sab, 03 maggio 2025

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L'Agopuntura? fa Risparmiare Quasi 6000 Euro a Persona!

Il British Medical Journal ha pubblicato recentemente uno studio sull'effetto dell'agopuntura (Ratcliffe et al e Thomas et al - BMJ, 15 September 2006), in aggiunta alla terapia tradizionale, nel trattamento delle lombalgie croniche.

La ricerca effettuata su 241 adulti, tra i 18 e i 65 anni con valutazione a 1 e a 2 anni di distanza dall'inizio della stessa ha dimostrato che l’impiego dell'agopuntura, condotto con l'intervento di agopuntori qualificati, ha portato ai seguenti risultati:

- diminuzione del dolore di 5,6 punti a 12 mesi e di 8 punti a 24 mesi rispetto alla terapia convenzionale sulla scala che misura il dolore nel questionario SF36 per la qualità della vita;

- miglioramento della qualità della vita a 1 anno, ma ancora di più a 2 anni, dall’avvio dell'osservazione;

- riduzione dell'uso di farmaci e del numero delle visite presso il medico di famiglia e le altre figure sanitarie;

- riduzione del “worry” legato alla patologia, ovvero della preoccupazione del paziente per la sua malattia;

- miglioramento in termini di QUALYs “quality-adjusted life years”, risultato del rapporto tra cambiamenti intervenuti nella qualità della vita con quelli intervenuti nella durata della stessa e che permette di ponderare gli anni di vita in buona salute guadagnati;

- una riconosciuta cost-effectiveness per il Servizio Sanitario Nazionale (SSN): si calcola un effettivo risparmio unitario di 4.241 sterline (circa 5900 euro) di spesa per ogni QUALYs guadagnato.

Considerando che 20.000 sterline (circa 29.900 euro) è il limite massimo stabilito dal National Institue for Clinical Excellence perché un trattamento sia giudicato conveniente per il SSN, gli autori hanno stabilito che l'agopuntura ha il 90% di possibilità di determinare un effettivo risparmio per il SSN. Una stima comunque cautelativa, in quanto gli autori non hanno considerato i risparmi derivati dalla aumentata produttività dei partecipanti allo studio, recuperata grazie alla diminuzione dei giorni di assenza dal lavoro per lombalgia. Inoltre, il QUALYs guadagnato al 2° anno corrisponde a più del doppio di quello guadagnato al 1° anno, con un conseguente miglioramento esponenziale dell'abbattimento dei costi.

“I fatti dimostrano ciò che ormai da tempo affermiamo – ha affermato Renato Crepaldi, Presidente Fondazione Matteo Ricci – Inserendo nei livelli essenziali di assistenza l'agopuntura, come già avviene in Gran Bretagna e in altri Paesi, si ottiene un notevole risparmio a livello di conti pubblici. Lo studio riguarda le lombalgie, ma siamo certi che si otterrebbero risultati analoghi per il trattamento di altre malattie e del dolore in genere. L'agopuntura, che garantisce anche l'assenza di effetti collaterali, è in grado di affrontare la patologia e conseguentemente migliorare la qualità della vita del paziente. Tale miglioramento influisce positivamente anche sul Sistema Sanitario Globale. Infatti, se moltiplichiamo il numero di malati e gli anni di vita guadagnati per il risparmio effettivo unitario di oltre 4.000 sterline, si raggiungono cifre molto importanti da un punto di vista economico”.

La ricerca riaccende i riflettori sullo stato attuale della legislazione nel nostro Paese. In Italia infatti possono “mettere gli aghi” tutti i medici che abbiano conseguito o meno una specializzazione in merito. “Questa situazione – aggiunge Renato Crepaldi - causa seri danni sia a chi con competenza e professionalità pratica da anni questa antica disciplina sia, soprattutto, ai pazienti che non dovrebbero essere trattati da mani inesperte. È ormai urgente in Italia una normativa che tuteli il cittadino: occorre fare chiarezza sul percorso formativo del medico agopuntore, unico modo per garantire al paziente la massima tutela della sua salute. Sappiamo che sono state avanzate proposte di legge in tal senso ed è giunto il momento di approvarle e renderle operative”.

