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Kenya, Siccità e Carestia: un’Intera Economia Pastorale Minacciata
Peggiorano le condizioni di vita delle comunità nelle zone colpite dalla siccità, in particolare quelle delle tribù di pastori nomadi; lo afferma nel suo rapporto mensile il ‘Famine early warning systems network’ (Fews net), l’osservatorio sulle crisi climatiche regionali con sede a Nairobi. Il documento descrive una situazione di pre-carestia nei distretti di Mandera, Wajir, Garissa, nel nordest del paese, e a Marsabit, nel nord, dove si riduce ogni giorni di più la disponibilità d’acqua, i pascoli rinsecchiscono e aumentano le malattie tra uomini e animali. In particolare l’osservatorio si sofferma su alcuni parametri socioecomici, evidenziando l’impatto della moria del bestiame: il tasso di mortalità tra cammelli e capre varia dal 10 al 25%, a seconda della zona, mentre muoiono il 40% delle mucche e delle pecore; il bestiame sopravvissuto è in tali pessime condizioni da non poter essere venduto né mangiato. Negli ultimi mesi il prezzo degli animali è crollato del 20 e anche del 40%, rispetto al valore medio degli ultimi quattro anni. La mancanza di risorse, inoltre, sta creando dissidi tra le diverse comunità colpite dalla siccità - pastori e contadini - alzando la tensione sociale. “Se anche la stagione delle piogge del 2006 sarà simile a quelle del passato - afferma il Fews, riferendosi alle ultime sei stagioni in cui le precipitazioni sono state insufficienti – potremmo dovere affrontare una catasto umanitaria e una moria del bestiame senza precedenti, soprattutto tra le tribù pastorali nomadi e tra i villaggi di agricoltori”.