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Lebbra: Una Malattia Tutt'Altro Che Debellata
Ancora oggi una malattia come la lebbra, seppure sotto controllo, non è definitivamente sconfitta. È l’allarme lanciato nel corso di una conferenza stampa a Roma, organizzata oggi per ricordare l’appuntamento del 26 gennaio prossimo, 50esima Giornata mondiale dei malati di lebbra. “Ogni minuto nel mondo c’è un nuovo malato di hanseniasi”, ha esordito Sunil Deepak, presidente dell’Ilep (Federazione internazionale delle associazioni anti-lebbra) ed uno dei maggiori esperti del settore. “Si tratta di una malattia - ha proseguito il medico – antica ed attuale, legata alla povertà e al sotto-sviluppo, che colpisce in particolare Paesi come India, Brasile, Mozambico, Angola, Bangladesh, Myanmar e Nepal”. Scoperto da Gerhard Armauer Hansen e causato dal Mycobacterium leprae, il morbo distrugge inizialmente i nervi periferici, provocando insensibilità, e in seguito attacca i tessuti, causando mutilazioni. Su di esso grava ancora una buona parte di mistero: per esempio non sono note le modalità di trasmissione. “La prima terapia – ha aggiunto Deepak - ovvero l’uso del dapsone, è arrivata dopo la seconda guerra mondiale, ma i farmaci realmente efficaci sono comparsi negli anni Ottanta. Ciononostante la gente continua ad ammalarsi. Dieci anni fa sognavamo un mondo senza lebbra, ma non siamo ancora riusciti a realizzare questo sogno”. I dati parlano chiaro: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) nel 1991 i nuovi casi di morbo di Hansen diagnosticati nel mondo erano 608.992, una cifra che, dieci anni dopo, invece di diminuire è salita a 760.695. Impegnata dal 1961 a lottare contro la malattia è l’Aifo (Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau), organismo di cooperazione internazionale attivo in 30 Paesi del mondo con interventi socio-sanitari. Oltre a ricordare che la sua associazione ha contribuito a curare in 40 anni un milione di malati, il vicepresidente dell’Aifo, Luigi Gravina, ha rammentato che, il prossimo 26 gennaio, nelle piazze italiane sarà venduto il ‘miele della solidarietà’, i cui proventi saranno destinati alla cura dei lebbrosi indiani. Continua inoltre in Italia la tournée ‘Danze di luce’, di ballerini indiani non vedenti: anche in questo caso il ricavato della vendita dei biglietti verrà investito nella lotta alla malattia. A rievocare la figura di Raoul Follereau, che nel 1954 ha istituito la Giornata mondiale dei malati di lebbra, è stato Luciano Ardesi, curatore di due antologie sullo scrittore e giornalista francese (1903-1977) che della lotta a questo morbo ha fatto la sua ragione di vita. “I suoi insegnamenti e il suo esempio – ha ricordato Ardesi – vivono nel lavoro di decine di organizzazioni che portano il suo nome”. Particolarmente toccanti le testimonianze di due persone che con i lebbrosi hanno a che fare da anni. Si tratta di padre Carlo Torriani, sociologo e missionario del Pime (Pontificio istituto missione estere), che nella metropoli indiana di Mumbai (ex Bombay) ha fondato l’ashram ‘La porta del cielo’, centro di esperienza inter-religiosa che raccoglie una trentina di ex lebbrosi; e di Elizabeth Shepherd, una signora di origine inglese il cui padre, un missionario metodista, si ammalò di lebbra quando lei aveva solo 7 anni. La donna ha esortato a non isolare i malati né i loro familiari, e così ha fatto padre Torriani, che ha ringraziato i lebbrosi con i quali è in contatto da decenni per la grande lezione di dignità ed umanità che gli hanno sempre dato.