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Laos, Cristiani Arrestati: è Persecuzione Religiosa?
“Possesso di sostanze velenose”, con questa motivazione il governo del Laos ha spiegato l’arresto di 11 cittadini di religione cristiana. Il portavoce del ministero degli esteri, Yong Chanthalangy, in un’intervista al Vientiane Times, organo di stampa governativo, ha sottolineato che il suo Paese riconosce pienamente la libertà di religione; ha così respinto le accuse di un gruppo di attivisti per i diritti umani secondo i quali i fedeli cristiani sarebbero stati arrestati per aver partecipato alla messa di Natale. Il ‘Movimento del Laos per i diritti umani’ organizzazione di cittadini in esilio con sede a Parigi aveva denunciato nei giorni scorsi la privazione della libertà ai danni di 11 cristiani, in maggior parte appartenenti alle minoranze etniche dei Khmu e Oey, il 27 e 28 dicembre scorsi nella provincia meridionale di Attapeu. Gli attivisti denunciano la persecuzione di cristiani e buddisti in Laos, sostenendo che le dichiarazioni in favore del diritto di culto da parte di Vientiane sono strumentali a raccogliere il consenso internazionale, ma che la libertà di espressione religiosa è vista come una minaccia per l’ideologia del regime comunista al potere. L’alto funzionario del dicastero degli esteri ha precisato che le persone in questione “non sono state incriminate, ma arrestate per essere interrogate sul possesso di sostanze velenose”. Yong ha inoltre negato la veridicità dell’informazione diffusa da Radio Free Asia, emittente internazionale finanziata da Washington, e da altre agenzie stampa straniere secondo cui 10 cristiani sarebbero stati arrestati nella provincia meridionale di Savannakhet perché stavano organizzando una manifestazione di protesta contro l’arresto a Attepeu dei loro correligionari. Le accuse contro Vientiane sono state liquidate da Yong come tentativi di gruppi di facinorosi di minare la coesione del Paese e di presentarlo negativamente al giudizio della comunità internazionale.