"L'apprezzamento del popolo italiano per la Chiesa cattolica, il 'sentirsi cattolici' anche se non sempre ci si sente credenti e ancor meno si è di fatto praticanti, è profondamente radicato nelle nostre popolazioni": lo ha detto il card. Camillo Ruini, presidente della Cei, rispondendo a una domanda, a proposito dei motivi che sarebbero alla base dell'aumento dei fondi 8 per mille alla Chiesa, durante la conferenza stampa di chiusura dell'assemblea generale dei vescovi svolta questa mattina in Vaticano. "Il fatto che spesso si parla di cristiani che sono in minoranza nella società - ha aggiunto - è vero, ma solo parzialmente. Se si intende i praticanti, lo è; se si parla di adesione alla Chiesa e di apprezzamento per la sua presenza, allora riscontriamo una vasta maggioranza di italiani che si dicono cattolici. Prova ne è, ad esempio, la scelta dell'insegnamento della religione cattolica nelle nostre scuole. In questo caso - ha proseguito il cardinale - quando la scelta compete ai genitori, per le scuole elementari e medie, si raggiunge una media di oltre il 95% su scala nazionale. E le cose non cambiano per le scuole superiori, dove a scegliere sono i giovani: anche qui si supera il 90%, dato molto indicativo di quanto sia apprezzata la religione anche nelle fasce di età più giovani". Secondo Ruini tutto ciò conferma che il legame tra gli italiani e la Chiesa "è molto solido". "L'Italia - ha concluso - è così, un paese costante".