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Lombardia: Pavimentazione Urbana Mangia Smog per Contrastare l'Inquinamento
Poter avere strade, piazze e marciapiedi che si mangiano letteralmente lo smog, riducendo cosi' l'inquinamento delle nostre citta', senza dover ricorrere alle consuete misure d'urgenza come i blocchi e le targhe alterne: a renderlo possibile sarebbe un tipo di pavimentazione urbana mangia-smog in grado di combattere naturalmente gli inquinanti del traffico delle automobili.
Al posto dell'asfalto, prodotto con catrami e bitumi, ci sono dei masselli impastati con uno speciale cemento contenente biossido di titanio, che con le sue proprieta' fotocatalitiche permette alla pavimentazione di ossidare sostanze organiche e inorganiche come il pm10, il benzene, gli ossidi di azoto e l'ossido di carbonio. In condizioni climatiche ideali, ovvero in presenza di luce solare e bassa umidita', si puo' arrivare a ridurre fino al 45% degli ossidi di azoto. Il brevetto si chiama 'Renova' ed e' realizzato dall'azienda bergamasca Magnetti in collaborazione con Italcementi.
Testato per tre anni e realizzato gia' in alcuni comuni del nord Italia, e' stato presentato oggi a Milano (insieme al lancio del diario dell'architettura 2005), dove partira' a giorni una campagna informativa nelle metropolitane con lo slogan 'Se lo mangia lui, non lo respiriamo noi'.
''E' un prodotto che non risolve interamente il problema dell'inquinamento - ha spiegato Roberto Picco, amministratore delegato delle societa' operative del gruppo - ma certo contribuisce molto alla sua riduzione''.
Efficace, economico e anche duraturo, promettono gli ideatori, che hanno calcolato come, ad esempio, piazzale Loreto a Milano, cioe' 10 mila metri quadri di superficie carrabile, rivestito con questa soluzione costerebbe 450 mila euro e durerebbe trent'anni, contro i cinque che trascorrono da un'asfaltatura all'altra.
''E' una proposta sulla quale mi auguro di poter intravedere un altro tassello del nostro mosaico di interventi per migliorare la qualita' ambientale'', ha commentato l'assessore all'Ambiente di Milano, Domenico Zampaglione.
Lo stesso assessore ha comunque voluto precisare che i dati diffusi tempo fa sull'aria respirata a Milano, pari al fumo di 15 sigarette, ''appartenevano ad una ricerca del '94-95 e sono stati invece tradotti come attuali: una realta' gestita da un ufficio stampa di un convegno - ha aggiunto - che non ha paternita'''.
Al posto dell'asfalto, prodotto con catrami e bitumi, ci sono dei masselli impastati con uno speciale cemento contenente biossido di titanio, che con le sue proprieta' fotocatalitiche permette alla pavimentazione di ossidare sostanze organiche e inorganiche come il pm10, il benzene, gli ossidi di azoto e l'ossido di carbonio. In condizioni climatiche ideali, ovvero in presenza di luce solare e bassa umidita', si puo' arrivare a ridurre fino al 45% degli ossidi di azoto. Il brevetto si chiama 'Renova' ed e' realizzato dall'azienda bergamasca Magnetti in collaborazione con Italcementi.
Testato per tre anni e realizzato gia' in alcuni comuni del nord Italia, e' stato presentato oggi a Milano (insieme al lancio del diario dell'architettura 2005), dove partira' a giorni una campagna informativa nelle metropolitane con lo slogan 'Se lo mangia lui, non lo respiriamo noi'.
''E' un prodotto che non risolve interamente il problema dell'inquinamento - ha spiegato Roberto Picco, amministratore delegato delle societa' operative del gruppo - ma certo contribuisce molto alla sua riduzione''.
Efficace, economico e anche duraturo, promettono gli ideatori, che hanno calcolato come, ad esempio, piazzale Loreto a Milano, cioe' 10 mila metri quadri di superficie carrabile, rivestito con questa soluzione costerebbe 450 mila euro e durerebbe trent'anni, contro i cinque che trascorrono da un'asfaltatura all'altra.
''E' una proposta sulla quale mi auguro di poter intravedere un altro tassello del nostro mosaico di interventi per migliorare la qualita' ambientale'', ha commentato l'assessore all'Ambiente di Milano, Domenico Zampaglione.
Lo stesso assessore ha comunque voluto precisare che i dati diffusi tempo fa sull'aria respirata a Milano, pari al fumo di 15 sigarette, ''appartenevano ad una ricerca del '94-95 e sono stati invece tradotti come attuali: una realta' gestita da un ufficio stampa di un convegno - ha aggiunto - che non ha paternita'''.