ven, 09 maggio 2025

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Kenya: Siccità e Fame nel Nord, Presidente ‘Accende’ la Macchina degli Aiuti

Il presidente keniano Mwai Kibaki ha visitato ieri i distretti settentrionali di Wajir e Mandera dove l’eccezionale siccità degli ultimi mesi ha causato una carestia che, secondo i media locali, ha portato già alla morte per fame e sete di almeno 27 persone. La stampa keniana, che da giorni si sta mobilitando per le vittime di quella che è stata ribattezzata la “fame di Natale”, oggi sottolinea gli impegni presi dal presidente keniano e il piano messo a punto per far fronte all’emergenza. Oltre all’invio di acqua e cibo - una prima distribuzione è stata avviata proprio ieri in occasione della visita del capo di Stato - il governo invierà nelle nei prossimi giorni anche l’esercito che avrà il compito di coordinare gli aiuti. Le organizzazioni non governative e le istituzioni religiose hanno chiesto al Nairobi di aprire un corridoio d’emergenza che colleghi le zone interessate dalla siccità e la carestia con le aree produttive del paese e su cui dovrebbero transitare rapidamente aiuti e beni di prima necessità. Nei giorni scorsi il presidente keniano ha lanciato un appello alla comunità internazionale per la raccolta urgente di 100 milioni di dollari necessari per finanziare l’acquisto di aiuti destinati alle quasi 2 milioni e 500.000 persone interessate dall’emergenza siccità. La gravità della situazione è confermata dalle poche organizzazioni umanitarie e sanitarie presenti nella zona, secondo cui i problemi di denutrizione e disidratazione interesserebbero ormai ben 22 distretti del nord del paese a ridosso delle frontiere con Etiopia e Somalia. Sono gli stessi funzionari sanitari nazionali a precisare che il bilancio di quasi 30 vittime diffuso finora è destinato a salire ulteriormente nei prossimi giorni . “Siamo certi che le morti sono molte di più di quelle che abbiamo registrato finora, ma stiamo parlando di zone isolate e difficilmente raggiungibili in cui vivono popolazioni nomadi dedite alla pastorizia” ha spiegato alla stampa il direttore dell’ospedale provinciale di Garissa, la principale struttura sanitaria del distretto di Mandera. Ed è proprio la moria del bestiame, che per le popolazioni nomadi del nord del Kenya rappresenta spesso l’unica ricchezza e la principale fonte di cibo e sostentamento, a preoccupare il governo keniano. Secondo i dati diffusi dalle autorità nazionali, gli ultimi 3 anni di siccità endemica ed eccezionale hanno causato la morte del 70% degli animali da pascolo che popolavano la vasta area desertica nel nord del Kenya. “Il fatto che stiano morendo i cammelli è un’indicazione sufficiente per spiegare la gravità del problema” ha evidenziato nei giorni scorsi il direttore della protezione civile keniana parlando con la stampa. La corsa alla solidarietà, per il momento a livello nazionale, è cominciata; se anche il resto del mondo dovessi accorgersi dell’emergenza sarà forse possibile portare soccorso ai 22 distretti interessati da un’emergenza che non si esaurirà col periodo festivo, ma che, come ha precisato alla MISNA un missionario raggiunto nei giorni scorsi in quelle zone, rischia di protrarsi fino alla prossima stagione delle piogge: maggio 2006.

Scheda dettagli:

Data: 28 dicembre 2005
Fonte/Casa Editrice: Misna
Categoria:
Sottocategoria:
Animali, protezione e vita

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