Nelle prossime settimane il nuovo codice sulla stampa sarà sottoposto all'esame del parlamento marocchino. L'adozione di questo testo costituisce una vera minaccia per la libertà di stampa. Nel testo le pene di prigione che puniscono la diffamazione nei confronti del re e dei suoi congiunti, sono mantenute. Inoltre, l'articolo 29 ribadisce il diritto del governo di censurare i giornali locali o stranieri "se le pubblicazioni in questione attentino alla religione islamica, alla monarchia, all'unità nazionale e all'ordine pubblico". Nel 2001 almeno nove giornali - di cui sette stranieri - sono stati censurati per aver trattato argomenti proibiti quali il Sahara occidentale, la corruzione e la figura del re. Da ricordare inoltre il caso del giornalista Younès Moujahid del quotidiano Al Ittihad Al Ichtiraki. L'entourage di Abderrahmane Youssoufi, direttore del giornale e primo ministro marocchino, ha fatto sapere al giornalista - il quale è segretario generale del Sindacato nazionale della stampa marocchina (SNMP) - che non apprezzava la posizione critica di Moujahid verso il nuovo codice della stampa. Da febbraio, il giornalista non riceve più lo stipendio e non gli è stato più richiesto alcun articolo.