ven, 09 maggio 2025

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Lav: Basta Pubblicità Sulla Pelle degli Animali

Mai più pubblicità, diretta o indiretta, alle pellicce - così come avviene come avviene per altri prodotti che recano o possono recare danni fisici e sofferenze (sigarette, alcuni farmaci) - e nuove norme sull’etichettatura di tutti i capi contenenti e derivanti da spoglie di animali sottoposte a concia, che rendano obbligatoria l’indicazione della specie animale utilizzata, il metodo di allevamento e di uccisione, l’azienda di confezionamento e il Paese di provenienza. Sono le richieste avanzate dalla LAV al Governo e al Parlamento attraverso una giornata nazionale di sensibilizzazione che vedrà l’Associazione animalista presente, sabato 13 dicembre, nelle piazze di 80 città d’Italia per raccogliere le adesioni dei cittadini. A Macerata sabato 13 dicembre sarà possibile firmare la petizione a sostegno di questa iniziativa presso il tavolo LAV in Piazza Cesare Battisti dalle 16 alle 20.
Ogni anno nel mondo sono 15 milioni gli animali selvatici e 29 milioni quelli d’allevamento ancora uccisi, con metodi crudeli, per la produzione di pellicce, e l’Europa è responsabile del 70% della produzione mondiale. Cifre sempre agghiaccianti ma che grazie alle campagne di sensibilizzazione delle associazioni animaliste, nell’ultimo decennio si sono ridotte, facendo registrare al settore della pellicceria un vertiginoso calo delle vendite, pari ad oltre il 30% su scala mondiale. Un’inversione di tendenza per questo settore specializzato in capi ad alto indice di crudeltà, che in Italia vede la progressiva scomparsa degli allevamenti di animali “da pelliccia”, passati dai 170 del 1988 ai 50 (di cui 35 di visoni) del 2002, ovvero meno dell’1% di quelli presenti sul territorio europeo che ne conta circa 6.000. Nonostante questo però, nei primi otto mesi del 2003 l’esportazione di pelli “grezze” (incluse teste, code, zampe, cascami e ritagli) dal nostro Paese nel resto del mondo ha registrato un preoccupante incremento: 144.000 kg rispetto ai 70.697 kg del 2002 e ai 1.747 del 2001 (fonte: ISTAT), che unito alla crescita del fatturato per l’anno 2002 (2.563 milioni di euro: + 11,3% rispetto al 2001. Fonte ANSA), evidenzia un settore che ha acquisito la capacità di diversificare la propria produzione riducendo quella relativa al classico cappotto di pelliccia (sempre meno richiesto) a favore dei capi rifiniti con pelliccia. “Il settore della pellicceria sollecita i consumatori attraverso il minor prezzo di un capo bordato di pelliccia, a cui si aggiunge la frequente assenza di un’esplicita etichettatura che indichi l’animale e il paese d’origine e che potrebbe rappresentare un importante disincentivo all’acquisto - dichiara Simona Cariati, responsabile nazionale LAV settore pellicce - Senza questa fondamentale fonte di informazione che è l’etichetta di un prodotto, un diritto che dovrebbe essere garantito ai cittadini per qualsiasi oggetto in vendita, i consumatori spesso non sono consapevoli di ciò che acquistano: spesso ritengono sintetiche alcune rifiniture in pelliccia oppure credono che gli inserti consistano in “avanzi” della produzione delle pellicce classiche. In realtà anche gli inserti appartengono ad animali appositamente uccisi per rubarne la pelliccia. La necessità di nuove norme che garantiscano un’esplicita etichettatura dei capi confezionati con pelliccia, nasce anche da un’esigenza di trasparenza per i consumatori, importante quanto quella garantita per altri prodotti che dividono l’opinione pubblica tra favorevoli e contrari - prosegue Simona Cariati - Ecco allora che in mancanza di una chiara etichettatura circa l’origine di un capo confezionato sacrificando, per pura vanità, la vita di milioni di animali, la pubblicità alle pellicce pone coloro che tirano i fili di questo mercato di morte in una posizione di forza rispetto ad un prodotto eticamente detestabile. Per queste ragioni la LAV chiede il divieto di effettuare pubblicità a pellicce o a capi con inserti di pelliccia e il divieto di presentare o illustrare capi interi o contenenti inserti di pelliccia in maniera da favorire la vendita e l’acquisto del prodotto in pubblicazioni stampa, trasmissioni radiotelevisive o altri messaggi non a carattere pubblicitario comunque diffusi al pubblico”.
Per conoscere le piazze in cui sabato 13 dicembre sarà possibile trovare i tavoli della LAV e firmare la petizione indirizzata al governo e al parlamento per chiedere l’obbligo di etichettatura di tutti i capi confezionati con pellicce e il divieto di effettuare pubblicità, si può telefonare alla sede nazionale LAV, tel. 064461325, oppure consultare il sito internet www.infolav.org

Scheda dettagli:

Data: 12 dicembre 2003
Fonte/Casa Editrice: Consumietici
Categoria:
Sottocategoria:
Terme e Beauty Farm

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