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Italiani: Tengono in Casa Troppi Animali Rari
Oggi si chiudono i termini per denunciare al Corpo Forestale dello Stato gli animali appartenenti a specie particolarmente protette, quelle cioè, che nell’ultima Conferenza delle Parti tenutasi in Cile nel novembre 2002 sono state inserite al più alto grado di protezione. Si tratta soprattutto di alcune specie di pappagalli rari il cui possesso, secondo quando indicato dalle norme italiane in materia CITES (la Convenzione Internazionale che regola il commercio di specie rare), deve essere denunciato alle Autorità di Gestione della CITES in Italia (Corpo Forestale dello Stato).
Il WWF coglie l’occasione per fare il punto sullo “zoo in casa degli italiani”, poiché, insieme all’IUCN, da anni ha creato un programma specifico, il TRAFFIC, che grazie ad una rete internazionale presente in tutti i continenti, monitora e controlla a fianco delle autorità il commercio delle specie a rischio combattendo i fenomeni di illegalità. “L’Italia ha sempre rappresentato uno dei mercati più importanti a livello europeo per il commercio di animali vivi di origine selvatica, sempre più abbondanti nelle nostra case come animali da compagnia – ha dichiarato Massimiliano Rocco, responsabile dell’Ufficio TRAFFIC del WWF Italia - Dall’iguana, di cui si è registrata l’importazione di oltre 70.000 esemplari negli ultimi 10 anni, alla coloratissima ara ali verdi o ai chiassosi cacatua asiatici di cui si continuano ad importare migliaia di esemplari, così come i lenti ed affascinanti camaleonti il cui commercio cresce quotidianamente.
Sono tutte specie di cui si sono importati in Italia centinaia di migliaia di esemplari solo negli ultimi 10 anni, ospitati ovviamente nelle case degli italiani che stanno diventando sempre più succursali urbane delle foreste tropicali. A fianco ad un commercio legale di animali esotici, anche se non sempre responsabile, vi è purtroppo ancora oggi un rilevante commercio illegale sempre più alla ricerca di ‘pezzi rari’, animali selezionati che vengono direttamente ordinati da collezionisti senza scrupoli per completare il proprio zoo privato. Questo gesto, apparentemente innocuo, rischia di condannare all’estinzione una specie vivente. E’ accaduto, negli ultimi anni, ad esempio, all’ara di Spix, un pappagallo rarissimo ormai estinto in natura proprio a causa del collezionismo o al Geochelone radiata, una tartaruga tipica del Madagascar, che sta scomparendo dal suo habitat naturale perché strappata dai mercanti di animali”.
Il WWF ricorda che la denuncia di questi animali è un passo importante e un punto fondamentale delle nostre norme perché permette alle autorità di stimare il mercato italiano. E’ importante però che tutti questi dati raccolti per legge non rimangano lettera morta, non ammuffiscano nei cassetti degli uffici delle autorità preposte, ma siano adeguatamente informatizzati e resi utilizzabili per la gestione e la corretta applicazione delle norme internazionali, come la Convenzione di Washington.
Il WWF coglie l’occasione per fare il punto sullo “zoo in casa degli italiani”, poiché, insieme all’IUCN, da anni ha creato un programma specifico, il TRAFFIC, che grazie ad una rete internazionale presente in tutti i continenti, monitora e controlla a fianco delle autorità il commercio delle specie a rischio combattendo i fenomeni di illegalità. “L’Italia ha sempre rappresentato uno dei mercati più importanti a livello europeo per il commercio di animali vivi di origine selvatica, sempre più abbondanti nelle nostra case come animali da compagnia – ha dichiarato Massimiliano Rocco, responsabile dell’Ufficio TRAFFIC del WWF Italia - Dall’iguana, di cui si è registrata l’importazione di oltre 70.000 esemplari negli ultimi 10 anni, alla coloratissima ara ali verdi o ai chiassosi cacatua asiatici di cui si continuano ad importare migliaia di esemplari, così come i lenti ed affascinanti camaleonti il cui commercio cresce quotidianamente.
Sono tutte specie di cui si sono importati in Italia centinaia di migliaia di esemplari solo negli ultimi 10 anni, ospitati ovviamente nelle case degli italiani che stanno diventando sempre più succursali urbane delle foreste tropicali. A fianco ad un commercio legale di animali esotici, anche se non sempre responsabile, vi è purtroppo ancora oggi un rilevante commercio illegale sempre più alla ricerca di ‘pezzi rari’, animali selezionati che vengono direttamente ordinati da collezionisti senza scrupoli per completare il proprio zoo privato. Questo gesto, apparentemente innocuo, rischia di condannare all’estinzione una specie vivente. E’ accaduto, negli ultimi anni, ad esempio, all’ara di Spix, un pappagallo rarissimo ormai estinto in natura proprio a causa del collezionismo o al Geochelone radiata, una tartaruga tipica del Madagascar, che sta scomparendo dal suo habitat naturale perché strappata dai mercanti di animali”.
Il WWF ricorda che la denuncia di questi animali è un passo importante e un punto fondamentale delle nostre norme perché permette alle autorità di stimare il mercato italiano. E’ importante però che tutti questi dati raccolti per legge non rimangano lettera morta, non ammuffiscano nei cassetti degli uffici delle autorità preposte, ma siano adeguatamente informatizzati e resi utilizzabili per la gestione e la corretta applicazione delle norme internazionali, come la Convenzione di Washington.