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Kashmir: Indù in Pellegrinaggio tra Dirupi e Terroristi
Senza farsi scoraggiare dalla precaria sicurezza del territorio del Kashmir indiano, oltre 100mila indù, provenienti da tutto il mondo, sono pronti ad iniziare anche quest’anno il pellegrinaggio al tempio di Amarnath, sulle pendici himalayane, a 150 chilometri a sud della capitale estiva Srinagar. Ventimila paramilitari sono stati precettati dal governo dello stato indiano del Kashmir e Jammu per salvaguardare la sicurezza dei pellegrini dagli attacchi delle formazione estremiste islamiche attive sul territorio. Lo scorso anno 11 fedeli morirono e 23 vennero feriti in assalti del genere; nel 2001 il dramma si era ripetuto con altri 10 pellegrini. Dal 12 luglio prossimo, gli indù avanzeranno per tre giorni sulle impervie località dell’altopiano del Kashmir per coprire i 46 chilometri che separano la piccola località di Pahalgam da una caverna a 3800 metri di altitudine, in cui si trova una grande stalagmite di ghiaccio venerata come una 'incarnazione' di Shiva, dio della distruzione e della rinascita. A rendere pericoloso il pellegrinaggio non c’è solo la minaccia del terrorismo ma, soprattutto, le difficili condizioni atmosferiche: nel 1996 la scalata costò la via a 200 fedeli che all’epoca non avevano nessuna assistenza dalle istituzioni locali. Quest’anno, per la prima volta nella pluricentenaria tradizione religiosa, ai pellegrini è stato chiesto di sottoscrivere un’assicurazione sulla vita prima di iniziare il viaggio. In caso di incidenti fatali, il governo locale pagherà alle famiglie il corrispettivo di 2000 euro.