Ogni anno, nella Settimana Santa, l’effige della Vergine Maria di Acteal è portata in pellegrinaggio per centinaia di chilometri in tutti i villaggi della regione di Chenalhó, in Chiapas, per recare un messaggio di speranza ad ogni comunità. “Sono giorni di riconciliazione e perdono, un momento in cui centinaia di fedeli che durante l’anno sono stati anche divisi tra loro, tornano a pregare per la pace” ha spiegato il dirigente indigeno Gerardo Pérez. Nel suo viaggio, l’immagine della Madonna di Guadalupe è accolta ovunque con canti e cerimonie, ma anche con momenti di raccoglimento in memoria dei 45 indigeni tzoziles uccisi dai paramilitari il 22 dicembre del 1997, mentre erano riuniti in preghiera nell’eremo di Acteal. “La furia dei paramilitari non risparmiò neanche l’effige della Vergine” ha ricordato Pérez. “Sono certo che la fede aiuterà a sanare le ferite di questa gente e di migliaia di sfollati che hanno abbandonato le loro case per sfuggire alla violenza” ha detto il sacerdote gesuita colombiano Dionisio Rojas, giunto a Chenalhó per partecipare al pellegrinaggio. Secondo Javier Manzano, presidente della Commissione per le questioni indigene della Camera dei Deputati, il conflitto scoppiato in Chiapas nel 1994 con la sollevazione in armi dell’Esercito di liberazione nazionale (Ezln) è ancora lontano da una soluzione: “Persistono repressione e intimidazioni, i gruppi paramilitari sono ancora attivi e ci sono almeno 20.000 sfollati senza un posto dove vivere".