della regina Beatrice d’Olanda, si è tenuto oggi l’inaugurazione del Tribunale penale internazionale (Tpi) e l’investitura dei suoi 18 giudici. Le organizzazioni internazionali per i diritti umani, il Consiglio d’Europa e il Comitato internazionale della Croce Rossa sono stati tra i primi a dare il benvenuto alla Corte definendola un “importante strumento di dissuasione” e di “irrefutabile necessità”. Ratificato da 89 Paesi, il “trattato di Roma” del 1998 per l’istituzione della corte che dovrà giudicare sui crimini di guerra e contro l’umanità commessi ovunque nel mondo, soffre di assenze eccellenti. Tra queste, Russia, Cina , Israele ed anche Stati Uniti, la cui diserzione alla cerimonia ha sollevato diverse critiche. “Non partecipiamo all’inaugurazione, semplicemente perché non facciamo parte del Tpi” ha tagliato corto un portavoce dell’ambasciata americana all’Aja sollecitata da un’agenzia di stampa internazionale. Il timore degli Usa è che la Corte possa essere utilizzata come strumento politico contro le sue truppe, comprese le missioni di peacekeeping, dislocate all’estero. Per questo Washington ha sottoscritto 24 accordi bilaterali con altrettanti Paesi per concedere una sorta di immunità ai propri soldati, che non potranno essere arrestati né tanto meno giudicati da tribunali stranieri. A rappresentare comunque gli Usa in questa giornata è l’ex ambasciatore per i crimini di guerra David Scheffer, che cinque anni fà venne incaricato dall’allora presidente Bill Clinton di firmare in calce al trattato.
Oltre 200 casi sono stati già presentati alla Corte che potrà perseguire solo i crimini avvenuti dopo il primo Luglio del 2002 (data successiva alla 70esima ratifica che ne ha sancito la validità). Si teme però che si dovrà attendere ancora molti mesi prima che uno solo di questi ‘faldoni’ possa essere valutato e ancora di più prima di andare in aula. Infatti, mentre sono stati nominati i giudici (11 uomini e 7 donne), manca ancora un consenso sulla figura del Procuratore generale la cui nomina si attende per il prossimo aprile, e che ha facoltà di valutare la pertinenza delle denunce. Lo statuto della Corte, lodato per avere introdotto la perseguibilità di efferate violenze prima non riconosciute come crimini di guerra come lo stupro e la gravidanza forzata, è soggetto però ad alcune limitazioni. Il Tribunale potrà intervenire solo se lo Stato in cui sono stati commessi i crimini o di cui è cittadino l’imputato non dimostrerà un’effettiva volontà di avviare un processo. Inoltre non è prevista la perseguibilità d’ufficio di cittadini dei Paesi non firmatari, senza il previo consenso dello Stato dove si è commesso il crimine o dello Stato della nazionalità dell'imputato. Infine pesa la clausola dell’"opting-out", fortemente voluta dalla Francia, per cui gli Stati che la sottoscrivono potranno sottrarsi temporaneamente alla giurisdizione sui crimini di guerra per i primi sette anni dall’adesione al Trattato. Malgrado questi condizionamenti, inevitabili in una accordo internazionale di questa portata, il Tpi rappresenta il primo tentativo concreto nella storia dell’umanità di costruire un sistema penale transnazionale che persegua i peggiori crimini a prescindere dalle frontiere.
Oltre 200 casi sono stati già presentati alla Corte che potrà perseguire solo i crimini avvenuti dopo il primo Luglio del 2002 (data successiva alla 70esima ratifica che ne ha sancito la validità). Si teme però che si dovrà attendere ancora molti mesi prima che uno solo di questi ‘faldoni’ possa essere valutato e ancora di più prima di andare in aula. Infatti, mentre sono stati nominati i giudici (11 uomini e 7 donne), manca ancora un consenso sulla figura del Procuratore generale la cui nomina si attende per il prossimo aprile, e che ha facoltà di valutare la pertinenza delle denunce. Lo statuto della Corte, lodato per avere introdotto la perseguibilità di efferate violenze prima non riconosciute come crimini di guerra come lo stupro e la gravidanza forzata, è soggetto però ad alcune limitazioni. Il Tribunale potrà intervenire solo se lo Stato in cui sono stati commessi i crimini o di cui è cittadino l’imputato non dimostrerà un’effettiva volontà di avviare un processo. Inoltre non è prevista la perseguibilità d’ufficio di cittadini dei Paesi non firmatari, senza il previo consenso dello Stato dove si è commesso il crimine o dello Stato della nazionalità dell'imputato. Infine pesa la clausola dell’"opting-out", fortemente voluta dalla Francia, per cui gli Stati che la sottoscrivono potranno sottrarsi temporaneamente alla giurisdizione sui crimini di guerra per i primi sette anni dall’adesione al Trattato. Malgrado questi condizionamenti, inevitabili in una accordo internazionale di questa portata, il Tpi rappresenta il primo tentativo concreto nella storia dell’umanità di costruire un sistema penale transnazionale che persegua i peggiori crimini a prescindere dalle frontiere.