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Kashmir: 24 Indù Appartenenti alla Casta più Elevata Uccisi da Estremisti
Lo Stato indiano del Jammu e Kashmir è ancora sotto shock per il massacro di 24 kashmiri pandit (induisti della casta più alta) compiuto nella notte tra domenica e lunedì scorsi da aggressori ancora non identificati. Dopo la strage, avvenuta nel piccolo villaggio di Nadimarg (50 chilometri a sud della capitale estiva Srinagar), i parenti delle vittime hanno chiesto aiuto al vice primo ministro indiano L. K. Advani, in visita ufficiale nel centro colpito dalle violenze. In particolare i residenti hanno sollecitato le autorità ad aiutarli a fuggire dal villaggio e a cercare un posto più sicuro. Grave sconcerto per l’accaduto è stato espresso dalla Conferenza episcopale indiana (Cbci), la quale ha sottolineato come gli estremisti siano tornati a colpire persone innocenti e indifese, dimostrando di essere intenzionati a minare il processo di pace in corso nella valle del Kashmir. Sulla scia dei vescovi indiani, l’intera comunità cristiana ha deplorato il massacro. “Scegliere come bersaglio una specifica minoranza - è scritto in un comunicato firmato da varie associazioni cristiane - siano essi i pandit del Kashmir, i musulmani e i cristiani in Gujarat o i dalit (fuoricasta) altrove, è un atto oltremodo odioso, mirato a terrorizzare un intero popolo e tenerlo in ostaggio per scopi politici”. Oggi l’arcidiocesi cattolica di New Delhi ha organizzato nella cattedrale del Sacro Cuore un incontro di preghiera, presieduto dall’arcivescovo della capitale, monsignor Vincent Concessao, in memoria di tutti gli innocenti uccisi in Kashmir. Alla cerimonia sono state invitate persone di tutte le fedi religiose. Unico Stato indiano a maggioranza musulmana e conteso da sempre tra India e Pakistan, dalla fine degli anni Ottanta il Kashmir è travagliato dalla guerriglia indipendentista, che secondo New Delhi è appoggiata e finanziata da Islamabad.