“Lo studio del BMJ, - commenta Renato Crepaldi - oltre agli effetti positivi presentati e all'effettivo risparmio per il SSN, ci permette di puntare i riflettori su un altro punto critico per il futuro di tutta la medicina. La difficoltà del mondo accademico medico occidentale ad accogliere un modo “diverso” di fare medicina (come capita nel caso della Medicina Tradizionale Cinese), è dovuto ad una diversità di concezione antropologica quindi ad un modo diverso di concepire la salute ed la modalità con cui essa viene organizzata all'interno di un sistema sociale. La Medicina Tradizionale Cinese non è il frutto di immaginazioni o superstizioni, ma piuttosto il risultato di meticolose osservazioni che nei millenni hanno costituito un'arte terapeutica unica, ragionevole ed efficace che ancora oggi viene tramandata.

La Medicina Occidentale sembra invece arrivata al capolinea di quel processo innescato da Claude Bernard nel secolo XIX: un processo che ha inteso trasformare l'arte terapeutica in medicina sperimentale. La medicina scientifica, dopo avere rotto definitivamente il suo legame con il passato, forte dei clamorosi successi del secolo XX, ha imboccato senza tentennamenti la strada della tecnica, dell'iperspecializzazione, della pianificazione e dell'organizzazione. L'immagine che ormai domina è quella dell'uomo macchina che, quando si ammala, finisce dentro un'altra macchina ancor più grande, fredda e impersonale che come scopo primario ha la soddisfazione degli standard prefissati, l'ottimizzazione delle spese e forse, come ultima cosa, la cura e la guarigione di quella persona ammalata.

Occorre aggiungere che il processo di ipertecnicizzazione non potrà che evolvere attraverso una lievitazione continua ed esponenziale dei costi, presto prevedibilmente insostenibili dal sistema di governance della medicina in Italia. Tutte le risorse sia economiche che umane sono gettate in questo processo di modernizzazione che privilegia in modo assoluto l'analisi rispetto alla sintesi. Vengono sfornati specialisti in campi sempre più ristretti ma non ci si cura più dei nessi tra le varie specialità. Si è arrivati alla mappa genetica ma non si sa nulla delle relazione tra la molteplicità dei geni. Il paradosso che questa modalità di curare senza nessi ha provocato è che alla fine risulta dannosa (il Journal of the American Medical Association vol. 284 del 26 luglio 2000 riporta che la quarta causa di morte negli USA sono i farmaci mentre una recente indagine pubblicata da JAMA riferisce che 700mila persone, sempre negli USA, si rivolgono al Pronto Soccorso ogni anno per effetti avversi da farmaci ed uno su sei viene ricoverato).

Arrivati a questo punto crediamo che la Medicina Tradizionale Cinese, che ha custodito il proprio patrimonio millenario tramandandolo da maestro a discepolo, possa essere una risorsa (non la sola) per ridare la dignità di arte terapeutica al gesto medico, integrando gli apporti della tecnica e della ricerca scientifica tipici della Medicina occidentale all'infaticabile ricerca dei nessi della diagnostica cinese. L'approvazione di una legge che riconosca l'Agopuntura e la Medicina Tradizionale Cinese come percorso formativo a tutela del paziente e l'introduzione nei LEA (anche in considerazione dei problemi economici del nostro Sistema Sanitario Nazionale) possono essere i primi due passi decisivi verso una medicina più a misura della persona e anche più sostenibile”. a cura di: Fondazione Matteo Ricci

Scheda dettagli:

Data: 3 gennaio 2007
Fonte/Casa Editrice: Ecplanet
Categoria:
Sottocategoria:
Terme e Beauty Farm

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