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Nuova Zelanda: 120 Balene Arenate Muoiono Schiacciate dal Caldo e dal Proprio Peso
Sono morte soffocate dal caldo e dal loro stesso peso. L’estate australe e le acque calme di una spiaggia deserta sono state fatali per 120 balene pilota (una specie che raggiunge i 5 metri di lunghezza per tre tonnellate di peso) arenatesi in Nuova Zelanda, sulla Stewart Island, la notte del 6 gennaio. Il branco, formato complessivamente da 159 esemplari, è stato scoperto dagli abitanti del luogo solo nel pomeriggio seguente, e subito è scattata la corsa contro il tempo per ricondurre gli animali al largo, tra le onde del mar di Tasmania. La lingua sabbiosa di Neck Beach, disseminata di cetacei morti e agonizzanti, è stata invasa da volontari e dipendenti del neozelandese Department of conservation : in cinquanta - tra cui numerosi bambini, che hanno assistito impotenti all’ecatombe - hanno cercato di tenere in vita le balene, bagnandole con secchi d’acqua e scavando «trincee» in cui immergerle, rovesciandole sulla pancia e liberando così dalla sabbia gli sfiatatoi. Ma il sole e l’acqua immobile e surriscaldata della baia avevano già ucciso 80 esemplari, e ne hanno finiti altri 40 prima di sera. Secondo Jim Lilley, portavoce di Marine Watch , una delle cause della morte dei cetacei sarebbe stato il loro stesso peso: mentre giacevano sulla sabbia, il grasso ne ha schiacciato gli organi interni prima di iniziare letteralmente a «bollire» per effetto del caldo. Dopo ore di lavoro, i volontari sono riusciti a salvare 39 balene; le hanno condotte in mare aperto e hanno «sbarrato» la baia con una diga di imbarcazioni, perché si teme che gli animali, per gli stessi misteriosi motivi (perdita del senso d’orientamento, volontà di assistere un compagno malato) che li hanno fatti arenare una prima volta sulla spiaggia di Neck Beach, possano decidere di farvi ritorno.
Stewart Island, che paradossalmente è nota per essere stata usata negli anni ’20 e ’30 come base dai balenieri norvegesi, è stata teatro negli ultimi anni di altri spiaggiamenti: secondo gli esperti neozelandesi, i suoi fondali bassi e senza asperità confonderebbero gli «ecoscandagli» usati dalle balene per orientarsi, conducendole su rotte sbagliate.
Stewart Island, che paradossalmente è nota per essere stata usata negli anni ’20 e ’30 come base dai balenieri norvegesi, è stata teatro negli ultimi anni di altri spiaggiamenti: secondo gli esperti neozelandesi, i suoi fondali bassi e senza asperità confonderebbero gli «ecoscandagli» usati dalle balene per orientarsi, conducendole su rotte sbagliate.